Unioni Civili viste da Berlino, 10 brevi pensieri per dimostrare che non si può non essere a favore
Unioni Civili, se ne dibatte tanto in Italia e, per fortuna, se ne sta parlando tanto anche in Germania. Sabato scorso la manifestazione sotto l’ambasciata italiana a Berlino (documentata da questa photogallery) ha radunato circa un centinaio di persone unite dallo slogan #SvegliaItalia. La redazione di Berlino Magazine si unisce a questa battaglia di civiltà con le riflessioni individuali di alcuni suoi redattori:
Il matrimonio (civile e laico) non esiste in natura. È un’istituzione inventata dalle società ed in quanto tale può essere soggetta a modifiche qualora la società evolvesse in una determinata direzione. Da qui anche il concetto di famiglia è soggetto a cascata alle stesse modifiche. Lasciate perdere la natura e Dio, per cortesia. Questa è una questione tra uomini e società.
Gabriele Iaconis
Come si può pensare di obbligare qualcuno a negare i tre principi per cui vale la pena vivere, ovvero la libertà, la felicità e l’amore?
Emilio Bolena
Una soluzione alternativa per la parità dei diritti è abrogare il matrimonio per tutti, anche per gli eterosessuali. Possibile che alla fine la gente si impegni davvero a mantenere stabili le relazioni in virtù, prima di tutto, dell’amore.
Andrea D’Addio
Questo dibattito mi ricorda quello sull’aborto, sul divorzio, sul voto alle donne, sull’abolizione della schiavitù. Devo continuare?
Federico Meda
La ragione per la quale ci sottoponiamo alla legge è che questa ci tutela, e in questo caso si tratta di regolare qualcosa che già esiste. Se lo stato di diritto rinuncia a legiferare su tutte le questioni di ordine etico, vale a dire le questioni che riguardano tutti indipendentemente dalle loro posizioni politiche, allora lo stato di diritto deroga a se stesso, e viene meno alla sua missione, dichiarata nella Costituzione, di essere lo stato di diritto per ogni cittadino indipendentemente dalla sesso e dalla religione.
Serena Galié
Non si tratta di religione, natura o orientamento politico. Il matrimonio è una convenzione sociale che deve basarsi sui principi etici di tolleranza e uguaglianza, fondamenti cui l’Europa illuminata e progressista che tanto decantiamo non può assolutamente rinunciare. Ogni unione è degna di essere riconosciuta e tutelata da uno Stato che ha il dovere di rappresentare tutti.
Gloria Reményi
Lascia sempre sgomenti come venga tirato in ballo l’assurdo manganello ideologico del «contro natura» per giustificare una scelta, tutta politica, di repressione e discriminazione. La famiglia monogamica ed eterosessuale è solo una delle tante forme in cui l’amore si è storicamente concretizzato. Non è l’unica e, relativizzando, non è nemmeno poi così recente. Spacciare il convenzionale per naturale è dunque un’operazione intellettualmente disonesta, e in Europa sono rimasti in pochi a farlo: l’Italia è infatti l’unica delle 6 nazioni fondatrici dell’UE a non riconoscere né le unioni civili né i matrimoni per gli omosessuali. Le unioni civili, anzi, sarebbero una conquista di civiltà minima, laddove le nazioni più emancipate puntano direttamente all’equiparazione totale – ovviamente laica, non religiosa – delle coppie gay. Rovescio ironico della faccenda è che il movimento LGBT sta in fondo combattendo una battaglia di retroguardia, per vedersi riconosciuto il diritto a un istituto marcio fin nelle fondamenta, ormai in coma profondo, fuggito dagli etero come la peste. Ma questa è un’altra storia, e probabilmente non è possibile superare il matrimonio borghese e immaginare nuovi modi di organizzare socialmente l’amore e la sessualità – meno frustrati, più sani e più liberi – senza prima averlo conquistato. Strappandolo ai meschini calcoli politici di prelati, atei devoti e postdemocristiani pluridivorziati.
Gianpaolo Pepe
Certa gente pensa sempre di poter dire agli altri come devono vivere la propria vita, ecco perchè è necessario schierarsi a favore.
Marco Zaccaria
La questione a mio avviso è che non ci dovrebbe essere una questione, due persone dovrebbero poter decidere di prendersi cura l’uno dell’altra e avere le istituzioni a supportare il tutto. Stare a parlarne, discuterne, litigarci e organizzare sit in è già una sconfitta totale di per sè.
Paco Romito
In un mondo che necessita di coesione e armonia, fossilizzarsi su dibattiti che attengono i diritti basilari degli esseri umani, e che per questo dovrebbero essere garantiti, è fuorviante e propagandistico. Per la serie: creiamo un dibattito (laddove non ce ne sarebbe bisogno, perché dovrebbe essere un diritto e basta) e distogliamo il focus da altro.
Sara Comparato
Foto di copertina © Giulia Filippi