Le droghe di Hitler a Berlino
Nazisti, guerra e droghe: la seconda Guerra Mondiale combattuta non solo da soldati fatti di speed che seguivano “l’esempio” di Hitler
Euforia, convinzione e la forza di andare avanti incuranti del pericolo per servire il Führer. Queste erano le caratteristiche di ogni buon soldato della Germania nazista. L’indottrinamento operato da Hitler e dai suoi seguaci sul popolo tedesco è stato sicuramente uno dei fattori più importanti per favorire l’adesione all’ideologia nazista. Ma secondo le ricerche dello storico e scrittore tedesco Norman Ohler, esposte nel libro Der totale Rausch. Drogen im Dritten Reich (tradotto in italiano con il titolo Tossici. L’arma segreta del Reich) non è stata solo la propaganda del partito a muovere le truppe tedesche. Mentre combattevano per liberare al Germania dalla degenerazione morale che l’aveva colpita durante la Repubblica di Weimar, infatti, i soldati di Hitler facevano largo uso di morfina, cocaina e metanfetamine.
Pasticche e divise
L’utilizzo di stupefacenti da parte dei soldati è una notizia resa popolare durante gli anni della Guerra del Vietnam. Una volta perso ogni contatto con la propria umanità, i soldati diventano capaci di uccidere un altro essere umano a sangue freddo. Per trasformare i militari in macchine da guerra, spesso i medici militari hanno utilizzato sostanze stupefacenti e allucinogene, capaci di dissociare l’individuo dalla realtà e fornirgli l’energia necessaria per compiere la propria missione. L’abuso di droghe da parte dei soldati è il tema centrale del libro Shooting Up dello storico polacco Lukasz Kamienski , in cui si può leggere come le droghe fossero parte dell’equipaggiamento militare già all’epoca dei Vichinghi. Questo aspetto nascosto della storia militare ha ispirato numerose ricerche tra cui quella di Ohler. Il libro dello storico tedesco racconta come l’uso e l’abuso di droghe, soprattutto metanfetamine, fosse popolare durante il Nazismo. Il libro, pubblicato nel 2015, è subito diventato un best-seller in Germania.
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Le droghe
Molti studi hanno rivelato che Hitler e i suoi collaboratori più stretti come Göring fossero dipendenti da morfina e cocaina. Secondo il libro di Ohler, la droga maggiormente utilizzata tra i soldati tedeschi era il Pervitin, un mix di anfetamina, cocaina e ossicodone. La forma più comune sotto cui veniva somministrato il Pervitin, la droga dell’autostima, erano le pastiglie. A consumarle erano soprattutto i membri dell’aviazione, che le avrebbero ribattezzate Stuka-Tabletten, riferendosi al Sturzkampfflugzeug, gli aerei da combattimento dell’armata Nazista. Secondo le ricerche di Ohler, il Pervitin era distribuito ai soldati dai medici, i quali avevano testato gli effetti di queste droghe sui prigionieri per valutarne gli effetti sul corpo e la mente. Sono proprio gli archivi medici che provano l’abuso di stupefacenti da parte dell’esercito nazista. Secondo tali fonti il Pervitin utilizzato dalle truppe tedesche veniva prodotto a Berlino dall’azienda Temmler.
Le critiche
Il libro di Ohler, subito diventato un best-seller in Germania, è stato tradotto all’estero in molte lingue. Ma grande successo di vendite ha anche sollevato molte critiche, soprattutto in ambito accademico. Numerosi studiosi hanno infatti definito l’opera di Ohler come inaccurata. Le generalizzazioni fate dallo storico trasformerebbero quindi lo studio in un romanzo e privandolo di autorità come fonte storica. Secondo questi studiosi, il libro di Ohler tenderebbe a giustificare la violenza tipica del periodo nazista trovandone la causa nell’abuso di droghe. Tale tesi, benché sembri suggerire un’inaccurata lettura delle fonti storiche da parte dello storico tedesco, non impedisce di riconoscere il valore del libro, capace di svelare una delle facce meno conosciute del Terzo Reich.
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Immagine di copertina: Meeting of Adolf Hitler and Benito Mussolini in Krosno (1941-08-27) – Unknown