Papa Leone XIV chiude alle unioni omosessuali. Berlino risponde: «Non torneremo indietro»

Le parole di Papa Leone XIV rischiano di spaccare nuovamente la Chiesa

Le parole del cardinale Jean-Claude Hollerich sono state chiare e forti: «Non torneremo indietro». La dichiarazione arriva in risposta alle recenti parole di Papa Leone XIV, che nel suo primo discorso al Corpo diplomatico ha ribadito la centralità della famiglia “fondata sull’unione stabile tra un uomo e una donna”. Una frase semplice e diretta, ma dal significato potente: una chiusura netta alle benedizioni delle coppie omosessuali.

Una posizione che ha subito fatto discutere, in particolare in Germania, dove la Chiesa cattolica ha intrapreso da tempo un percorso di rinnovamento e apertura attraverso il Synodaler Weg (Cammino sinodale), segnato anche dalla storica decisione di benedire le coppie LGBTQ+.

Berlino non torna indietro: la linea tedesca resta inclusiva

Intervistato dal portale cattolico tedesco Katholisch.de, il cardinale Hollerich – relatore generale del Sinodo sulla sinodalità e figura chiave nella governance ecclesiale voluta da Francesco – ha ribadito che le benedizioni non saranno revocate:

«Non credo che il Papa le ritirerà. Semmai potrà offrire delle precisazioni su come dovrebbero essere date, ma non penso che tornerà sui suoi passi».

Una dichiarazione che suona come un messaggio rassicurante per i vescovi più progressisti, in particolare quelli tedeschi, impegnati da anni in un percorso di apertura verso le persone LGBTQ+.

L’eredità di Fiducia supplicans e la svolta tedesca

Solo un anno fa, con la dichiarazione Fiducia supplicans del Dicastero per la Dottrina della Fede, la Santa Sede aveva aperto alla possibilità di benedire, in modo informale e non ritualizzato, anche coppie omosessuali. «Non si deve né promuovere né prevedere un rituale – aveva chiarito il cardinale Víctor Manuel Fernández – ma neppure impedire la vicinanza della Chiesa a chi, in qualunque condizione, chiede una semplice benedizione».

Una svolta che aveva rafforzato la posizione assunta già da tempo da diverse diocesi tedesche. L’arcivescovo di Berlino Heiner Koch, ad esempio, aveva dichiarato che non sarebbero stati sanzionati i sacerdoti che avessero deciso di benedire coppie gay. Una linea perfettamente coerente con le deliberazioni del Synodaler Weg, che ha più volte chiesto un approccio pastorale più inclusivo e rispettoso della dignità delle persone LGBTQ+.

Due visioni a confronto: Roma chiude, Berlino resiste

La Chiesa si trova così nuovamente divisa tra due visioni: da un lato Roma, con la nuova linea conservatrice di Leone XIV; dall’altro la Germania, determinata a proseguire nel cammino dell’inclusione tracciato negli anni recenti. La domanda che aleggia tra i fedeli è chiara: fino a che punto si può tornare indietro, quando molti hanno già scelto di andare avanti?

Il pontificato di Papa Francesco aveva dato avvio a una fase di apertura, ascolto e dialogo. Ora resta da capire se la nuova leadership vorrà mantenere quel solco, approfondirlo o riorientarlo del tutto. Per la Germania – e in particolare per Berlino – la risposta sembra già arrivata: le benedizioni continueranno.

Uno scontro simbolico che parla al futuro della Chiesa

Le parole del cardinale Hollerich, pronunciate nel maggio 2025, rappresentano più di una presa di posizione: sono il simbolo di una Chiesa che non intende arretrare su un tema diventato centrale nel dibattito ecclesiale contemporaneo.

In molti sperano che non sia un ritorno ai tempi di Benedetto XVI, ma piuttosto una nuova fase, capace di illuminare il cammino della Chiesa sulla scia tracciata da Papa Francesco.

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