Aktion T4, il programma nazista che uccise 300mila disabili, prova generale dell’Olocausto
La ‘pulizia della razza’ voluta dal Führer
Nel Mein Kampf Hilter, oltre a numerosi altri deliri, aveva descritto le sue idee riguardo all’eugenetica, in particolare su come lo Stato avrebbe dovuto comportarsi nei confronti dei disabili mentali. E la soluzione, per Hitler, era fin troppo semplice: eliminarli tutti fisicamente. Perseguendo l’ideale della ‘razza pura’, una società composta solo da corpi e menti ‘perfette’, Hitler voleva togliere dalla circolazione gli elementi che lui considerava deboli. L’eugenetica partorita dalla mente di Hitler non era tutta farina del suo sacco. Già a partire dai primi anni del ‘900 due medici tedeschi, Alfred Boche e Karl Binding, furono i fautori di un’ala radicale dell’eugenetica che sosteneva l’eliminazione degli individui per cui «la vita non valeva la pena di essere vissuta». Per perseguire il suo folle scopo Hitler mise in atto il programma Aktion T4.
Gli albori del programma Aktion T4
Un primo passo verso questa grottesca pulizia della società si ebbe nel 1933. Il 25 luglio il governo nazista promulgò una legge, la Gesetz zur Verhütung erbkranken Nachwuchses (Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie) secondo la quale tutti gli individui portatori di malattie ereditarie dovevano essere sterilizzati per evitare che ‘infettassero’ la società. Si stima che siano state sterilizzate, dall’entrata in vigore della legge fino al 1939, circa 350.000 persone. La maggior parte dei medici tedeschi, influenzati dagli studi di eugenetica dell’epoca, ritenevano giusto che si ricorresse a questi metodi per permettere alla società di evolversi in un’ottica di purezza della razza. C’è da aggiungere che non solo in Germania esisteva questo sistema di sterilizzazione coatta ma ciò avveniva anche in altri paesi ‘democratici’ come USA, Svezia e Svizzera. Ma al regime nazista non bastava più prevenire il problema dei disabili mentali impedendo la loro nascita. Era giunta l’ora di eliminare quelli che già infettavano la Germania.
L’inizio del programma Aktion T4
Nel 1939 il padre di un bambino di nome Knauer scrisse una lettera alla cancelleria del Reich. Nella missiva l’uomo chiedeva l’autorizzazione per poter praticare l’eutanasia nei confronti di suo figlio nato pochi mesi prima e che aveva manifestato segni di ritardo mentale. Hitler mandò il suo medico personale, Viktor Brack, per visitare il bambino e confermò la diagnosi del padre. Il 25 luglio 1939 il bambino venne ucciso con un’iniezione letale, causa ufficiale della morte fu dichiarato un attacco cardiaco. Con l’assassinio del neonato, esattamente 6 anni dopo la legge per la sterilizzazione di massa, inizia lo sterminio dei disabili tedeschi. Primo passo verso l’attuazione del delirante progetto è l’istituzione della Commissione del Reich per la registrazione scientifica delle malattie ereditarie e congenite gravi controllata da Brack insieme a un altro medico personale del Führer, Karl Brandt. In occasione di ogni nascita, un ufficiale doveva controllare che ogni bambino non presentasse difetti mentali. In caso contrario, il neonato veniva tolto ai genitori, ufficialmente per poter essere curato, in realtà veniva eliminato e alla famiglia si comunicava che era morto per cause naturali.
Lo sterminio ben presto non riguardò solo i neonati ma anche gli adulti
I centri dove veniva attuato il folle piano del programma Aktion T4 si trovavano in 6 città tedesche: Bernburg, Brandenburg, Grafeneck, Hadamar, Hartheim e Sonnenstein. Qui venivano portati i neonati, ma anche gli adolescenti, per essere eliminati, solitamente con un’iniezione di morfina. Lo sterminio dei disabili adulti iniziò dalla Polonia occupata, quando i soldati della Wehrmacht portarono i pazienti di alcuni ospedali psichiatrici in Germania per poi eliminarli. Per l’uccisione degli adulti non veniva utilizzata una semplice iniezione letale, ma venivano soffocati nelle camere a gas. Per paura di proteste il programma Aktion T4 venne mantenuto segreto, ma i familiari dei disabili ben sapevano la fine che avrebbero fatto i loro cari. Il programma poteva essere attuato solo in cliniche statali, per questo motivo molti pazienti furono trasferiti dalle famiglie in strutture private o riportati a casa. Nonostante tutto il personale coinvolto nel programma dovesse mantenere il più stretto riserbo riguardo alle stragi che stavano avendo luogo, la popolazione venne a conoscenza del mostruoso programma di eliminazione. In molti protestarono, anche in seno al partito nazista. Molti prelati appartenenti alla chiesa cattolica protestarono contro il folle piano, tra questi il cardinale di Monaco di Baviera e il vescovo di Münster. Con gran parte dell’opinione pubblica contro, Hitler dovette dichiarare, il 24 agosto 1941, la chiusura del programma Aktion T4. Inutile specificare che gli aguzzini che parteciparono al massacro furono prontamente trasferiti nei campi di concentramento. Nonostante la chiusura ufficiale, il programma continuò silenziosamente fino alla fine della guerra. Si stima che le vittime di Aktion T4 siano state più di 100.000.
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Immagine di copertina: Bambini affetti dalla sindrome di down internati nel sanatorio Heilanstalt Schönbrunn © Bundesarchiv, Bild 152-04-28 / Friedrich Franz Bauer CC BY-SA 3.0