Il boato di Berlino per il gol di Ruiz e gli azzurri che regalano un sogno al Costarica
di Ginevra Gilles
Quando al minuto 44 del primo tempo l’attaccantone Bryan Ruiz (che comunque gioca in Olanda, nel PSV Eindhoven, e non nel Football Club Roccacannuccia…) ha messo il colpo di testa del vantaggio costaricano, a Berlino si è sentito un boato che nemmeno per il gol di Brehme nella finale dei mondiali ’90 contro l’Argentina. Una gioia enorme ha invaso i cuori di tutti i tedeschi, forse felici al pensiero di non doversi rigiocare una partita contro la nostra nazionale. Che ci vuoi fare, direbbe mio nonno, ognuno si prende le soddisfazioni che può…
Insomma è andata male ieri, ma in fondo, forse, meglio così, perchè un mondiale con l’Italia che non soffre francamente non s’era mai visto. Ad aprire i giornali nelle ore precedenti la partita si respirava una calma surreale, emergeva chiaro e tondo come l’esercito di opinionisti, corrispondenti e tecnici in avanscoperta cominciasse a non sapere più quali pesci pigliare, privato della sua sponda più produttiva: la critica a prescindere.
Ma i nostri ragazzi in questo senso non tradiscono mai, e allora eccoli pronti a farsi battere dalla piccola Costarica e le testate di tutto il paese a ripigliare fiato con i 4 in pagella e le liste “i 10 errori di Prandelli” (visto davvero, su repubblica.it) e fa nulla se sino a qualche giorno prima si era parlato di sostituire il presidente Napolitano con il nostro commissario tecnico.
Tutto sommato siamo contenti lo stesso, ragionando in termini sociali e non sportivi abbiamo almeno fatto felice un paese che per intero non fa gli abitanti di Roma e Milano messe insieme ed in cui ancora oggi una parte consistente della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Premesso quindi che nessuno avrebbe mai pensato di andarle a vincere tutte e tre, le partite, meglio aver mandato a casa gli opulenti inglesi ed avere regalato un sogno bellissimo al popolo costaricano: in qualche modo trasversale e inopinato ci ritroviamo responsabili della loro felicità.
Ce la giocheremo con gli uruguaiani, dentro o fuori come piace a noi: giusto così. Tanto, se davvero l’intenzione della nostra nazionale era quella di provare a vincerlo, questo Mondiale, tanto vale provare subito a testarci contro squadre di valore, invece di trastullarci in santificazioni a cinque stelle per un colpo di testa a due metri dalla linea messo dal nostro centravanti che, torno a citarlo, probabilmente avrebbe messo pure mio nonno.
Il copione è sempre lo stesso: esaltazione, brusco ridimensionamento e poi l’infinita tragedia. Vedremo con che finale. Di sicuro i tedeschi continueranno a gufarci ed in fondo bisogna un po’comprenderli: nemmeno a noi starebbe tanto simpatica una squadra che non siamo mai riusciti a battere in una competizione ufficiale dal 1962 ai giorni nostri…
Foto di copertina: © goatling CC BY-SA 2.0