Mentre andavo, la poesia di Goethe sulla dolcezza dell’amore nella semplicità di un fiore

Le radici dell’amore raccontate dal grande poeta tedesco in una poesia semplice e bellissima: “Mentre andavo”

Johan Wolfgang von Goethe è senza dubbio uno dei più grandi poeti di tutti i tempi e uno dei grandi della letteratura tedesca. Autore di opere magistrali, come il poema Faust o il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther, nel corso della sua vita dimostrò interesse per le più varie discipline, dalla filosofia al diritto, dalla chimica all’alchimia, dalla teologia alla medicina. Autore di transizione fra l’illuminismo e il romanticismo, eclettico e originalissimo, affrontò in molti suoi componimenti la tematica amorosa, sapendone trattare sia gli aspetti tragici, sia i momenti più delicati.

La poesia

Questi versi, composti nel 1813, sono dedicati alla moglie Christiane Vulpius, che in “Mentre andavo” è paragonata a un fiore, trovato dal poeta nel corso di una passeggiata in campagna. Il rispetto per la creatura amata frena il desiderio impulsivo di cogliere il fiore, recidendone il gambo: se l’amore non vuol essere effimero, necessita di attenzione e cura, fino alle radici dell’essere. La delicatezza della poesia risuona anche nella musicalità dei versi nell’originale in tedesco, di cui consigliamo la lettura.

Mentre andavo

di J. W.  Goethe

Andavo per i campi
così, per conto mio,
e non cercare niente
era quello che volevo.

E lì c’era un fiorellino,
subito lì, vicino,
che nella vita mai
ne vidi uno più bello.

Volevo coglierlo,
ma il fiore mi disse:
possiedo radici,
e sono ben nascoste.

Giù nel profondo
sono interrato;
per questo i miei fiori
son belli tondi.

Non so amoreggiare,
non so adulare;
non cogliermi devi,
ma trapiantare.

 

Im Vorübergehn

di J. W. Goethe

Ich ging im Felde
So für mich hin,
Und nichts zu suchen,
Das war mein Sinn.

Da stand ein Blümchen
Sogleich so nah,
dass ich im Leben
Nichts lieber sah.

Ich wollt es brechen,
da sagt es schleunig:
Ich habe Wurzeln,
Die sind gar heimlich.

Im tiefen Boden
bin ich gegründet;
Drum sind die Blüten
So schön geründet.

Ich kann nicht liebeln,
Ich kann nicht schranzen;
musst mich nicht brechen,
musst mich verpflanzen.

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