Berlino e quelle poche luci di Natale alle finestre che ti dicono molto sulla città…

di Letizia Perazzini

Cammino spesso qui a Berlino: mi piace, mi aiuta a conoscerla e scoprirla, a respirarla e a capirla, osservo i movimenti, intuisco forse le dinamiche di una città in continua trasformazione, mutamenti che si percepiscono quasi in contemporanea.

Sono arrivata a Berlino nell’agosto del 2012, ma non sono stata sempre fissa qui, l’ho usata un po’ come base muovendomi tra Italia e altri parti del mondo. Credo che questo andirivieni mi abbia aiutato a notare quanto velocemente questa città stia cambiando: è un po’ come un bambino piccolo che se lo vedi tutti i giorni non te ne rendi conto, ma se invece lo incontri anche solo a distanza di qualche settimana ti è subito chiaro quanto sia cambiato.

Da sempre città diversa, si sta riempiendo di genti e umanità varia, ambasciatori di un certo tempo, di una Europa e forse di un mondo che cerca un’alternativa possibile, la possibilità di unirsi alle svariate tradizioni, consuetudini, abitudini, odori, colori che dipingono le strade, i quartieri, che modellano lo stare insieme e creano la comunità, pur sempre molto tedesca, di questa capitale.

In questi giorni di Natale per strade che conosco ormai talmente bene che quasi quasi mi vien da salutare le persone che incontro, noto qualcosa di diverso rispetto all’anno scorso: certo non c’è la neve, il clima è mite, le strade sono illuminate a festa, ma c’è qualcosa di essenzialmente diverso. La sera, camminando, mi intrufolo con lo sguardo dentro questi appartamenti con enormi finestre senza persiane né tapparelle, con tende, se ci sono, leggere e trasparenti come un velo di cipolla. E cerco di capire certe cose che osservo e che mi colpiscono. Sta di fatto che l’altro giorno sono in giro per Graefekiez e noto che molte finestre sono buie, anche se l’ora non è tarda, ma soprattutto scarseggiano gli addobbi natalizi. Un palazzo in particolare mi colpisce e mi chiedo perché un edificio, altbau, borghese, grande, che si allunga su una piccola strada di poco meno di 200 mt abbia solo due finestre, quindi due “famiglie”, illuminate con le tipiche luci di Natale.

I tedeschi impazziscono per il Natale, così come sono sobri ed essenziali nella vita di tutti i giorni, a Natale esagerano e danno libero sfogo allo loro esuberanza. Però proprio per questo, quel palazzo senza luci mi colpisce e cerco di trovare una spiegazione … penso alle strade e alle zone dove ho vissuto l’anno scorso, quando di luci ce n’erano. Quest’anno ne vedo di meno …Beh, mi dico, l’anno scorso però vivevo in una zona più popolare, dove c’erano immigrati sì, ma di seconda o terza generazione, culturalmente tedeschi. E poi c’erano famiglie, bambini, nonni. Dove abito e giro in questi giorni invece sento parlare più spesso un’altra lingua europea piuttosto che il tedesco, i locali sono frequentati da giovani e non più giovani trasferitisi a Berlino solo recentemente, mi pare.

Poi attraverso il Tiergarten e mi sposto in una zona più centrale, al di sopra del fiume, e lì ritorno a vedere le finestre illuminate, trovo le luci colorate, le sagome degli abeti e sento i carillons, voci di bimbi, vedo vecchi sulla sedia a dondolo che bevono il te intingendovi biscotti alla cannella o allo zenzero, sempre troppo burrosi e troppo zuccherosi. E forse allora è questa la spiegazione? Lì, chi ci vive, ci vive per davvero, appartiene al quell’incrocio di strade. Mentre quelli che sono arrivati da poco, niente decorazioni e luminarie alla finestra, niente calendario dell’avvento, niente Natale nell’appartamento di Berlino, perchè probabilmente quell’appartamento è un WG, dove ci si starà solo per qualche settimana, se va bene, qualche mese, ma non è sicuramente ancora Heim.

Potrà mai Berlino essere casa?

Da quando sono qui, ho conosciuto tanta gente di passaggio, gente come me che siamo qui per annusare l’aria, ma fatichiamo a capire la “Kiez culture” e dunque non partecipiamo, non contribuiamo a mantenere e contestualmente  rinnovare quello spirito comunitario e di quartiere che fa Berlino così speciale, unica, calda.

I miei andirivieni continueranno, spero, e mi piacerebbe ogni anno di questi tempi riscoprire una Berlino che si rianima di renne che brillano, le luci ad intermittenza che fanno danzare figure rosse, verdi, blu, di fiocchi di neve che imbiancano il davanzale e i pacchi dono sotto il grande Tannenbaum. Nonostante tutto.

A U G U R I ! ! !

Tip: il mio mercatino di Natale preferito qui a Berlino è in Sophienstrasse, Mitte. Piccolo, intimo, elegante e originale. Lo diceva anche il New York Times nel 2009. Altmodisch bin ich!

Foto di copertina: Last Tree Standing © Sascha Kohlmann CC BY-SA 2.0

 

 

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