Svizzera, studenti musulmani non stringono la mano all’insegnante donna. La scuola reagisce così
D’ora in poi in Svizzera gli studenti musulmani dovranno stringere la mano anche alle insegnanti donne all’inizio e alla fine delle lezioni. Lo ha deciso l’autorità regionale del Canton Basilea Città, in seguito a un caso che ha fatto molto discutere: due fratelli adolescenti di fede islamica si sono rifiutati di seguire questa consuetudine poiché seguono un’interpretazione del Corano secondo cui non è possibile avere alcun contatto fisico con una donna che non appartiene alla propria famiglia. Il caso ha smosso l’opinione pubblica locale e internazionale e, oltre ad aver riacceso i toni sul dibattito sull’integrazione, ha portato a una soluzione piuttosto “salata”.
I fatti. Lo scorso aprile, come riporta la Bbc in una scuola secondaria di Therwil, nel Canton Basilea Città, a nord della Svizzera, è stato concesso a due fratelli siriani dell’età di 14 e 15 anni di eludere la tradizione occidentale dello stringere la mano alla propria insegnante e seguire il loro credo religioso, secondo cui non si può toccare una donna che non sia un membro della propria famiglia. Il padre dei due ragazzi è un imam siriano, al quale è stata accettata la richiesta d’asilo in Svizzera nel 2001 e proprio in seguito al caso, come riporta l’Agence France Press, l’Ufficio per la Migrazione di Basilea ha iniziato una ricerca per avere maggiori informazioni riguardo le circostanze in cui questa è stata approvata. In un primo momento la scuola ha cercato un compromesso e ha deciso che i due ragazzi non avrebbero dovuto stringere la mano né agli insegnanti uomini né alle donne per evitare discriminazioni. Il direttore Juerg Lauener ha dichiarato che la scuola non aveva alcun motivo di cambiare la sua linea a meno che le autorità non avessero dato altre indicazioni e gli stessi responsabili locali dell’istruzione difendono la decisione della scuola, aggiungendo, però, che questa non può essere una soluzione permanente perché le regole devono essere uguali per tutti gli studenti.
La protesta. Nonostante la Svizzera conti 350 mila cittadini musulmani su un totale di 8 milioni, la tradizione laica del Paese è ben radicata. «Nella nostra cultura e nel nostro modo di comunicare, una stretta di mano è un segno di rispetto verso la persona con cui ci si confronta e questo messaggio dev’essere insegnato anche nelle nostre scuole», ha sostenuto il Ministro della Giustizia Simonetta Sommaruga, poco dopo aver appreso la notizia. Dello stesso avviso Felix Mueri, il capo della Commissione parlamentare per l’educazione e membro dell’Unione Democratica di Centro, il partito nazionalista anti-immigrazione svizzero, che si è detto fortemente contrario alla decisione della scuola di Therwil. Non è mancata poi la reazione dell’Unione degli insegnanti locali, che ha interpretato il gesto come un segno di discriminazione nei confronti delle donne. La Federazione delle Organizzazioni Islamiche in Svizzera, poi, ha sostenuto che nel Corano non si trova alcun verso che giustifichi il gesto e proprio per questo motivo Saida Keller-Messahli del Forum for Progressive Islam chiede ai cittadini svizzeri di non eccedere nell’estremismo. A controbattere queste dichiarazioni il Consiglio Centrale Islamico in Svizzera, per cui la stretta di mano tra uomo e donna è proibita. «Dopo le molestie sessuali avvenute nella notte di capodanno di Colonia, hanno chiesto ai musulmani di tenere le distanze dalle donne, ora chiedono di stare loro più vicino», ha sostenuto uno dei memrbri Qaasim Illi.
La soluzione. In seguito alla grande attenzione mediatica la stessa scuola ha deciso di lasciare la faccenda in mano alle autorità regionali, che a loro volta hanno dichiarato che «il pubblico interesse riguardo la parità di genere così come l’integrazione degli stranieri è più importante rispetto alla libertà religiosa degli studenti». In futuro i genitori o chi fa le veci degli studenti del Canton Basilea Città che si opporranno a questa norma, potrebbero ritrovarsi a pagare multe fino a 5000 dollari. In ogni caso i due ragazzi, come riporta il SonntagsZeitung, sostengono che nessuno potrà costringerli a stringere la mano di una donna non familiare e che non è possibile cancellare la cultura di un popolo da un giorno all’altro.
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