Tropici francescani

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Das Geheimnis der Bäume: Francis Halle`

Dopo La Marcia dei pinguini, premiato con l’Oscar come miglior documentario nel 2006, e La volpe e la bambina, una sorta di versione aggiornata del Richiamo della foresta di J.London, il regista francese Luc Jaquet firma il suo film più autobiografico, Das Geheimnis der Bäume, nelle sale tedesche da oggi, 2 Gennaio. Prima di dedicarsi al cinema, Jaquet lavora infatti come biologo: la sua ultima fatica come regista risente appieno dei suoi studi, consentendogli di girare un film ricco di riflessioni profonde sulla storia e il futuro del nostro pianeta.

Al centro del documentario stanno, con la loro stupefacente ricchezza di specie vegetali e animali, le foreste tropicali di Gabon e Peru`, che raccontano la loro storia secolare attraverso lo sguardo e i disegni del botanico francese Francis Halle`, unica presenza umana nel film: da 50 anni ne studia la storia e l`evoluzione, impegnandosi per il riconoscimento e la salvaguardia del loro status biologico. Semplicemente spettacolari, sono le riprese iniziali e conclusive che mostrano in tutta la loro ampiezza la cima degli alberi Moabi,  per Halle`, l’osservatorio privilegiato delle sue ricerche: dalle cime secolari (600, per la precisione) di questi giganti dei boschi, si compie infatti quella che , oltre a essere un cambio radicale di prospettiva, coi piedi all`aria e la testa tra le ultime foglie, è una vera e propria rivoluzione: per usare le parole del botanicocapire l`albero significa infatti compiere una rivoluzione intellettuale.

Alla parte didascalica si affiancano, inevitabilmente, gli accenti polemici: come non affrontare il problema della deforestazione, che ancora oggi non si arresta e prosegue la folle corsa ai ritmi inumani dettati dal turbocapitalismo? Senza denuncia, il film non sarebbe stato credibile. Ciononostante, Jaquet sceglie la strada di una lotta senza scontri diretti, ponendo l`accento sulla bellezza della natura e la necessità di salvarla: facendo leva più sull’istinto umano di protezione, che su quello alla lotta. Ma ciò che colpisce maggiormente del film del documentarista francese, e viene sottolineato perfettamente dalla voce avvolgente di Bruno Ganz, è che guardandolo si ha, distinta e chiara, la sensazione che gli alberi abbiano un’anima (e, guarda caso: Halle` è convinto assertore della loro immortalità): un dato di certo avvertibile, sempre che si sia forniti di una sufficiente dose di misticismo francescano e empatia ecologica, quando si osservano da vicino e dal vero.

Di norma, questo non avviene al cinema. Nei film, anche documentari, gli alberi hanno solitamente ruoli scenografici, e vengono presentati nella loro fissità inerte. Possono essere case per gli animali, o cornici. Stavolta sono invece vere superstar, al centro della scena con la loro vita, spesso tormentata e stravolta in nome del progresso (ma, sorpresa! non solo). Il segreto al quale fa cenno il titolo è proprio questo: e di sicuro, dopo aver visto il film, guarderete  gli alberi, probabilmente anche i tanti di Berlino, con occhi nuovi.

Piera Ghisu

Kinostart: 2 Gennaio 2014

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