Con l’Arab Film Festival le primavere arabe arrivano a Berlino
Cinque anni fa le primavere arabe non c’erano ancora state.
Cinque anni fa, per molti, il mondo arabo era un’accozzaglia disordinata di stereotipi, molti dei quali negativi.
Cinque anni fa nasceva a Berlino l’Alfilm, Arab Film Festival. L’ambizione era quella di diventare nel tempo uno spazio dove confrontarsi e sfatare tutta quella serie di luoghi comuni e semplificazioni manichee che da anni mettono in cattiva luce la cultura e la società araba in occidente, un po’ come tutte le cose che non si conoscono bene e di cui si ha più timore che sana curiosità.
L’Alfilm,è pensato come una piattaforma dalle varie funzionalità. La prima è quella di mostrare alcuni dei migliori film arabi dell’ultimo anno ad un pubblico che non ha avuto modo di vederli, la seconda è quella di far incontrare pubblico e filmmakers in modo da arricchire ogni proiezione anche di un’esperienza diretta e dal vivo altrimenti irripetibile.
Il festival è organizzato dall’associazione non-profit Cinemaiat – Friends of the Arab Cinematheque e sostenuto da diversi sponsor e partnership importanti. Dura poco più di una settimana, dal 19 – 26 marzo e le location sono il Babylon MItte, l’ Eiszeit Kino Kreuzberg e la Galleria B/B Multiples Mitte. Il programma prevede un mix di lungometraggi, documentari e film più sperimentali e di ricerca. Molte delle storie raccontate si rivolgono al passato recentissimo, se non addirittura presente, dei paesi nordafricani e del medioriente. Ecco allora trame ambientate durante le rivoluzioni civili in Egitto, Tunisia e, soprattutto, Siria, lì dove ancora tutto è in divenire.
Tra i tanti film ed appuntamenti in programma, vale la pena menzionare prima di tutto le opere di due registe.
It was better tomorrow, documentario della regista tunisina Hinde Boujemaa, già presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2012 e Electro Chaabi, docu/film musicale della regista franco/tunisina Hind Maddeb, che racconta la scena electro musical di El Cairo in piena rivoluzione. Interessante deve essere anche Winter of discontent, lungometraggio dell’egiziano Ibrahim El Batout sul i25 Gennaio 2011, ovvero la “Giornata della Collera”, quando in Egitto iniziano le manifestazioni contro il regime di Mubarak, raccontata attraverso il punto di vista di tre persone “comuni”.
Un focus della kermesse sarà incentrato sulla sezione spotlight che prende il titolo di “Della carne e della luce – Il corpo nel cinema arabo”, un excursus storico, sociale, politico ed estetico attraverso tredici film che illuminano le mutevoli rappresentazioni del corpo nel cinema e nella cultura araba.Il programma si completa con una selezione di cortometraggi sperimentali presso la Galleria B/B Multiples Mitte e proiezioni dedicate ai bambini. Tutti i film sono in lingua originale e sottotitolati in inglese.
AlFilm – 5 Arabisches Filmfestival Berlin
19-26 Marzo 2014
La frase del post
Una rivoluzione è un momento unico nella vita, quando il paese che si conosceva cambia da un giorno all’altro.
Hinde Bojemaa