Una madre tedesca racconta come suo figlio sia diventato un terrorista dell’Isis

Christian Lappe, il ragazzo tedesco che si è arruolato nell’Isis.

Sabine ha raccontato ai giornalisti della Deutsche Welle la storia di suo figlio Christian Lappe, che dopo aver passato un’infanzia comune e un’adolescenza complicata a Dortmund, in Germania, nel 2015, a 27 anni, ha abbandonato per sempre la sua terra natale per entrare a far parte dello Stato Islamico insieme alla giovane moglie. È morto in Siria, in nome di Allah.

I primi contatti con l’Islam di Christian Lappe

Sabine racconta che Christian è cresciuto con lei, in un ambiente laico, a Dortmund, in Germania. La sua adolescenza è stata caratterizzata da un’infiammazione intestinale cronica, che lo ha costretto a subire diverse operazioni. Fu alla fine di questo travagliato periodo che si avvicinò al mondo della religione, provando un senso di gratitudine per essere sopravvissuto alla sua malattia. Proseguì gli studi, con l’intenzione di ottenere una laurea in psicologia. Fu proprio nell’ambiente scolastico che venne per la prima volta a contatto con la cultura araba. Infatti, iniziò a frequentare ragazzi di origini turche e maraocchine. Nel 2012 Christian comunicò alla madre che stava pensando di convertirsi all’Islam. Anche la donna, vedendo il figlio rasserenato dopo un periodo difficile, si avvicinò alla religione islamica. Così, sei mesi dopo la conversione di Christian Lappe, ormai ventenne, la madre seguì le orme del figlio. «La nuova fede mi ha reso una persona equilibrata», commenta Sabine a riguardo.

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Il processo di radicalizzazione di Christian Lappe visto dagli occhi della madre

Con il passare del tempo la fede di Christian divenne più radicale e ciò fu motivo di conflitto con la madre. Lei ricorda che il figlio la redarguiva perché non indossava il velo integrale, il niqab, e perché si recava spesso al mercato cittadino e si fermava a parlare con i venditori. Parallelamente, Christian iniziò a frequentare assiduamente la moschea Taqwa di Dortmund. La donna racconta come anche lei avesse cominciato a recarsi in moschea, motivata dal fatto che il figlio vi spendesse così tanto tempo. Sabine descrive come sia stata sorpresa dal fatto che alle donne non veniva lasciata molta voce in capitolo quando si trattava di religione e che il figlio tendeva a dare ragione anche su questo punto ai membri della comunità più conservatori. Ma era ancora troppo poco per far scattare i sospetti. «Pensai che doveva provare a se stesso di essere un tedesco musulmano», racconta Sabine. Fu proprio lei a presentare Christian alla la sua futura moglie, Yasmina di soli 17 anni. La stessa con la quale poco tempo dopo il figlio abbandonò tutto per recarsi in Siria e arruolarsi nello Stato Islamico. Secondo Sabine, fu proprio la giovane donna che condusse Christian nella sua radicalizzazione.

La partenza di Christian Lappe e Yasmina verso la Siria

Nel 2015, alle 5 di una domenica mattina, Sabine fu svegliata da una telefonata che cambiò per sempre la sua vita. Era il figlio che chiamava dalla Turchia, in compagnia della moglie. Aveva deciso di recarsi in Siria, per arruolarsi nello Stato Islamico. Al disperato appello della madre, che lo implorava di tornare indietro, Christian rispose decisamente: «No, non torneremo indietro. Andiamo dove la parola di Allah non può essere cambiata». Per quanto fosse inaspettata agli occhi della madre, la partenza era stata preparata nel dettaglio dai coniugi. Già da tempo, i due avevano contatti regolari con alcuni esponenti dell’Isis in Germania, tra cui Abu Walaa, considerato l’ambasciatore dello Stato Islamico in terra tedesca e Anis Amri, l’autore dell’attacco al mercato natalizio di Berlino del 2016.

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La vita di Christian Lappe in Siria

Sabine racconta di aver ricevuto regolarmente per diversi mesi messaggi e chiamate da parte del figlio arruolato in Siria. Ma di fatto Christian restava irraggiungibile alla madre, dal momento che le chiamate giungevano da numeri e città ogni volta diversi. Durante i contatti con il figlio, la madre non perdeva occasione per tentare di persuaderlo nel tornare a casa, ma, riferisce la donna, «per quanto folle possa sembrare, metteva cuore e anima in quella causa». Sabine ricorda l’ultima telefonata del figlio, di ritorno dal campo di battaglia, il primo agosto 2017. La chiamata successiva fu da parte della nuora, che «riferì orgogliosamente che suo marito era ora un martire» e che combattè e morì per Allah.

Il figlio di Christian Lappe in Siria

Sabine dice anche di essere stata informata dal figlio della nascita di suo nipote, nel territorio dell’IS. Il bambino probabilmente ora vive in compagnia della madre Yasmina, che si è risposata con un altro combattente, scelto direttamente da Christian prima della sua morte. Il più grande sogno di Sabine è, ora, quello di trovare il piccolo. Ma dice di avere ben poche speranze: «Sentivo che avrei perso Christian. E sento che perderò anche lui». Oltre al dolore per la perdita di suo figlio, si somma quella per il nipote che probabilmente non potrà mai conoscere.

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Immagine di copertina: Islam, CC0