A Berlino “parte” un viaggio alla scoperta dei codici miniati
Siete curiosi di scoprire l’affascinante mondo dei manoscritti?
Proprio dal ritrovamento di un manoscritto prende avvio il famosissimo romanzo “Il nome della rosa” di Umberto Eco, e la vicenda porta Guglielmo da Baskerville e il suo allievo Adso da Melk a scoprire i funesti effetti di un codice misterioso all’interno di un monastero medievale. Infatti, per lungo tempo la cultura è stata tramandata attraverso codici antichi e manoscritti prestigiosi, spesso arricchiti da miniature dai colori brillanti e vivaci. La loro massima diffusione risale all’epoca medievale, dopo che la scrittura si era affermata come veicolo di restituzione del patrimonio culturale passato. Fino al XII secolo i punti nevralgici della produzione e della trasmissione dei manoscritti erano i monasteri: al loro interno esistevano dei locali adibiti esclusivamente a tale attivitá, gli scriptoria, generalmente collocati vicino alle biblioteche. Per la realizzazione di un codice venivano coinvolti tre tipi di professionisti: gli amanuensi, che si occupavano principalmente della trascrizione dei testi, i calligrafi ed i miniatori. Le ultime due figure provvedevano a rendere i codici delle vere e proprie opere d’arte attraverso preziosi dettagli e miniature. Di fatto, cosa erano precisamente le miniature? Decorazioni e illustrazioni che accompagnavano la lettura e la fruizione del testo; il loro nome deriva dal minio, un tipo di rosso utilizzato sin da epoca romana per abbellire e sottolineare elementi incipitari. Gli ambienti ecclesiastici ripresero questa tradizione dalle pratiche antiche, finché i miniatori non presero parte alla nascita di gilde e corporazioni nel corso del XIV secolo. Cosí gli addetti a tali mansioni tornano ad essere figure laiche, coinvolgendo anche altri centri culturali – quali le universitá – nel processo di diffusione del patrimonio intellettuale.
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Numerosi i Codici Miniati conservati a Berlino e in Germania
Anche Berlino vanta centri e biblioteche in cui sono conservati notevoli e antichi esemplari di manoscritti! Una di queste è la Staatsbibliothek, chiamata amichevolmente dai Berlinesi “Stabi”: nella sua sede di Unter den Linden – la cosiddetta Haus 1 – si possono trovare copie della Bibbia che risalgono fino al V secolo il ”Frammento dell’Itala di Quedlinburg”. In Germania altri luoghi importanti per la conservazione di codici antichi e prestigiosi sono la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco e la biblioteca dell’Universitá di Heidelberg. Il primo centro possiede un manoscritto del poema dei Nibelunghi che risale alla prima metá del XIII secolo e un codice miniato dei Carmina Burana, testi poetici medievale, mentre il centro universitario conserva prestigiosi esemplari appartenenti alla Biblioteca Palatina, 848 in lingua tedesca, 29 in greco e 16 in latino.
Il primo appuntamento sarà dedicato ai manoscritti antichi della Divina Commedia
Dopo la Bibbia, il testo che è stato piú manoscritto è la Divina Commedia di Dante, di cui ci sono giunti circa 800 codici. Proprio di questi si parlerá venerdí 18 gennaio alle ore 18.45 presso la Zunftwirtschaft in Arminiusstraße 2, 10551 Berlin- Moabit: la Societá Dante Alighieri Berlin apre la sua stagione culturale 2019 con l’evento “La biblioteca di Dante: come nasce un manoscritto?”. Sará un’immancabile occasione per ammirare i manoscritti piú significativi di Dante, riprodotti in facsimile, anche in versione digitale, dalla casa editrice Imago srl. Interverranno esperti del settore, tra cui la direttrice commerciale di Imago srl Barbara Bertoni e la filologa Maria Giovanna Fadiga. Ulteriori informazioni sono presenti nel sito web della Societá Dante Alighieri Berlin e vi invitiamo a consultare la loro ampia offerta del programma eventi 2019, insieme alla loro pagina Facebook.
La biblioteca di Dante: come nasce un manoscritto?
Zunftwirtschaft
Arminiusstrasse 2
10551 Berlin-Moabit
18 gennaio 2019
Ore 18:45
Ingresso Gratuito
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Immagine di copertina: ©Società Dante Alighieri