Uno studio spiega le ragioni del successo delle medie imprese in Germania
I cosiddetti “campioni nascosti” (dall’inglese hidden champions) sono industrie di medie dimensioni che giocano un ruolo di primo piano nel mercato globale
La maggioranza delle aziende di questo tipo è tedesca. «Gli “Hidden Champions” sono definiti da tre criteri: 1) l’azienda deve essere tra le prime tre al mondo nel suo settore, e prima nel suo continente; 2) i suoi ricavi devono essere inferiori ai 5 miliardi di euro; 3) il suo nome non deve essere molto noto al pubblico»: così Hermann Simon, manager e autore tedesco, nel suo articolo pubblicato online sull’Harvard Business Review. Come dei cavalli da soma che lavorano a testa bassa – la metafora è attribuita a Jim Collins – le industrie di cui parla Simon mantengono un basso profilo, non si pubblicizzano e puntano sulla qualità. Fabbricando nella maggior parte dei casi singoli componenti, stadi intermedi del processo di produzione piuttosto che prodotti finiti, non hanno bisogno di alcuna notorietà. I loro clienti non sono i consumatori, ma altre aziende più grandi; sono solo queste ultime a occuparsi del marketing. Tra i campioni nascosti individuati in tutto il mondo da Simon, 1307 su 2734 provengono dalla Germania. Inoltre circa un quarto delle esportazioni tedesche deriva proprio da questo tipo di aziende, che hanno contribuito a fare del manifatturiero la base del prodotto interno lordo tedesco.
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Il modello tedesco
Nel mondo dell’industria tedesca le aziende di medie dimensioni – le componenti del cosiddetto Mittelstand – hanno sempre avuto una connotazione ideologica decisamente positiva. Sono ritenute portatrici di valori e pratiche manageriali lontane da quelle delle grandi aziende, alle cui policies sovrapersonali e burocratiche oppongono un rapporto diretto tra proprietario e dipendenti, la passione per il lavoro e una concezione dell’azienda come “famiglia allargata”. Bosch, che certamente non è una azienda di medie dimensioni, rivendica la sua appartenenza ideologica al Mittelstand. Dal punto di vista politico, la tassazione sulle medie imprese in Germania non è alta come in Francia o negli Stati Uniti: ciò permette un’accumulazione di capitale maggiore rispetto a quei Paesi e il mantenimento di un settore medio competitivo sul piano globale. L’apertura mentale verso l’estero tipica della società tedesca è un ulteriore fattore essenziale per la fortuna di questo tipo di aziende in Germania: questa apertura si articola in competenze linguistiche, esperienze lavorative internazionali e studi universitari.
Le ragioni storiche
Ci sono ragioni storiche per la fortuna dei “campioni nascosti” in Germania. La storia politica della Germania è stata caratterizzata dalla frammentazione. Dal 1871, anno dell’unificazione nazionale, al 1918, anno dell’abdicazione del Kaiser Guglielmo II, il Secondo Reich era formato da ben 25 Stati indipendenti. Questa situazione ha fornito al secondario tedesco una vocazione internazionale, fondamentale per i “campioni nascosti”. Questi producono infatti solitamente un singolo bene. Un esempio è Flexi, l’azienda tedesca di guinzagli regolabili per cani che ha nelle proprie mani il 70% del mercato mondiale. Per aziende di questo tipo il mercato interno non è sufficiente: con un focus così ristretto, internazionalizzare è una necessità e insieme la prima ragione del loro successo. Un solo prodotto, ma il migliore nella rispettiva categoria, diffuso in tutto il mondo.
Il sistema dell’apprendistato
Infine è necessario considerare il peso che hanno ancora oggi in Germania i cosiddetti “training professionali”. Rispetto ad altri Paesi, europei e non, i giovani tedeschi scelgono più spesso di seguire un percorso di istruzione non accademico. La forma del tirocinio e dell’apprendistato, che unisce teoria e pratica, è un serbatoio prezioso di manodopera qualificata per i “campioni nascosti”. Troppo specializzati per i lavori di semplice manovalanza, troppo poco per rivestire ruoli dirigenziali, i giovani tedeschi usciti dalle scuole di apprendistato trovano il loro sbocco naturale nel tipo di aziende di cui stiamo parlando. E il lavoro non manca: secondo i calcoli di Simon, i “campioni nascosti” hanno creato in Germania un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro e per la maggior parte hanno attraversato indenni la crisi economica del 2009.
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Foto di copertina: Automotive Industry © Department for Business, Innovation and Skills CC BY-ND 2.0