«Italia e Germania sono vicine. Lo dimostro con la mia vita e la Dante Alighieri Berlino»
A tu per tu con Luigi Mercuri, (giovane) presidente della Dante Alighieri Berlino
«Distanti? I rapporti tra Italia e Germania sono tra i più decisivi al mondo e soprattutto in Europa. La Germania per l’Italia è il primo Paese per export e import, i tedeschi sono il primo gruppo di turisti in Italia e la Germania è la prima nazione in Europa in cui si studia italiano. Non solo: la Germania è anche il paese in Europa che ospita più italiani emigrati. La stiamo “italianizzando”. E questo crea vicinanze che vanno al di là dei rapporti economici». A parlare così è Luigi Mercuri, classe 1986, italiano-cittadino del mondo (è cresciuto e ha studiato tra Roma, Bologna, Belgio, Stati Uniti, Inghilterra e Corea del Sud), Senior Manager Foreign Direct Investment di Conway Advisory e Direttore Attrazione Investimenti Europei dello Stato Federale USA della Nord Carolina nonché, dal 2016 direttore della sezione berlinese della Società Dante Alighieri. «A Berlino ci vivo dal 2011. Qui, nel 2006, avevo già fatto l’Erasmus. Una volta tornato il mio primo impiego è stato per l’ICE, l’Istituto del Commercio Estero, l’organo di Stato che dipende dal Ministero dello Sviluppo Economico e aiuta aziende italiane a sviluppare rapporti commerciali sul mercato tedesco, attrarre investimenti verso l’Italia e dare supporto a partenariati tecnologici. Stando qui, leggendo e vivendo la città, mi sono convinto che i punti in comune tra le due nazioni siano più di quelli di differenza. E lo dico non solo perché mia moglie è tedesca e mio figlio, di conseguenza, è un italo-tedesco. Solo per rimanere al ventesimo secolo, che si parli sviluppo industriale, tragedia del nazi-fascismo e boom economico negli anni ’50 e ’60, si potrebbe dire che sia una sorta di vecchia coppia sposata che non si sopporta sempre, ma continua giustamente a stare assieme. È un rapporto complesso, ma anche molto solido. A livello politico europeo ci sono state politiche e obiettivi diversi, ma nei dati reali c’è una simbiosi. Siamo così interdipendenti che non si può pensare a un’Europa senza un buon rapporto tra Italia e Germania.»
Il ruolo e gli obiettivi della Dante Alighieri Berlino
Dal 2017 Luigi Mercuri è direttore del comitato di Berlino della Società Dante Alighieri, istituzione culturale fondata nel 1889 a Roma e oggi con più di 500 comitati basi in più di 60 Paesi diversi. Quello di Berlino è nato nel 1956. «Le attività che ci proponiamo sono varie e senza alcun scopo di lucro. Quando costano qualcosa è solo per ragioni di autofinanziamento. Si va dagli eventi culturali e musicali all’organizzazione di corsi di lingua passando per organizzazione di mostre e conferenze. Ci sono, inoltre, eventi di tipo archeologico e storico. Nel programma del 2019, ad esempio, saranno presenti la Fondazione Arena di Verona e la Reggia di Caserta. Abbiamo deciso di organizzare un incontro con la casa editrice Imago, che è importante per la riproduzione di manoscritti umanistici e rinascimentali. La Dante Alighieri Berlino, inoltre, ha una biblioteca, che è stata digitalizzata. Il catalogo, infatti, è disponibile online per rendere il materiale più facilmente fruibile anche a un pubblico più moderno».
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L’Italia vista dalla Germania e perché scegliere Berlino
«Se da una parte come Dante Alighieri ci proponiamo di fare da ponte culturale tra Italia e Germania, dall’altra bisogna sempre ricordarci che, per fortuna, il nostro Paese ha già un’immagine eccezionale all’estero quando si parla di cultura. L’importante è saperla presentare per quello che è, ovvero un paese di norma accogliente, ricco di storia e cultura. Ovviamente tutto questo deve avvenire in un contesto di integrazione multiculturale, all’interno di un progetto europeo ed europeista». Nonostante tutto i numeri dicono che negli ultimi 12 anni ben 3 milioni di nostri connazionali sono emigrati all’estero. A loro Luigi si permette di dare un consiglio: «Non bisogna partire “per il gusto andarci”, ma avere già un obiettivo chiaro. È necessario avere chiaro in anticipo quali siano le proprie competenze e perché potrebbero essere, o meno, preziose in un determinato mercato del lavoro. Capito questo, si può procedere con la ricerca del posto migliore in cui trasferirsi. Ho conosciuto mia moglie, di origini tedesche, in Corea del Sud, quando entrambi lavoravamo alla Camera di Commercio. Stando lì abbiamo cominciato a pensare a dove potere continuare la nostra vita assieme finendo con lo scegliere Berlino sia per le opportunità lavorative che offriva ad entrambi che perché è una città che rispecchia i nostri valori di inclusione e tolleranza. C’è un buon bilanciamento tra opportunità e ritmi non troppo frenetici se la si paragona, ad esempio, a città come Londra e Roma. La qualità della vita, qui, è eccezionale. Libertà è la parola chiave di Berlino»
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Photo: © Luigi Mercuri – Screenshot Youtube