Quando i bambini italiani immigrati subivano razzismo in Germania
Maggio 1972: la Rai si reca in Germania per raccontare il fenomeno dell’immigrazione italiana e registra un servizio diventato più che mai emblematico
Grazie al patto bilatera Italo-Tedesco del 1955, centinaia migliaia di italiani si spostarono in Germania dell’Ovest per soddisfare la grande richiesta di manodopera delle fabbriche tedesche. Solo per fare un esempio: ufficialmente nel 1960 furono 94.148, di cui 77.941 dal sud e dalle isole. Il fenomeno crebbe nel corso degli anni (il boom nel 1965 con 260mila immigrati) tanto che nel 1973 cominciò una seconda fase dell’immigrazione, quella dei ricongiungimenti familiari. Gli uomini venivano raggiunti dalle rispettive mogli e, in caso, anche dai figli. Si crebbero così delle vere e proprie comunità di italiani in Germania (soprattutto nel sud e centro ovest) tanto che alcune classi a scuola erano fatte appositamente per loro e la loro diversa tempistica di apprendimento (i bambini italiani non parlando tedesco a casa partivano logicamente svantaggiati dai loro coetanei tedeschi). Eccone le conseguenze in un video dell’epoca, riproposto dalla Rai nel luglio 2017.
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