Vor der Wand, il romanzo tedesco che ricorda la strage di Sant’Anna di Stazzema
Vor der Wand, il romanzo che ricorda il nazismo.
A chi vive in Germania probabilmente è capitato, di trovarsi in momenti di imbarazzo o di gelo quando per caso si è sfiorato l’argomento nazismo o KZ in presenza di qualche amico o conoscente tedesco. Senza correre il rischio di generalizzare troppo si può affermare che la generazione che ha vissuto la guerra, ha reagito col rifiuto e il silenzio. Mentre la seconda generazione, quindi quella non l’ha vissuta sentiva il bisogno di conoscere, di parlarne, di cercare di capire. A questa seconda generazione appartiene Georg, il protagonista del romanzo Vor der Wand. L’autore del libro è Michael Göring, scrittore di racconti, direttore della Zeit-Stiftung di Amburgo e professore della Hochschule für Musik und Theater.
La trama
Siamo nei primi anni ’70, Georg ha sedici anni ed inizia a farsi domande sul passato del padre, in particolare sugli eventi avvenuti in Italia nell’estate del ’44. Il papà però si rifiuta di parlare. Detiene un segreto e non lo vuol dire. Di cosa si parla? Noi lo sappiamo, purtroppo della strage di Sant’Anna di Stazzema, uno dei peggiori crimini contro l’umanità compiuto dai soldati tedeschi, ben 560 morti di cui 130 bambini uccisi senza un perché, sempre che un perché ci possa mai essere quando si parla di omicidi. Georg non lo verrà a sapere però per bocca del padre, ma dalle pagine di un suo vecchio diario. Anche sul letto d’ospedale, infatti, il papà non avrà il coraggio di confessare di essere stato lì, di essere stato uno dei carnefici.
Data la storia raccontata, nonostante non ci sia ancora una traduzione italiana, il libro è stato presentato all’Istituto Italiano di Cultura quale tempo fa. Presenti, oltre all’autore, c’erano il direttore dell’Istituto Aldo Venturelli ed il professor Bernd Sösemann della Freie Universität, esperto di storia e comunicazione internazionale. Tante le domande, a partire dal perché non si sia optato per un libro storico anziché per un romanzo. Spiega allora Göring «Ho trovato più adatta la classica forma del Bildungsroman, o come si preferisce dire oggi coming-to-age, perché la storia di un ragazzo alle prese con la scoperta delle sue radici è più facile da utilizzare far emergere le grandi questioni, a partire da quelle legate alla Seconda Guerra Mondiale. E così si può parlare di colpa, vergogna, perdono e libero arbitrio entrando anche nei sentimenti, senza dover rimanere ancorati solo ai fatti e alle interpretazioni. Il genere del romanzo può raggiungere tutti, e certe storie, come questa, è importante che arrivino a più persone possibile. Troppo a lungo è rimasta nascosta questa tragedia». Certo è piuttosto significativo che un romanzo del genere, che riflette un crimine gigantesco, compiuto in un paesino della Toscana durante la guerra, arrivi dalla Germania con quasi settant’anni di ritardo. Questo sicuramente è un chiaro segno non solo di quanto tempo ci sia voluto per riuscire a parlare apertamente ma anche di quanto ancora ce ne sia bisogno.
Vor der Wand
Osburg Verlag, Hamburg 2013
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Immagine di copertina: Colonne di panzer tedeschi – CC 3.0