Knight of cups – l’attesissimo film di Malick divide il pubblico della Berlinale
Il fante di coppe, nei tarocchi, simboleggia la forza inarrestabile del bisogno di conoscere e di agire, incarnata nella figura del giovane maschio ricco di fascino e ad una situazione libera di mutare e di evolversi, alla ricerca dello stato definitivo ancora lontano.
Si potrebbe dire che la chiave interpretativa di Knight of Cups, il nuovo film di Terrence Malick, fatto di immagini, musiche e parole sussurrate sia stata affidata al titolo.
Il regista , noto per la sua riservatezza e il perfezionismo maniacale, porta in concorso alla 65° edizione della Berlinale un nuovo tentativo di raggiungere la grandezza, dopo il suo capolavoro The tree of life, attraverso le avventure di un “novello” Ulysses hollywoodiano.
Protagonista è Rick, interpretato da Christian Bale, giovane attore circondato da belle donne, successo e ricchezza. Dal carattere volitivo, riflessivo e silenzioso al punto da apparire esternamente quasi apatico agli occhi di un fratello sanguigno e tormentato che in una scena lo punzecchia con una forchetta invitandolo a “provare qualcosa”!
Raccontato mediante il flusso di coscienza attraverso il quale Rick combatte i suoi conflitti interiori, le sue domande sull’amore e sulla vita. Non sembra avere nemmeno precisa consapevolezza di cosa prova, sa solo che sente il disagio, la malinconia e la solitudine anche quando è circondato dalla mondanità delle feste. Sempre alla continua ricerca di risposte dall’esterno resta ammutolito in ascolto della voce interiore che gli parla continuamente, rivolgendosi a lui come a suo figlio.
In una scena iniziale del film il protagonista si reca da una cartomante, la quale girerà sul tavolo delle carte per lui, su cui si reggerà simbolicamente a mo’ di impalcatura l’intero romanzo. Ogni capitolo è infatti, preceduto da una carta dei tarocchi, tranne l’ultima che non è una carta ma una parola, un’idea, una speranza forse: libertà. Preannuncia così un nuovo inizio, un viaggio interiore in cui cercare se stesso, e ricordarsi quello che veramente desidera essere.
Ogni sezione è accompagnata da una donna tra cui la sua prima moglie, interpretata da Cate Blanchet, la modella indiana, interpretata da Freida Pinto e infine, Natalie Portman la donna del suo amore più puro e tormentato.
L’intero film è stato improvvisato giorno per giorno, «Non abbiamo mai saputo cosa fosse esattamente il film che stavamo girando» afferma Bale durante la conferenza stampa mentre Natalie Portman sottolinea l’aver apprezzato il diverso approccio non convenzionale del film.
Numerose sono le apparizioni di attori famosi come Antonio Banderas, Joe Manganiello, Jason Clarke, in scene sfuggenti di conoscenti e colleghi attori.
Sullo sfondo di una Los Angeles assolata e malinconica si alternano le inquadrature di donne nude dai corpi perfetti, una sessualità mai esplicita quasi giocosa, l’opulenza delle case dei vip, le loro chiacchiere, mani e piedi che si muovono sul pelo dell’acqua onnipresente in tutto il film, corpi che nuotano ma anche corpi che marciscono come le gambe in cancrena del barbone o dell’uomo dalle dita mozze.
Il film, che preannunciava essere il terzo della saga di un percorso spirituale e cosmologico del regista, cominciato con The tree of life e seguito da To the wonder lascia interdetto il pubblico in sala, diviso tra la ricerca di un filo conduttore e la contemplazione fine a se stessa dei preziosi piccoli particolari da osservare.
Tuttavia, a differenza dei primi due, quest’ultimo appare come troppo pretenzioso e oscuro nelle decifrazione.
Il film è attualmente in mostra alla Berlinale nelle seguenti date:
Domenica 8 febbraio ore 19:00 Berlinale Palast
Lunedì 9 febbraio ore 12:00 Friedrichstadt-Palast
Mercoledì 11 febbraio ore 09:30 Friedrichstadt-Palast
Venerdì 13 Febbraio ore 15:00 Friedrichstadt-Palast
Domenica 15 Febbraio ore 13:00 Friedrichstadt-Palast
Per informazioni relative a costo e modalità di acquisto del biglietto rinviamo al sito ufficiale.