A Berlino si celebra Piccolomini, un ponte fra la Germania e l´Italia dell´Umanesimo
di Eleonora Tomassini
Venerdì 22 settembre alle ore 19:15, la Società Dante Alighieri di Berlino ospiterà la conferenza «Guida turistica del 1400: viaggio in Germania con Pio II».
Il prossimo 22 settembre la Società Dante Alighieri di Berlino vi aspetta per una conferenza in italiano, durante la quale sarà la Prof.ssa Maria Giovanna Fadiga, filologa esperta di studi sull’Umanesimo ed editore Nazionale della Germania, a condurvi in un affascinante viaggio nella Germania del 1400 attraverso gli occhi di Enea Silvio Piccolomini. L’evento si terrà presso la sede della Dante nel cuore di Moabit (Oldenburger Str. 46) alle 19.15. Per prenotare, visitate l’evento su Facebook o mandate una email a info@danteberlin.com.
È l’estate del 1457: alla Curia di Magonza (l’attuale Mainz) sembrano essere piuttosto inquieti…
In una lettera ad Enea Silvio Piccolomini (il futuro Papa Pio II) il cancelliere dell’arcivescovo, Martin Mayr, accusa la Chiesa di pretendere troppo dal popolo tedesco. Le continue richieste economiche non fanno che accrescere il malcontento fra la popolazione.
Piccolomini, allora cardinale, non esita a rispondere. Il carteggio che ne deriva dà vita a quell’opera che, pubblicata postuma nel 1496, diventerà famosa con il titolo “Germania”. Se da una parte Piccolomini sfodera le sue abilità retoriche e diplomatiche – per mettersi in buona luce con la Santa Sede – dall’altra scrive un vero e proprio trattato moderno sulla Germania di quegli anni. Complici i suoi vent’anni trascorsi sul territorio tedesco, al servizio dell’imperatore prima, a quello della Curia poi.
La Germania di Piccolomini rispetto a quella di Tacito
Una descrizione talmente appassionata e completa che Piccolomini è stato più volte definito “l’apostolo dell’Umanesimo”. Padre della coscienza nazionale tedesca e della sua unità territoriale e culturale. Sono proprio questi i temi che Piccolomini tocca nel secondo volume della sua Germania. Nel primo affronta questioni ecclesiastiche, nel secondo teologiche. E proprio per queste ultime caratteristiche il testo verrà manipolato nei secoli successivi. Per rimarcare l’aspetto conflittuale nel quadro delle lotte riformistiche di Lutero, quando l’interesse del mondo editoriale volgeva alla registrazione di posizioni antitetiche. Se facciamo un salto indietro nel tempo e consideriamo la Germania di Tacito, non possiamo non fare un’osservazione importante. Se lo storico romano aveva descritto il popolo germanico – antenato di quello tedesco – attraverso lodi ed elogi per la sua purezza primigenia, il Piccolomini ribalta questa visione e ne delinea semmai i tratti originari, rudi e primitivi.
E questo ci riporta alle sue innegabili doti diplomatiche. Il suo intento, in realtà, consiste nel confutare le accuse della lettera di Magonza. In cui si attribuisce alla Chiesa di Roma la colpa del declino in cui versa la Germania. Celebrando il popolo tedesco come esempio di civiltà e di ospitalità, descrivendo le chiese come simboli di bellezza e maestosità. Piccolomini ne attribuisce il merito al Cristianesimo. Senza il quale il popolo germanico sarebbe rimasto ignorante e incivile. Non manca un elogio sullo sviluppo economico e culturale della Germania. Quella cattolica che ha visto scomparire l’analfabetismo di un popolo barbaro. Solo in virtù di questo sviluppo, di questo benessere diffuso, la Chiesa ha preteso ciò di cui si sono lamentati da Magonza. Per di più, la retorica sfoderata dal Piccolomini non nasconde quel suo disegno che vede nel popolo tedesco un valido alleato per la Crociata contro l’Impero Ottomano.
Piccolomini è forse il primo a dare forma al concetto di Europa. In questo caso come unione di popoli simili fra loro, accomunati dalla lingua – il latino – e dal sistema giuridico, in contrapposizione alla barbarie turca. Un’idea di Europa diversa da come la intendiamo oggi, in cui diversità e multiculturalità sono ancora lontane dall’essere considerate ricchezze. Dalle parole del cardinale trapela una profonda conoscenza della Germania, delle sue istituzioni e della sua cultura, di un paese che lo ha accolto e per cui nutre una tangibile ammirazione.
Nato in Toscana. In una famiglia nobile ma decaduta prima della sua nascita, ha colto al volo le opportunità di carriera e di ascesa sociale che lo Stato e la Chiesa tedeschi gli hanno offerto, diventando così un ponte fra i due Stati, Italia e Germania. Una storia poco conosciuta quella di Piccolomini. Prima dell’elezione a Pontefice del 1458, che aiuta a far luce sulle motivazioni che hanno portato allo scisma luterano, ripercorrendo i rapporti fra Germania e Italia. Le cui storie si incrociano in diversi punti.
«Guida turistica del 1400: viaggio in Germania con Pio II»
Venerdì 22 settembre, ore 19:15
Dante Berlin. Oldenburger Str. 46, 10551
Ingresso 7€, gratuito per i soci
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