Che fine ha fatto il murale sul Muro di Berlino dipinto da Keith Haring
L’artista newyorkese Keith Haring realizzò sul Muro di Berlino un murales che però è andato perduto. Che fine ha fatto la sua opera?
Era il 23 Ottobre del 1986 quando Keith Haring realizzò la sua opera sul Muro di Berlino. Ciò avveniva davanti agli occhi stupiti degli abitanti e delle guardie dell’ormai ex Repubblica Federale Tedesca.
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Keith Haring e l’invito a Berlino
Keith Haring aveva ventotto anni quando fu invitato dal Mauermuseum (Museo del Muro) di Berlino per realizzare un graffito su una porzione di Muro. L’artista accettò immediatamente l’invito e il suo arrivo nella capitale tedesca divenne un vero e proprio evento mediatico. In molti si precipitarono per vedere personalmente l’artista all’opera, quell’artista geniale che prima di dipingere sul muro della vergogna aveva già usato come tavolozza i muri di mezza città di New York causandogli l’arresto più di una volta. I suoi graffiti avevano come soggetti i Barking Dogs e i Radiant Kids, figure rappresentate dall’inconfondibile linea chiusa. Saranno proprio quest’ultimi ad essere proposti nel ’86 da Keith Haring sul Muro.
L’opera
Il graffito venne realizzato sulla facciata Ovest, perché ad Est era quasi impossibile avvicinarsi al Muro. La base del graffito di Haring era di un colore giallo acceso su cui l’artista dipinse a sua volta una serie di “omini” uniti tra loro dalle mani e dai piedi. Le figure erano realizzate con il colore nero e il colore rosso, colori che richiamavano complessivamente quelli della bandiera tedesca. Il messaggio che Keith Haring voleva lanciare tramite la sua composizione era un auspicio all’unione e alla concordia tra due Stati allora acerrimi nemici. Purtroppo l’opera ebbe vita breve, il graffito di Haring venne in parte coperto con della vernice grigia dopo solo tre giorni. In molti hanno ipotizzato che si trattasse di un segno di protesta contro l’artista perché statunitense, altri (tra cui lo stesso Haring) che altro non fosse che il triste destino di tutti i graffiti: essere temporanei finché qualcun’altro non ci dipingerà sopra.
The Boxers, l’opera di Keith Haring a Potsdamer Platz
Se il graffito sul Muro è andato definitivamente perduto a Berlino, è comunque possibile ammirare un’altra opera di Keith Haring dal nome The Boxers. L’opera è una scultura tridimensionale che raffigura due omini che si colpiscono alla testa e allo stomaco oltrepassandosi l’un l’altro. I modelli sono stati creati nell’atelier dell’artista e trasformati successivamente in sculture di grandi dimensioni in una fonderia e, infine, laccati con colori accesi. L’opera si trova a Potsdamer Platz a pochi passi dalla Philharmonie.
Keith Haring, l’artista attivista
Keith Haring è stato un artista statunitense tra i più influenti sulla scena artistica newyorchese degli anni Ottanta. Nato in Pennsylvania nel 1958 fin dalla tenera età mostra una predisposizione per il disegno. Dopo essersi diplomato nel 1976 si iscrive inizialmente alla Ivy School of Professional Art di Pittusburgh per studiare grafica pubblicitaria, percorso che abbandonerà subito per iscriversi alla School of Visual Arts di New York. Il percorso artistico di Keith Haring si svilupperà proprio nella grande mela dove inizierà a comporre con dei gessetti i primi graffiti nella metropolitana di New York, per poi iniziare a imbrattare i muri dei diversi quartieri della città. Nel 1985 collabora e stringe amicizia con Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, che lo sproneranno a comporre anche su tela. Keith Haring basa complessivamente la sua arte su un concetto molto semplice, abbattere il concetto di arte “elitaria”. “L’arte è per tutti” afferma l’artista più volte durante le sue interviste. Le sue opere affrontano spesso temi quali il razzismo, il capitalismo, e dà anche particolare importanza alla questione dell’AIDS nella comunità gay di New York, malattia che porterà lo stesso Keith Haring alla morte nel 1990.
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Immagine di copertina: © Keith Haring at work in the Stedelijk Museum in Amsterdam, CC BY-SA 4.0