La scuola di Aarhus che separa i danesi dagli stranieri per “facilitare l’integrazione”

Studenti divisi nelle classi in base alla loro provenienza: è questo il nuovo criterio adottato al Langkær Gymnasium, un liceo danese di Aarhus, seconda città più grande della Danimarca nonché capitale europea della cultura 2017. Secondo il preside, la nuova organizzazione renderà più facile l’integrazione degli stranieri. Diversa la posizione delle varie associazioni contro il razzismo, che invece hanno accusato la scuola di discriminazione.

L’organizzazione interna del liceo. Per l’anno scolastico appena cominciato, quattro delle sette classi sono composte solo da figli di immigrati e rifugiati, mentre le restanti tre hanno metà studenti danesi e metà stranieri. Secondo il preside, Yago Bundgaard, questo permetterà agli studenti con origini estere di integrarsi meglio e di imparare più in fretta la lingua e la cultura danese. Allo stesso tempo, la nuova organizzazione vuole prevenire il trasferimento degli studenti danesi in altre scuole con un minor numero di stranieri. Infatti, come riportato dal quotidiano locale Jyllands Posten, se nel 2007 il 25% degli studenti del liceo proveniva da un Paese diverso dalla Danimarca, oggi il numero è salito fino a 80%.

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La polemica. Immediata la reazione dell’organizzazione SOS mod Racisme: Jette Moeller, presidente dell’associazione, definisce il criterio adottato dalla scuola «una pura discriminazione». Ferma condanna anche da parte di altri movimenti ed istituti per i diritti umani. Non manca, però, chi condivide la scelta del preside nel tutelare gli studenti danesi affinché non siano la minoranza. Il ministro dell’Istruzione danese, Ellen Trane Nørby, ha scritto sul suo profilo Facebook che la creazione di un «ginnasio-ghetto è un male per l’integrazione. Si lavorerà per una distribuzione equa degli studenti bilingue fra le varie scuole».

© Tulane Public Relations CC BY-SA 2.0

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