In Germania si sta (generalmente) bene, i tedeschi lo sanno e voteranno ancora Angela Merkel
Il benessere generale della Germania darà alla Merkel la possibilità di vincere la quarta elezione consecutiva. Per il centro-sinistra si prospetta una nuova e pesante sconfitta
Si chiama Christian Lindner, ha 38 anni ed è il candidato Cancelliere del Freien Demokratischen Partei, il partito liberale tedesco che alle elezioni del 2013 non riuscì a raggiungere la soglia del 5% per entrare in Parlamento. Sembrava l’inizio della fine di una delle formazioni storiche del panorama politico tedesco occidentale del dopoguerra. Ci sbagliavamo. Il flop – salvo sorprese – non si ripeterà. Dopo l’ottimo risultato alle elezioni in Nordreno-Vestfalia ad inizio giugno (12,6% di preferenze, + 4% rispetto al 2012), stando ai sondaggi Linder ha portato stabilmente l’FDP all’8% tanto che la stampa tedesca ormai non parla più di Schulz-Effekt, ma dii Lindner-Effekt.
Destra e sinistra in competizione per partito di minoranza in una coalizione di governo
Proprio la brusca frenata di Martin Schulz e del partito socialdemocratico (SPD), sconfitto (a volte anche malamente) a tutte le elezioni regionali avvenute nel 2017, nonché in continua discesa nei sondaggi (ora è al 23%, a fine aprile era al 30%) apre nuove prospettive al partito liberale: tornare al governo con la Cancelliera. Successe già durante la legislatura 2009-2013. Secondo le rilevazioni Forsa del 5 luglio, l’Union della Merkel sarebbe al momento al 39%. Sommati gli 8% dell’FDP si arriverebbe vicini a quella maggioranza che escluderebbe l’SPD dal governo dopo 4 anni di Große Koalition.
La crisi dei socialdemocratici
Quattro anni di governo hanno nuociuto all’immagine dell’SPD. Nonostante gli sforzi di Schulz e il sacrificio di Sigmar Gabriel (http://www.huffingtonpost.it/2017/01/24/spd-schulz-merkel_n_14361452.html, il partito di centrosinistra non rappresenta un cambio di rotta credibile agli occhi di quell’elettorato tedesco che vorrebbe un cambiamento. Martin Schulz è conscio ormai di non potere diventare cancelliere. Lo fa trasparire ad ogni intervista. Lo slogan lanciato recentemente dalla Merkel per l’inizio della propria campagna elettorale “Piena occupazione entro il 2025” lascia pochi margini per un attacco basato sui contenuti. La promessa della Cancelliera fonda infatti su solide basi. La disoccupazione in Germania è scesa ormai al 5,6%. Sul tavolo degli argomenti su cui importare la campagna elettorale dell’SPD non sono rimasti neanche i diritti civili dopo l’approvazione della legge sui matrimoni gay della scorsa settiman. Schulz ha poche frecce al suo arco. E così, più di proporre un programma alternativo (cosa fatta, ma senza nessun argomento realmente forte), nell’ultima settimana si è limitato a rincorrere e criticare qualsiasi azione compiuta dalla Merkel. Dall’atteggiamento, reputato troppo soft, tenuto con Trump alle promesse elettorali dell’Union “irrealistiche”. L’impressione è che, differentemente da quanto auspicato quando a marzo quando fu eletto capo di partito dell’SPD, Schulz stia rincorrendo i moderati attaccando le capacità della Merkel più che le sue idee.
Il Lindner-Effekt
Per un leader che scende ce n’è uno che sale: Christian Lindner. Originario di Wuppertal (Nordrhein-Westfalen), studi in Scienze Politiche, un passato da imprenditore (fondò un’agenzia pubblicitaria) e pilota d’aerei (è tuttora capitano della Luftwaffe). è diventato capo dell’FDP a dicembre 2013. Tanto era stato liberale e aperto – sia sul welfare che sui diritti civili – il suo predecessore, il compianto Guido Westerwelle (di cui si parlò molto a causa delle trasferte da Ministro degli esteri accompagnato dal suo partner), tanto Lindner ha rimesso il partito su posizioni più conservatrici e critiche (ma mai feroci) alla Willkommenspolitik di Angela Merkel. Giovane, sicuro di sé, affascinante ed ottimo oratore, Lindner si sta costruendo l’immagine dell’uomo nuovo della politica tedesca. Complice la crisi di Alternative für Deutschland, data al 7% (a settembre di un anno fa era al 14%) a causa sia dall’’assenza di un leader che raccolga l’eredità di Frauke Petry che da varie figuracce di alcuni suoi esponenti locali, la possibilità che Lindner continui a guadagnare terreno e diventi vice-cancelliere in un prossimo governo con l’Union è più che mai credibile. Con, forse, la soddisfazione di chi, tra is socialdemocratici, già 4 anni fa avrebbe preferito non andare al governo per avere il tempo di costruire una vera alternativa ad Angela Merkel.
Berlino, 5 luglio 2017
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Immagine di copertina: CC0