Schianto Germanwings, è stato omicidio – suicidio del copilota

È stata quasi sicuramente una scelta deliberata del copilota che ha addirittura accelerato la discesa quando è rimasto solo in cabina mentre il pilota principale era andato nella toilette. Quando il pilota è tornato, il copilota si è rifiutato di aprire. È quanto emerge dalla conferenza stampa tenutasi stamattina a Marsiglia riguardo la tragedia dell’aereo Germanwings 4U9525 diretto a Düsseldorf e schiantatosi sulle Alpi francesi provocando la morte dei 144 passeggeri e dei sei membri dell’equipaggio. A confermare la tesi del suicidio è il capo delle indagini francese Brice Robin. Il copilota, Andreas Guenter Lubitz, 28 anni, tedesco, non ha effettuato nessuna chiamata d’emergenza. È rimasto in silenzio per dieci minuti. “La sua intenzione era di distruggere l’aereo”. Nessun indizio invece di un’azione terrorista nè che si sia trattato di un problema tecnico o affidabilità del velivolo.

Secondo l’Aviation Business Gazette: “Andreas Guenter Lubitz aveva ottenuto in passato l’FAA Airmen Certification Database, uno dei più alti certificati di qualità d’istruzione per i piloti,  aumentando poi nel tempo le proprie abilità di guida”.

Perché il pilota non l’ha fermato? Il pilota era fuori dalla cabina di pilotaggio e non è riuscito a rientrarvi. Per dieci minuti una manciata di minuti sia lui che gli altri membri dell’equipaggio avranno cercato di entrare in cabina per evitare il disastro. Si può solo immaginare il terrore dei passeggeri mentre hanno assistito alla scena.

Come riporta l’ex pilota Thomas Salme in un‘intervista a Carmelo Abbate di Panorama.

Poi il pilota rimasto fuori prova a rientrare. Come fa?

Ha un codice segreto, lo digita da fuori e dentro la cabina viene emesso un segnale.

Ipotizziamo che il pilota rimasto dentro abbia avuto un malore.

Se lui non alza un dito dopo il segnale acustico, dopo 30 secondi la porta della cabina si apre automaticamente.

Da sola?

Sì, ma normalmente il pilota dentro schiaccia il pulsante e apre la porta.

Quindi se sta bene schiaccia il pulsante e apre, se sta male, la porta si pre da sola. E se non vuole che l’altro rientri nella cabina che fa?

Quando sente il segnale acustico schiaccia l’altro pulsante accanto, dove c’è scritto “blocca”.

Mettiamo in fila le ipotesi: quello fuori ha dimenticato il codice.

Bussa, quello dentro gli apre.

Il pilota dentro si è sentito male.

La porta rimane chiusa.

Per quanto si tratta di una coincidenza ai limiti dell’assurdo, può essere andata così.

No.

Perché?

Perché anche gli altri membri dell’equipaggio conoscono il codice.

Pure gli assistenti di volo?

Sì. Ma in ogni caso, anche in questa ipotesi assurda, non ci sta che l’aeroplano perda subito quota. Ricorda che sta procedendo con il pilota automatico in crociera e condizioni climatiche buone.

Se la causa dell’incidente fosse confermata si tratterebbe del quarto caso di suicidio  di un pilota alla guida di un aereo con passeggeri. L’ultimo risaliva al 31 ottobre 1999, volo da New York al Cairo della Egypt Air.

Le indagini future. La ricerca di un messaggio di addio o scoprire cosa abbia portato Lubitz ad una scelta del genere e se in passato abbia avuto problemi psichici saranno il prossimo passo di un’indagine che fin dall’inizio ha messo in dubbio l’errore tecnico tanto che la nazionalità dei piloti e dei membri dell’equipaggio è stata data ben dopo rispetto a quella dei passeggeri (normalmente non è così).

Su Berlino Cacio e Pepe Magazine continueremo ad aggiornarvi sul caso, ma per aggiornamenti ora per ora vi consigliamo di seguire la diretta del The Guardian.

Photo:  © Aero Icarus CC BY SA 2.0