Razzismo, a Berlino lo scandalo gestione alloggi rifugiati
Comprare una mini-ghigliottina per decapitare i bambini rifugiati: come riporta Deutsche Welle, è questa la proposta avanzata da alcuni impiegati della PeWoBe, compagnia tedesca che si occupa della gestione degli alloggi per rifugiati a Berlino, per impiegare una donazione di 5000 euro ricevuta dalla BMW. In seguito alla pubblicazione del macabro scambio di email tra gli impiegati, rivelato alle autorità di Berlino da una soffiata anonima, la capitale tedesca ha annullato il contratto con la compagnia per la gestione degli alloggi per rifugiati in città.
Lo scambio di mail. Nelle mail intercettate, gli impiegati escludono categoricamente di destinare la donazione alla costruzione di un recinto per la sabbia dove far giocare i bambini, perché «gli inquilini lo ridurrebbero in un posacenere o in un gabinetto». A questa inquietante osservazione segue la proposta della ghigliottina per bambini. Lo scambio mail non si limita a battute raccapriccianti, ma include addirittura foto che ritraggono ghigliottine e capi mozzati, corredate da ulteriori commenti razzisti da far inorridire: c’è chi scrive che «la ghigliottina potrebbe sporcare troppo», chi risponde proponendo un forno crematorio come alternativa e infine chi caldeggia l’impiego di persone «altamente pigmentate» per pulire il pasticcio causato dalle decapitazioni. Al centro dello scandalo si trova la direttrice di uno degli alloggi per rifugiati a Berlino, Peggy M., già nota in qualità di ex-candidata di un partito di estrema destra in Brandeburgo.
Una lunga serie di scandali. La compagnia, che si occupava della gestione di undici alloggi per rifugiati a Berlino e diversi altri negli stati federali della Sassonia-Anhalt e del Brandeburgo, già tre anni fa era finita sui giornali: allora un gruppo di manifestanti di estrema destra aveva protestato per settimane contro l’alloggio per rifugiati nel quartiere di Hellersdorf, collocato nella parte est di Berlino. Altre lamentele denunciavano scarse condizioni igieniche all’interno degli alloggi, e una mancata umanitá da parte di Peggy M., direttrice dell’alloggio di Hellersdorf, che pare si sia presentata a una folla di rifugiati affermando «Me boss, you nothing» (Io capo, voi nulla).
Il futuro degli alloggi. Il consigliere comunale per le politiche sociali Mario Czaja non ha esitato a rompere il legame con la compagnia, denunciando il macabro scambio di corrispondenza come «inqualificabile». Nessuno degli alloggi verrà chiuso, ma ora si cerca una nuova compagnia per la loro gestione.
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Foto di copertina © Wikimedia