Io penso che, il foto-progetto di Emilio Porcaro sui pensieri degli italiani nel mondo
Io penso che è un foto-progetto nato a marzo del 2015 dalla mente creativa di Emilio Porcaro, architetto e fotografo napoletano. Il progetto si propone di dare spazio alla comunicazione e voce alle persone di tutto il mondo. Porcaro ha così coinvolto diversi fotografi italiani nella realizzazione di scatti che ritraggono persone mentre esibiscono un foglio su cui compare un pensiero che li rappresenta: gli scatti sono in bianco e nero, mentre per la scritta viene impiegato il colore conformemente al suo contenuto. Le foto del progetto, costante work in progress, sono state scattate in svariate città del mondo. Tra queste c’è anche Berlino, dove Porcaro e Rinaldi hanno fotografato trenta italiani in sette giorni.
La scelta di Berlino. Porcaro ha voluto estendere il proprio progetto oltre i confini napoletani, cercando di coinvolgere un vastissimo numero di fotografi italiani. In compagnia di Marco Rinaldi, fotografo palermitano, Porcaro ha scelto di dedicare un capitolo del foto-progetto anche a Berlino. La scelta di Berlino per Io penso che è stata dettata da ciò che questa città rappresenta da qualche anno per gli italiani, ovvero un luogo e una possibilità per ricominciare nonostante la lingua piuttosto ostica. Per Porcaro la capitale tedesca è una città che lascia molto spazio alla vita privata dei suoi abitanti, una città che consente alle persone di vivere in maniera spensierata. In definitiva Porcaro ha percepito Berlino come una «città molto più “meridionale” rispetto alla sua effettiva collocazione geografica».
Chi è Emilio Porcaro? È un’artista italiano, nato a Napoli nel 1985. Architetto per formazione, Porcaro porta avanti da sempre la fotografia come passione rendendola nel tempo una vera professione. Dopo gli studi universitari vive a Londra e a Firenze e rientra a Napoli nel 2015, instaurando una collaborazione professionale con il dipartimento di architettura dell’università Federico II. È autore della mostra “Ciò che vedo e ciò che mi resta”, ideata nel 2013 ed esposta nelle città di Napoli, Roma, Firenze, Milano e Venezia. Nel 2015 fonda Io penso che.
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Il messaggio dell’autore. «Cos’è un pensiero? A volte siamo talmente presi da questa vita frenetica che ci lasciamo sfuggire l’essenziale, ciò che potrebbe aiutarci a capire meglio una situazione, a seguire il proprio modello di vita o semplicemente a rendere possibile la comunicazione. Spesso non ci soffermiamo troppo a riflettere su ciò che stiamo pensando e talvolta qualcosa ci sfugge; imprimere l’attimo, e l’espressione che ad esso si lega, è cercare di cogliere quelle piccole sfumature che possono rendere una giornata, un momento, quei brevi istanti in cui siamo noi stessi, più leggeri. Dovremmo solo essere capaci di dar voce a noi stessi. Oggi si è sempre più portati ad utilizzare i social come “vetrine” per apparire ciò che non siamo e creare barriere dietro le quali è più facile nascondersi; questo porta inevitabilmente all’assenza di una vera e propria comunicazione che può esserci solo laddove si condividono delle emozioni autentiche».