Il Tacheles rivive a Berlino. 10 foto per spiegarvi cos’era e rimpiangere una Berlino che non c’è più
Una mostra celebra il celebre centro per artisti, a lungo tappa obbligata di qualsiasi visita berlinese
Situato sulla Oranienburgerstraße, quartiere Mitte, il Tacheles è stato uno dei simboli di Berlino. Un luogo dalle mille identità, di cui una, l’ultima, così affascinante da essere rimasta nel cuore di tutti i berlinesi e da diventare una fondamentale attrazione per i turisti.Dal 1990 al 2012 il Tacheles fu sede di un collettivo di artisti che nei suoi spazi diede vita a un’esperienza culturale unica. Il 2012 fu l’anno della sua definitiva chiusura. Da allora l’edificio non è più accessibile, ma per rivivere gli anni di apertura del Tacheles c’è ancora speranza: dall’11 febbraio al 13 marzo 2017 la galleria Klassenfeind Gallery ospiterà la mostra fotografica di Stefan Schilling Tacheles 27.
Breve storia del Tacheles
Per quelli che sono arrivati nella capitale tedesca da pochi mesi, la parola “Tacheles” non dice un granché. Sappiamo tutti che è un grosso edificio nel cuore del quartiere Mitte, severo nelle sue forme che passano da qualche elemento tardo gotico a quel plumbeo bugnato neo rinascimentale. Ci guarda in modo inflessibile ogni qual volta siamo nelle vicinanze di Friedrichstraße e Oranienburger Straße, come un vecchio nonno insoddisfatto. Ma chi è esattamente questo nonno? Nato dall’ambizioso desiderio dell’imprenditore tedesco Otto Markiewicz di costruire una galleria commerciale analoga a quelle da poco sorte nelle maggiori città europee come i grandi magazzini Printemps di Parigi o il più celebre Harrods di Londra, il Tacheles ha cambiato volto, nell’ultimo secolo, una miriade di volte. Divenne luogo di vendita e assistenza tecnica dei primi elettrodomestici della società AEG, sotto il regime nazista fu prima il luogo di alcune riprese televisive e poi sede del Comando centrale delle SS, nonché luogo di detenzione di prigionieri di guerre e dissidenti politici. Con l’avvento della DDR le sale furono adibite a congressi delle federazioni sindacali, includendo anche il cinema “Camera”. A pochi mesi dalla caduta del Muro, a causa del pesante stato di degrado di ciò che rimaneva dell’edificio, venne pianificata la sua completa demolizione che doveva avvenire il 10 aprile 1990, ma il 13 febbraio l’intera struttura venne occupata dal primo collettivo di artisti che fondò una vera e propria iniziativa organizzata che battezzò “Tacheles”, nome che in yiddish significa “parlare in modo schietto”.
Tacheles 27 – la mostra fotografica di Stefan Schilling
Dal 1990 fino al 2012, anno della sua definitiva chiusura, il Tacheles rinacque. Quel primo gruppo di artisti che lo occupò, ne fece il centro artistico per eccellenza di Berlino. Il pesante clima di censura vissuto con la DDR partorì un’esperienza culturale unica che purtroppo si esaurì nel 2012. Ma a tutt’oggi l’eredità del Tacheles rimane intatta. Sabato 11 febbraio, la galleria Klassenfeind, situata a pochi passi dallo storico edificio, celebrerà questa eredità presentando il volume fotografico TACHELES – Die Geschichte des Kunsthauses in Fotografien concepito da Stefan Schilling. Le foto rimarranno esposte dall’11 febbraio al 13 marzo 2017.
Il fotografo. Nato ad Erfurt, l’artista vive a Berlino dal 1990. Da allora ha partecipato attivamente alla storia di questo luogo come graffitaro, grafico, curatore di mostre e naturalmente fotografo. L’opera documentaristica ci dà la possibilità di vedere come l’attività artistica, sociale, antropologica e politica di questo posto fosse fervente e rigogliosa.
Le foto. Mostrano una Berlino che ha voglia di crearsi una propria identità, una città che vuole finalmente dimostrare al mondo di essere una e unica: la Berlino underground, anarchica e volutamente menefreghista che vediamo ancora oggi, anche se nel 2017 la potente spinta rivoluzionaria si è spenta, o perlomeno molto indebolita, e la lotta identitaria per essere diversi si è trasformata in un guazzabuglio hipster a tratti noioso. Il piazzale retrostante il Tacheles con le sue sculture e performance quotidiane, le mostre degli artisti che vivevano qui, le pièce teatrali, le feste, i graffiti: Stefan Schilling ha documentato tutto, non solo gli avvenimenti principali di questa casa per artisti, ma la vita di tutti i giorni. I colori, i volti, gli odori, il fotografo non nasconde nulla e non vuole farlo, anzi, vuole mostrarci ogni cicatrice, ogni lacrima e ogni sorriso del Tacheles.
Perché in fondo questa vecchia architettura traballante non è altro che un micro-mondo berlinese: come la città anche l’edificio non nasconde sotto il tappeto i suoi problemi o le sue ferite, che diventano al contrario motivo di fierezza. Orgoglio per i muri scrostati, la musica ad alto volume, i mozziconi di sigaretta ancora fumanti lanciati dove capita. Quanta nostalgia per una Berlino che noi non abbiamo vissuto, provato e abitato.
Tacheles 27- A Photographic Exhibition by Stefan Schilling
dal 11 febbraio (vernissage alle ore 17.00) fino al 13 marzo 2017
presso Klassenfeind Gallery, Oranienburger Straße 22, 10178 Berlino
aperta da lunedì a venerdì, orari 12-18
ingresso gratuito
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Tutte le foto sono pubblicare per gentile concessione di © Stefan Schilling
Nella foto di copertina, il giardino del Tacheles di notte, 1995