Dieci cose da non fare a Berlino
10-Non guidare all’italiana. La macchina qui è inutile, o quasi, ma se ve la portate dietro cercate di imparare in fretta che all’interno dei quartieri il limite è 30km orari, sulle strade un po’ più ad alta percorrenza è 50, che non si può sbagliare coda al semaforo e se hai sbagliato ti tocca continuare per la strada sbagliata fin quando non trovi una maniera civile per tornare indietro. La segnaletica a terra qui ha un valore che tutti rispettano. Può essere frustrante all’inizio, e lo è anche un po’ alla fine, ma sono le loro regole ed è meglio l’estremo ordine che il nostro caos in cui, di fatto, tutto è consentito.
9-Non camminare sulla pista ciclabile (che è quella rossa ai lati del marciapiede). A Berlino i ciclisti sono padroni, spesso in sella girano bardati come se dovessero correre la Parigi Dakar con sciarpe, cappelli, scarpini aerodinamici e tutto il resto. Non si ammettono distrazioni da parte dei pedoni che, zitti e mosca, sono destinati a subire scampanellate a 100 metri di distanza e anche, ogni tanto, qualche irritante borbottio detto a mezza bocca (qui non c’è la platealità dell’offesa molto italiana, che almeno ha un valore catartico). Ne parlai anche qui: Ne abbiamo parlato qui.
8-Non ordinare acqua gassata al ristorante se non si vuole subire un salasso. Capita anche di pagare sei euro per una bottiglia di San Pellegrino mentre si è pagato 5 euro per il resto del pasto. Nonostante la Germania sia uno dei paesi che consuma più acqua minerale al mondo e l’acqua in bottiglia al supermercato può costare anche 25 centesimi per un litro e mezzo, al ristorante cambia tutto. Oltretutto spesso ti viene portato un bicchiere già riempito. Per sfuggire a questa “tassa”, o si ordina la birra (che,confermando il più classico dei cliché sui tedeschi, è più economica di ogni altra cosa), o si chiede acqua rubinetto, che qui è buona. La parola magica da dire è Leitungswasser.
7-Non lasciare la mancia sul tavolo, ma darla direttamente al cameriere che presenta il conto. Dovete pagare 17euro e 20 centesimi? Mentre date la banconota da venti euro dite che volete pagare 19 euro. Lui si prende un euro e ottanta di mancia (circa il 10%) direttamente, e vi dà indietro un euro di resto, senza nessun altro scambio di denaro. La mancia non è obbligatoria, è gradita e le considerazioni sul darle o meno sono le stesse che valgono in Italia.
6- Non mangiare italiano. Questa regola vale solo per i turisti e con questo non dico automaticamente che dobbiate mangiare tedesco, a mio avviso si può anche saltare in pieno un menù a base di currywurst, zuppe, knoedel e bistecconi, ma a Berlino vale la pena rischiare con le cucine esotiche. Dall’iraniano al coreano, dal portoghese al nepalese passando per la cucina bulgara, brasiliana e tante altre. I prezzi sono normalmente bassi e non sono cucine che si spacciano per quello che non sono, se si va in un ristorante irakeno c’è davvero un irakeno in cucina e così via. Se a New York e a Londra sperimentare è un lusso che ci si può consentire ogni tanto, qui si mangia fuori anche con 10 euro. Ci sono anche ristoranti italiani molto buoni, ma bisogna davvero venire a Berlino per provare ciò che abbiamo tutti i giorni a portata di mano?Da evitare sono anche i fast food. Qui si mangia ovunque a qualsiasi ora, e la media è abbastanza alta. Meglio un pasto veloce in un imbiss turco che un McDonald’s.
5-Non chiedere un caffè senza specificare che si voglia un espresso o senza controllare di che marca sia la caffettiera ed il caffè offerto. Non siamo in Italia e l’imbevibile bibitone alla tedesca è quanto di più lontano dal nostro concetto di caffé. La regola vale sia se si va in un locale pubblico che a casa di un amico tedesco.
4-Non vestirsi da italiani fichetti per entrare nei locali fichetti di Berlino. Il Kater Holzig e il Bar 25 ieri come il Berghain oggi: se si viene con capello ingelatinato, la giacca di pelle e l’idea del “io son fico e, da italiano, conosco la parola eleganza” beh, le possibilità di entrare sono bassissime. Meglio una maglietta bucata con una macchia di caffè (ho visto gente entrare così al Bar 25) che una bella camicia su impeccabile jeans. Il concetto di cool qui è diverso, almeno se si punta a locali che si possono definire tipicamente “berlinesi”. Poi anche qui ci sono posti in cui bisogna andare in tiro e posti che, per fortuna, non fanno queste stupide selezioni all’entrata, ma ecco, almeno riguardo i primi: vale davvero venire a Berlino per andarci?
Corollario per gli uomini: non fare “i machi” per rimorchiare le tedesche. Le donne tedesche non sono più quelle degli anni ’60 e ’70, sono smaliziate e il mito dell’italiano va ricostruito, non fatto ulteriormente a pezzi con stupide frasi ad effetto. Può funzionare, ma davvero avete intenzione di prendervi 500 rifiuti e facce schifate prima di realizzare la celebre “legge dei grandi numeri”?
3-Non andare ovunque vi dicano che c’è un vernissage di “un amico di un mio amico”. Non sempre tutto ciò che è ribelle ed alternativo alla fine nasconde dell’arte, anzi molto spesso, in molte gallerie e posti arrangiati a gallerie, di “arte” c’è giusto la parola utilizzata dall’artista o dal curatore in questione per giustificare l’ennesima foto in bianco e nero di un cinese che vende chinabox su Oranienburgerstrasse. In una città con la più alta concentrazione sia di aspiranti artisti che di posti a disposizione per una “ausstellung”, il rischio pacco è sempre dietro l’angolo. Se proprio volete rischiare, fatelo almeno in buona compagnia, almeno si può prendere tutto con un po’ di ironia.
2-Non provare a convincere i controllori dei mezzi a non farvi la multa. E’ una perdita di tempo visto che qui i controllori prendono una percentuale sulla multa ed è molto difficile che rinuncino ai loro soldi. Corollario: non comprate biglietti utilizzati, ma ancora validi (magari per un’ora o più) da venditori improvvisati davanti i binari, a meno che i venditori non li conosciate da tempo e vi fidiate. Ogni tanto vengono venduti biglietti falsi e se poi si viene scoperti dai controllori si va davanti al tribunale citati per truffa.
1-Non indossare MAI un calzino bucato. Normalmente qui ci si leva le scarpe quando si entra in una qualsiasi casa. Ancora mi ricordo di quella volta che da autodidatta riuscii a tenere una contorta posizione di yoga per tre ore solo per nascondere il piede sinistro sottola coscia della gamba opposta durante un pomeriggio “tutto a base di tè” a casa di un’amica, con tanto di tappeto su cui appollaiarsi e tutto il resto. Purtroppo, stoicamente, pur di non mostrare a tutti la presa d’aria del mio calzino non mi mossi neanche quando le qualità diuretiche della bevanda cominciarono a presentarsi all’appello. Fu un pomeriggio da incubo. Nel caso abbiate solo calzini bucati nell’armadio e non vi aspettavate di essere invitati da nessuna parte, quando ormai è troppo tardi e siete a casa del vostro amico/amica, imparate a scalare piano piano, senza che gli altri se ne accorgano, la punta del calzino un po’ più avanti fino a che il buco non arrivi sotto la pianta del piede e, con un po’ di tenacia, possiate chiudere a pugno le dita del piede in questione e camminare come se indossaste un paio di infradito.
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