Una nuova indagine conferma come e quando è morto Hitler e che era vegetariano
Il più grande mistero della Seconda Guerra Mondiale sembra aver trovato una soluzione. Un team di ricercatori francesi ha analizzato i resti del dittatore e ha messo la parola fine alle teorie sulla sua morte.
Quando e come è morto Adolf Hitler? Sui libri di storia si legge che il dittatore si suicidò il 30 aprile 1945 nel suo bunker di Berlino, per evitare che le truppe sovietiche lo catturassero. Sulla morte di Hitler, però, c’è un alone di mistero che dura da oltre sessant’anni. Il suo corpo, insieme a quello della moglie Eva Braun, non venne trovato dalle truppe angloamericane quando entrarono a Berlino. Questa mancanza di prove ha generato numerose teorie, come quella secondo cui il dittatore nazista sia fuggito in Argentina insieme ai suoi generali. In realtà, ora sappiamo che parti delle spoglie mortali del dittatore, sopravvissute alla cremazione, sono state portate in Russia dall’Armata Rossa.
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La grande scoperta di un gruppo di ricercatori francesi
I dubbi sembrano essere stati ulteriormente dissipati grazie a uno studio di un team francese, pubblicato il 18 marzo sulla rivista scientifica “European Journal of Internal Medicine”. Gli studiosi, capitanati dal Prof. Philippe Charlier, hanno effettuato delle analisi su alcuni campioni di denti e una porzione di cranio, presumibilmente appartenuti ad Hitler. Uno studio che conferma la teoria classica, secondo cui l’anno di morte del dittatore è proprio il 1945.
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I resti di Hitler tra dopoguerra e Guerra Fredda
La storia dei reperti del cadavere di Hitler è lunga e intricata. Le disposizioni del Führer in quel 30 aprile ’45 furono di bruciare il suo corpo e quello della moglie dopo aver commesso il suicidio. I resti ritrovati il 4 maggio dalle truppe sovietiche, mandibola e mascella del dittatore, furono subito inviati a Mosca e analizzati. Gli esperti chiamati in causa confermarono l’uso del cianuro per il suicidio. Quando, nel maggio 1945, l’esercito angloamericano entrò a Berlino, i russi negarono di aver trovato i resti di Hitler. Riporta ilPost che Josip Stalin, in un colloquio con Wiston Churchill, affermò che il Fürer poteva essere fuggito in Argentina o in Giappone. Un anno dopo i servizi segreti russi vennero incaricati di svolgere delle ulteriori analisi per confermare la prima autopsia e, nello stesso luogo dove erano stati ritrovati i denti, venne rinvenuto anche un frammento di cranio attraversato da una pallottola. Questo ritrovamento mise in discussione la teoria del cianuro. Solo dopo la fine dell’URSS la Russia confermò di possedere una parte dei resti di Adolf Hitler.
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Cos’altro sappiamo dalle analisi dei denti di Hitler
Dagli studi del team di Charlier emerge la conferma di un altro mito: Hitler era vegetariano. Lo conferma l’assenza di fibre animali nel tartaro rinvenuto sui denti. Risulta vera anche la storia della cattiva dentatura del Führer: quella analizzata in Russia è in maggioranza ricostruita, pochi denti risultano naturali. Le analisi riportano anche la presenza di misteriose macchie blu sui ponti metallici, che potrebbero confermare anche la teoria delle capsule di cianuro. Uno studio, quindi, che potrebbe eliminare tutte le teorie alternative sulla morte di Hitler.
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Immagine di copertina: ©Segunda Guerra Mundial, foto inedita, CC BY SA1.0.