Germania: nell’ultimo anno il 41% di denunce è per discriminazioni razziali
Germania: L’ASD registra un aumento di denunce per discriminazioni razziali. L’odio è un fenomeno in crescita
L’Agenzia federale contro la discriminazione (ADS) ha pubblicato dati preoccupanti. Nel 2023, con 10.772 denunce, i reclami per discriminazione sono aumentati del 22% rispetto all’anno precedente. Il commissario dell’agenzia, Ferda Ataman, ha dichiarato che il paese è in una situazione allarmante. Il 41% delle denunce riguarda casi di discriminazione razziale. Altre denunce sono per disabilità o malattie croniche, sesso o identità di genere, età, religione, opinioni e orientamento sessuale.
Le discriminazioni avvengono principalmente nei luoghi di lavoro, seguiti da luoghi pubblici come ristoranti, mezzi pubblici e supermercati. Anche se in numero minore, si registrano denunce in enti governativi e pubblici, come la polizia o il sistema giudiziario, evidenziando un problema intrinseco nello stato. Secondo Ferda Ataman, servono nuove leggi per proteggere i diritti di tutti e ridurre i casi di discriminazione. Nel 2020, il governo aveva promesso nuove misure, che non ha mai attuato. Rinviando per più volte la legge generale tedesca sul trattamento equo delle persone (AGG). Il commissario chiede azioni immediate contro odio e razzismo.
L’aumento degli episodi di odio e razzismo non riguarda solo la Germania, ma è un fenomeno in crescita anche in Italia. Secondo Statista, i casi di discriminazione sono aumentati negli anni. Nell’ottobre 2020, è stata creata una Commissione Straordinaria per combattere razzismo, violenza e tutte le forme di odio.
Volker Türk, capo dell’Alta Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHCHR), si è detto preoccupato per l’aumento delle discriminazioni nel mondo. Ha affermato: “La storia ci insegna che la denigrazione dell’altro è un presagio di qualcosa di peggiore”, invitando i leader politici a prendere posizione e a non tollerare le violazioni dei diritti umani.
Discriminazione in Germania
Gli episodi di discriminazione in Germania sono sempre più comuni e riguardano situazioni diverse.
Un caso che ha fatto particolare scalpore è quello avvenuto lo scorso maggio in una discoteca di Sylt, al nord della Germania. L’episodio, diventato virale grazie alla pubblicazione di un video di 15 secondi sui social. La sequenza riprende dei ragazzi tedeschi in abiti eleganti che canzonano slogan di destra e imitano gesti nazisti. Il portavoce della polizia di Flensburg, una cittadina al confine tra la Germania e la Danimarca ha dichiarato: “Le accuse sono incitamento all’odio e uso di simboli di organizzazioni incostituzionali. Il video mostra una persona che alza il braccio destro”.
Il saluto hitleriano è reato in Germania, quindi il gruppo di ragazzi tedeschi, già oggetto di indagini per identificazione, rischia un capo di imputazione aggiuntivo. In pochissimi giorni dalla pubblicazione, il video ha raggiunto i piani alti del governo tedesco, che si definisce interessato a prendere provvedimenti. Anche Nancy Faeser ha denunciato l’episodio definendolo vergognoso per la Germania. Nonostante il proprietario del locale abbia fin da subito preso le distanze dagli accadimenti ripresi in quel video, l’incidente ha avuto effetti sull’immagine del locale e dell’isola stessa, che da anni ospita tra gli esponenti dell’alta società e politica tedesca.
La categoria più discriminata in Germania è proprio quella degli stranieri. Sono numerosi i casi di razzismo contro i musulmani registrati dall’Alleanza Contro l’Islamofobia e l’Odio verso i Musulmani (CLAIM). Solo nel 2023 sono stati registrati 1.926 episodi di discriminazione contro i musulmani, sottolineando l’esponenziale crescita che è avvenuta rispetto all’anno precedente. Non si tratta solo di insulti e minacce verbali, ma anche di casi di aggressioni e tentati omicidi, oltre a episodi di vandalismo di proprietà possedute da individui musulmani.
Tra le possibili cause individuate dalla CLAIM c’è l’inasprimento del conflitto tra Israele e Palestina dall’ottobre 2023.
Discriminazione in Italia
Anche in Italia gli episodi di discriminazione sono in aumento, non solo incitamento all’odio, ma anche di razzismo dovuto al colore della pelle o di origine, alle disabilità, all’orientamento sessuale o all’identità di genere. Come in Germania, molte vicende possono essere ricondotte agli enti pubblici, come la polizia che più volte è stata accusata di discriminazione.
Un caso che ha fatto molto parlare in Italia è quello avvenuto a inizio gennaio a Roma, durane il 46esimo anniversario dell’uccisione di tre militanti dell’ala giovanile di quello che era il Movimento Sociale Italiano (MSI). Un video che è stato pubblicato, vengono riprese centinaia di uomini mentre fanno saluti fascisti.
In Italia, la Legge Scelba del 1952 vieta l’apologia del fascismo e la riorganizzazione del partito fascista di Mussolini. Inoltre, la Legge Mancino del 1993 vieta la violenza razzista e l’incitamento all’odio. Due leggi che lasciano pensare che l’episodio ripreso nel video sia da considerare illegale e debbano essere presi dei provvedimenti. In realtà la Corte di Cassazione stabilisce che:
“il saluto romano non è reato se non sussiste un concreto pericolo di ricostruzione del partito fascista […], o sussistano concrete finalità di discriminazione e violenza razziale”.
Una sentenza che ha lasciato l’amaro in bocca a molti, ma non ai sostenitori di Casapound, che al contrario la considerano una vittoria storica.
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Immagine da: Screenshot da YouTube