Trump: «Io e la Merkel abbiamo qualcosa in comune». Ma lei inorridisce

“Almeno abbiamo qualcosa in comune” così  Donald, ieri durante la conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca, ha tentato di coinvolgere Angela Merkel.

La considerazione era riferita alle presunte intercettazioni effettuate dall’amministrazione Obama alla Trump Tower equiparate al passato spionaggio della NSA, l’agenzia dei servizi segreti statunitensi, nei confronti della Cancelliera tedesca e di altri leader europei (fra cui anche Silvio Berlusconi) scoperto grazie alle rivelazioni di Edward Snowden nel 2012.

Simili? La Merkel non ci sta

La Cancelliera ha risposto con due sguardi più che mai emblematici. Era il primo incontro tra i due Presidenti. In passato la Cancelliera aveva criticato e accusato duramente le sue politiche specialmente quella sull’immigrazione definendola folle.

La mancata stretta di mano

Già in precedenza c’era stato un altro momento di imbarazzo tra i due: una mancata stretta di mano, invocata dai fotografi della Stanza Ovale, a cui Trump si è negato nonostante la Merkel fosse pronta al gesto. La situazione ha lasciato la Merkel senza parole, pronta poi ad un sorriso per liquidare il tutto senza ulteriori conseguenze.

https://www.youtube.com/watch?v=yiabICgVdEU

Determinazione contro populismo e apparenza

La reazione della Merkel sottolinea la distanza siderale fra i due leader di due delle potenze tra le più importanti a livello internazionale. Da una parte si conferma la fermezza istituzionale e la determinazione tedesca, portatrice dei valori europei e occidentali, del libero mercato, dell’accoglienza dei rifugiati e della promozione della pace a livello internazionale tramite la promozione di accordi a livello internazionale garantiti dalla stretta alleanza della NATO. All’estremo opposto invece il nuovo presidente dalle reazioni eccessive, sempre alla ricerca di visibilità a livello mediatico (basta dare un’occhiata ai toni dei messaggi del suo profilo Twitter o a come, durante il già citato video nella Stanza Ovale, cerchi la posa e il profilo migliore per farsi scattare le foto).

 

I temi dell’incontro

L’incontro ha avuto quattro assi principali: la politica estera (in particolar modo il rinnovato ruolo degli Stati Uniti nella NATO), il terrorismo internazionale, l’ immigrazione e i rapporti economici fra i due paesi che continuano ad essere interdipendenti. La conferenza stampa come di routine è stata aperta dal presidente ospitante, che ha sottolineato l’amicizia al paese ospite, con il quale condivide, almeno a livello teorico, obiettivi fondamentali come la sicurezza, la prosperità e la pace, ponendo l’accento su l’unico fronte in cui Germania e Stati Uniti sono ancora molto legati. Di positivo ci sono state le dichiarazioni sull’impegno degli Stati Uniti nella NATO, una palese virata delle posizioni di Donald Trump rispetto alle promesse e alle critiche continue espresse durante la campagna elettorale. Il Presidente americanoha assicurato “un forte supporto alla NATO” anche in termini economici, ponendo comunque il problema della condivisione delle spese per la difesa comune chiedendo ai paesi alleati di pagare la loro quota all’alleanza nord atlantica così come gli Stati Uniti continueranno a fare fino a raggiungere il 2% del loro PIL, perché se da un lato la presenza e la leadership americana alla NATO non viene più messa in dubbio dal Presidente come dal Segretario di Stato Tillerson; dall’altro, sull’onda dello slogan elettorale “America first”, prima gli americani, il Presidente continua a chiedere il progressivo aumento della partecipazione degli altri partner alle spese per la difesa.

La critica di Trump

A questa apertura iniziale Trump aggiunge però una profonda critica, in linea alle sue precedenti dichiarazioni sulla politica di apertura all’immigrazione della cancelliera iniziata nel 2015 dopo il famoso discorso della Cancelliera “Wir schaffen das” ce la faremo, con l’apertura del fronte e l’accoglienza di circa un milione di rifugiati durante tutto il 2016; il Presidente ha affermato “l’immigrazione è un privilegio non un diritto e la sicurezza dei nostri cittadini deve sempre essere posta come primo problema”. A questa dichiarazione si accostano anche le molte parole spese dal Presidente per confermare l’impegno statunitense nella lotta al terrorismo e l’apprezzamento della parziale soluzione tedesco-francese al conflitto fra Ucraina e Russia con l’accordo di Minsk, e l’impegno tedesco in varie zone del mondo al fianco dei marines, soprattutto in Afghanistan e in Siria.

Il discorso della Merkel

A queste parole Angela Merkel ha aggiunto in primo luogo un ringraziamento formale al Presidente per l’accoglienza e per le parole spese a consolidare l’importanza dei rapporti transatlantici tramite il sostegno forte degli USA alla NATO, si è poi però distinta dalle posizioni di Trump ricordando al tycoon che la Germania tiene fra i suoi valori più importanti quello della diversità e della differenza, che in passato ha garantito un grande sviluppo economico sia all’economia tedesca sia a quella americana. Inoltre ha sottolineato la necessità di perseguire una maggiore integrazione europea, perché un Europa unita e forte a livello internazionale è e deve essere l’obiettivo della Germania ma di ogni paese membro dell’Unione in modo tale da affrontare anche temi importanti come quello dell’immigrazione uniti e garantendo l’integrazione dei rifugiati e di chi non ha possibilità di realizzarsi all’interno del proprio paese, ma allo stesso tempo proteggendo i confini esterni dalla potenziale minaccia terrorista. Dare la possibilità ai rifugiati di cogliere le opportunità di lavoro nei paesi in cui giungono come migranti, ma allo stesso tempo aiutare gli stati da cui provengono nel processo di sviluppo economico del loro paese; questa è la politica seguita dall’Europa e in primis dalla Germania alla quale si contrappone il travel ban tanto discusso imposto dal presidente Trump. Il futuro ci dirà in che direzione andrà il mondo occidentale.


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