Quando Rostropovich si esibì in concerto al Checkpoint Charlie mentre cadeva il Muro di Berlino
La storia di Mstislav Rostropovich, il violoncellista che si esibì mentre il Muro di Berlino andava in pezzi.
La mattina dell’11 novembre 1989, due giorni dopo la notte della caduta del Muro di Berlino, Mstislav Rostropovich si esibì davanti a migliaia di persone al Checkpoint Charlie. L’immagine dell’artista accompagnato dal proprio violoncello è forse una delle più suggestive tra quelle che commemorano questo evento storico.
Chi era Rostropovich
Nato a Baku (Azerbaijan) il 27 marzo 1927, Mstislav Rostropovich è stato uno dei più grandi musicisti del Novecento. In particolare viene ricordato come il migliore violoncellista dei nostri tempi. Naturalizzato statunitense perché in contrasto con il regime sovietico, si fece promotore degli ideali democratici e sostenne la concezione dell’arte “senza frontiere”. Attraverso le proprie teorie e la propria opera, Rostropovich ha lasciato un segno indelebile in ambito artistico e sociale. Dopo la caduta del Muro, l’Unione Sovietica gli restituì la cittadinanza revocata in precedenza, che egli decise di acquisire mantenendo comunque quella statunitense. Morì il 27 aprile 2007.
Il concerto al Checkpoint Charlie
Negli anni della guerra fredda Rostropovich viveva a Parigi con la moglie e i figli. Appena avuta la notizia dell’imminente caduta del Muro, decise di recarsi a Berlino con il proprio Stradivari Duport, un violoncello italiano del 1700, per assistere all’evento. Due giorni dopo il 9 novembre 1989 si esibì di fronte a migliaia di persone proprio in corrispondenza del Checkpoint Charlie. Eseguì brani di molti grandi della musica, tra cui Bach. Dopo anni di divisione e sofferenza, le suite eseguite dall’artista facevano da sottofondo alle immagini dell’abbattimento del Muro, dando vita a una scena che commosse il mondo intero.
Le parole di Rostropovich
In seguito all’esibizione Rostropovich affermò: «Avevo 47 anni quando mi hanno cacciato dall’Unione Sovietica, dopo i 47 anni è iniziata un’altra vita. E queste due vite non si sono mai riunite. Quando ho visto che buttavano giù il Muro di Berlino ho pensato che finalmente avrei potuto avere la speranza che queste due parti della mia vita potessero ricongiungersi. E come un pazzo la mattina successiva ho preso il violoncello, sono salito su un aereo. Non sono andato a Berlino a suonare per la gente, sono andato lì a suonare affinché Dio mi ascoltasse, direttamente dal Muro di Berlino. Una specie di preghiera di ringraziamento a Dio. E davvero, dopo quel giorno, le mie due vite si sono riunite».
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Foto di copertina: Mstislav Rostropovich © Oleg Makarov CC-BY-SA 3.0