La Germania dà lavoro ai rifugiati. Ma li paga solo 1 € l’ora
Le città aderenti. Questa soluzione era già stata utilizzata dieci anni fa per reinserire i disoccupati nuovamente nel mercato del lavoro. Berlino attualmente ha assunto 3925 rifugiati in 75 strutture differenti e vuole estendere l’offerta alle associazioni che offrono servizi di pubblico impiego come organizzazioni di beneficenza per i senza tetto o centri di riabilitazione per alcolisti. Nella Baviera, il principale punto di arrivo di migliaia di rifugiati nel sud della Germania, 9000 rifugiati sono occupati con questi lavori. La città di Hannover offre inoltre la possibilità di lavorare come riparatore di biciclette, vendere abiti usati, accompagnare i bambini ai giardini in cambio di corsi di lingua tedesca.
Un’opportunità per il Paese? Il Ministro del Lavoro Andreas Nahles ha dichiarato di voler creare 100 mila posti di lavoro di questo tipo per i rifugiati, descrivendoli come un “trampolino” nel mercato del lavoro. «Nel breve termine questo programma avrà la sua efficacia perché i rifugiati non possono lavorare in altro modo», ha sostenuto Ronald Bachmann, economista all’istituto RWI, aggiungendo che «farli lavorare significa anche lanciare un messaggio politico positivo». D’altra parte Bachmann sostiene che questa, come è già stato dimostrato dieci anni fa, non può essere considerata una soluzione a lungo termine. Dello stesso avviso il capo dell’Unione federale tedesca Reiner Hoffman, che sostiene che la Germania ha bisogno di un programma più strutturato e ambizioso per integrare i rifugiati nell’economia del Paese, e Holger Schaefer, esperto del mercato del lavoro all’istituto IW, che dichiara di «star finanziando l’esclusione dei rifugiati dall’economia tedesca».
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