L’amore ai tempi di Hookers.com, il servizio di Berlino per le escort online
di Cristoforo Di Legno
«Hookersdotcom! Sono Carlo dell’escort service, come posso aiutarla?»
Carlo ripeteva quella frase decine di volte al giorno. La pronunciava con uno suono leggermente nasale per dare un tocco di professionalità.
«Ciao sono Giulia» fu la risposta che ebbe alla cinquantesima chiamata ricevuta quel giorno.
Era arrivato stanchissimo alla fine del turno, per fortuna Giulia sarebbe stata l’ultima “partner” a cui avrebbe dato assistenza.
Carlo lavorava a Berlino in un call center in attesa di scrivere il suo primo romanzo. Ambiva a diventare uno scrittore milionario. Per il momento pagava l’affitto lavorando per il popolare Hookers.com, portale per prenotare escort secondo foto, prezzo, condizioni, prezzo ed effettiva disponibilità, sempre dopo essersi geolocalizzati. Il recente e clamoroso successo dell’azienda era dovuto soprattutto alla facilità d’utilizzo che consentiva a chiunque, non solo professioniste, di diventare “partner”. La startup, che alla sua apertura, anno 2010, dava impiego a non più di dieci persone in un magazzino di Prenzauler Berg, in cinque anni aveva sbaragliato la concorrenza diventando il principale sito di escort booking. Presto la compagnia, già quotata in borsa, avrebbe festeggiato la milionesima partner iscritta e la miliardesima prestazione offerta.
Molte affiliate erano casalinghe o studentesse, ma non solo, c’erano anche donne di successo intenzionate a interpretare “ruoli” molto diverse dalla normale vita quotidiana. A loro piacimento potevano dare la loro disponibilità sul sito ed essere trovate con pochi clic dai clienti. Alcune partner, dopo aver ricevuto solo ottime recensioni, venivano classificate come top class e solo per un “servizio” potevano guadagnare quanto la paga mensile di Carlo.
Il customer service italiano era il più contattato tra i dieci disponibili. Occorreva dare assistenza alle partner nell’inserire le loro informazioni sulla piattaforma online. Oltre alle informazioni di base, orari, prezzi, luoghi di incontro, c’erano i servizi offerti, a volte da segnare, a volte da escludere: anal, fisting, sadomaso, strap-on, anilingus, autoerotica, deepthroating, di gruppo e bukkake. Per capire davvero ciò di cui si parlava, ad inizio impiego Carlo aveva ricevuto un apposito training con tanto di visione di video e slides Powerpoint. Di solito le condizioni venivano tutte accettate, ma data la “tecnicità” dei termini il compito di Carlo era anche quello di spiegare, alla nuova partner inesperta, il significato di ogni singola voce.
–Signora, non si preoccupi, questa opzione non riguarda gli animali, come le ho spiegato per evitare problemi con gli animalisti abbiamo vietato le pratiche zoofile, l’irrumatio, sarebbe tipo la spagnola
-Bene giovane, l’aggiunga pure nelle condizioni che qui di poppe ce n’ è in abbondanza
L’assistenza per i clienti era più semplice, anche se potevano capitare equivoci quando la partner chiedeva di contattarli perché in ritardo all’incontro.
–Ciao Carlo, il cliente di stasera non è ancora venuto.
-Vanessa secondo le tue condizioni, se il cliente non riesce a venire dopo un’ora di attività, non ha diritto ad alcun rimborso.
-No, non mi hai capito, è un’ora che lo aspetto, il cliente non è proprio arrivato.
-Ah scusami, lo chiamo subito per vedere che fine ha fatto. Aveva prenotato una prestazione non rimborsabile vero?
Gli toccava contattare i clienti anche quando la partner per errore non chiudeva la disponibilità in alcune date già prenotate, rischiando così di ritrovarsi con due clienti allo stesso appuntamento.
-Buongiorno signore, qui è Hookers.com, la chiamo per avvertirla che Loredana oggi non è disponibile, ma non si preoccupi, come da condizioni di prenotazione le abbiamo trovato una sostituta in zona. Lo so che Loredana è la sua preferita, ma stasera è andata in overbooking.
Anche ciò poteva causare equivoci con i clienti non proprio ferrati sull’inglese.
«Buonasera Giulia, mi puoi dare il tuo codice identificativo?», chiese Carlo, sperando che fosse una chiamata breve, mancavano solo cinque minuti alla fine del turno. La risposta tardava ad arrivare.«Giulia, solo col nome non ti posso trovare mi serve il tuo ID» incalzò Carlo, irritato dall’attesa. «Intendi il numero ordine? Ho ordinato un libro sul vostro sito da tre settimane ma non mi è ancora arrivato». Carlo stava per risponderle che evidentemente aveva sbagliato numero, ma fu preso dalla curiosità. «Che libro hai ordinato?» Domandò, pensando che un’imbranata che chiamava per errore l’assistenza escort di Hookers.com avrebbe solo potuto comprare Cinquanta sfumature di grigio. «Addio a Berlino di Chritopher Isherwood».
Carlo, sorpreso, fissò il PC senza dire niente per alcuni secondi.
«Pronto? Pronto?» Adesso era Giulia ad essere spazientita.
«É stato il libro che ho letto appena arrivato a Berlino» disse Carlo senza trattenere l’emozione.
«Davvero? Sei a Berlino? Anche io! Leggere quel libro mi è sembrato un bel modo per iniziare ad ambientarmi. Sono qui da poco.».
Carlo poteva avvertire che anche lei era stata colpita da quella curiosa coincidenza. Era un’ occasione che non poteva perdere, da tempo non usciva con una ragazza. Non era il momento di fare i timidi.
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«Anche per me è stato uno dei primi libri appena arrivai a Berlino! Giulia, purtroppo non ti posso aiutare per il tuo ordine perché hai sbagliato numero, qui non è Amazon, purtroppo non sei l’unica a sbagliarti, ma ti faccio una proposta. Anche se ti può sembrare una proposta assurda e troppo immediata – purtroppo non posso stare tanto al telefono, ci stanno registrando – se vuoi ci possiamo vedere per una birra così ti presto la mia copia del libro. Mercoledì stacco prima, ti va di vederci alle 20.00 a Rosenthaler Platz al St Oberholz? Niente cellulare, se mi dici di sì ci vediamo lì e se ci ripensi mi dai semplicemente buca». Non pensava mai che lei avrebbe accettato. Era stato precipitoso e il tutto poteva sembrare una balla. Dall’altra parte della cornetta si sentì però la sillaba giusta. «Ok, a martedì. Non ti darò buca».
Carlo trascorse i giorni che lo separavano dall’appuntamento come se stesse vivendo un sogno. Passava ore imbambolato a fantasticare sulle conseguenze magnifiche che avrebbe potuto portare quell’incontro frutto del caso più strano. Il lavoro ne risentì. La sua produttività si abbassò drasticamente ed ebbe per la prima volta un richiamo dalla sua team leader. Ma per lui, in quei giorni, contava solo Giulia. Presto l’avrebbe l’ avrebbe incontrata, gli sarebbero bastati solo pochi minuti per farle scoprire le loro affinità elettive. S’immaginava l’appuntamento dove non avrebbero smesso di parlare con fervore degli autori che amavano. “Anche lei adorerà di sicuro Céline, Nabokov, Böll, ma anche Carver, Fante, perché no Bukowski e non dimentichiamoci della letteratura russa”. Si sarebbero riconosciuti come anime gemelle, sarebbe stato l’inizio di un indimenticabile storia d’amore. Carlo già pensava di scrivere un romanzo sul modo speciale in cui si erano incontrati. Il libro avrebbe avuto, senza alcun dubbio, un successo così eclatante che gli avrebbe permesso di lasciare il lavoro al call center.
Mercoledì. Carlo arrivò con molto anticipo e si sedette ad aspettarla ad uno dei tavolini del café che affacciavano sulla strada. I minuti passavano. Giulia non arrivava. 20.10. “Altri cinque minuti e me ne vado”. Ma non se ne andò. E fece bene. Giulia arrivò con venti minuti di ritardo. “Scusami, non mi so ancora orientare qui a Berlino. Ma non ti avrei dato buca. Ti avevo dato la mia parola”. Sorrideva. Carlo se l’era immaginata bella, aveva sperato che fosse bella, ma non fino a quel punto. “E’ troppo per uno come me”, pensò osservandola. Capelli lunghi castani, occhi verdi, alta il giusto, ovvero meno di lui, ma neanche da bacio sullo scalino, fianchi non stretti, ma adatti a quel seno che per quanto coperto da una maglietta abbastanza lasca, sembra generoso. Forse le orecchie erano leggermente in fuori, ne intravedeva il margine superiore uscire leggermente fuori dalla cascata di capelli che le incorniciavano il viso, ma era un piccolo difetto, peraltro ben mascherato, all’interno di un colpo di fulmine che non poteva essere più intenso.
«Ti scoccia se ti chiedo subito quale sia il tuo autore preferito? Dalla nostra conversazione telefonica non ho fatto che pensarci» chiese, per vincere la timidezza, appena le ebbe consegnato Addio a Berlino. «Coelho». Carlo diede un lungo sorso alla sua Berliner per nascondere la delusione.
Poi fu Giulia a pendere le redini della conversazione. Era a Berlino da un mese, ma non riusciva a trovare lavoro nonostante la sua laurea in economia. Il suo tedesco era ancora a livello base. Purtroppo, senza uno stipendio, presto sarebbe stata costretta a tornare in Italia. «Pensavo che qui sarebbe stato più facile che da me in Veneto».
«Ti posso raccomandare nella mia azienda, cercano sempre madrelingua italiani per il customer service, il tedesco non serve» le disse Carlo.
«Sei gentilissimo, grazie, ma per quale azienda lavori?»
Carlo pensò con rammarico che si era promesso di non parlare del suo lavoro a quell’appuntamento. Non senza trattenere l’imbarazzo, le raccontò di Hookers.com, come funzionava il sito, quali erano i suoi compiti e il suo salario.
«Non è il lavoro che avevo sognato e non so se sarei capace di intrattenere quel tipo di telefonate, ma ho un bisogno disperato di lavorare. Non voglio tornare in Italia. Se mi dai il tuo indirizzo e-mail, quando sono a casa ti giro il mio CV».
Giulia tornò a casa. Andò sul sito. Lo osservò e lo studiò anche, ma non trasmise mai il suo curriculum a Carlo. Nè lo contattò più nonostante i suoi messaggi. Passò la notte a completare l’iscrizione a Hookers.com come partner. «Un lavoretto occasionale giusto per pagare l’affitto e arrivare a fine mese».
Non fu così. Pochi mesi dopo si guadagnò la categoria Top Class e vinse l’Hookers.com Review Award 2015 come affiliata che ha ricevuto le migliori recensioni dai clienti. Non si dimenticò però di Carlo. E quel giorno che lo incontrò, stavolta in una camera di un hotel di Charlottenburg, gli applicò uno sconto del 20%.
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Foto di copertina: ©Sascha Kohlmann CC By SA 2.0
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