Il piacere della vita e la bellissima poesia di Friedrich Hölderlin
Il fascino della primavera come giustificazione sufficiente per vivere il malinconico scorrere degli anni. In Il piacere della vita di Friedrich Hölderlin, uno dei più importanti poeti tedeschi (ha vissuto a cavallo di 1700 e 1800) c’è tanta gioia nelle descrizioni di ciò che gli è intorno, quanto tristezza e tormento.
Friedrich Hölderlin, Il piacere della vita
Ancora ritorna in me la dolce primavera
ancora non invecchia il mio cuore infantilmente allegro
ancora scorre la rugiada dell’amore giù dall’occhio mio
ancora vivono in me il piacere e il dolore della speranza.
Ancora mi consolano con dolce incanto
il cielo blu e la verde campagna,
la divina mi porge la coppa dell’ebbrezza,
la gentile, giovane natura.
Fiducioso! Vale i dolori, questa vita
fino a quando per noi poveracci il sole di Dio splende
e immagini di un tempo migliore si librano intorno alla nostra anima,
e ahimè, un occhio gentile piange con noi.
(traduzione di Susanna Mati)
Friedrich Hölderlin, Lebensgenuß
Noch kehrt in mich der süße Frühling wieder,
Noch altert nicht mein kindischfröhlich Herz,
Noch rinnt vom Auge mir der Tau der Liebe nieder,
Noch lebt in mir der Hoffnung Lust und Schmerz.
Noch tröstet mich mit süßer Augenweide
Der blaue Himmel und die grüne Flur,
Mir reicht die Göttliche den Taumelkelch der Freude,
Die jugendliche, freundliche Natur.
Getrost! Es ist der Schmerzen wert, dies Leben
Solang uns Armen Gottes Sonne scheint
Und Bilder bessrer Zeit um unsre Seele schweben
Und, ach, mit uns ein freundlich Auge weint.