Berlino a motore: il Carfreitag tra ribellione urbana e stretta repressiva

La polizia tedesca ha intensificato i controlli in occasione del Carfreitag: decine di sanzioni, sequestri e revoche temporanee della circolazione

La corsa delle automobili è da sempre simbolo di ribellione, inno alla libertà sregolata, l’ideale della Gioventù Bruciata. Con la primavera i motori si risvegliano anche nel cuore di Berlino dove, come ogni anno, il Carfreitag — il tradizionale raduno motoristico che si tiene il Venerdì Santo — segna l’inizio della  cosiddetta stagione del tuning, ovvero la pratica di modificare e personalizzare le auto per migliorarne estetica e prestazioni. Ma le leggi vogliono prevenire e prendono precauzioni.

I quartieri del Carfreitag

In Germania il Venerdì Santo è il Karfreitag — da kara, antico termine tedesco che significa dolore. Ma per gli appassionati di auto estreme, è anche conosciuto come Carfreitag, il venerdì dell’auto, per i raduni non ufficiali di tuner e car poser. È Berlino uno degli epicentri del Carfreitag tedesco, con hotspot consolidati nei quartieri di Spandau, Neukölln e lungo il viale della Sprea, tre aree in cui l’equilibrio tra socialità marginale, cultura urbana e risposta repressiva è piuttosto instabile. Neukölln, in particolare, è noto per le sue comunità multiculturali e per una vivace scena underground. Il 2025, però, ha visto un aumento significativo della pressione da parte delle forze dell’ordine, pronte a fermare il fenomeno prima che prenda piede. Di fatto, la polizia ha principalmente messo in atto una serie di operazioni finalizzate a fermare l’ondata di modifiche non autorizzate e di corse illegali effettuando controlli in tutta la capitale tedesca. Chi viola la legge rischia multe salate, punti punitivi sulla patente di guida, nonché la revoca della patente e la confisca del veicolo.

Il fenomeno del tuning: tra espressione e normatività

Il fenomeno del tuning automobilistico è sentito come una vera e propria necessità espressiva, prolungamento della propria identità. A Berlino, in particolare, questo fenomeno si intreccia con un forte legame alla cultura urbana e alla marginalità, alimentando un senso di comunità tra i partecipanti, che vedono nelle loro auto modificate un simbolo di affermazione personale. Tuttavia, è comprensibile che le autorità prendano precauzioni, considerando i numerosi incidenti stradali che si verificano nella capitale tedesca, per evitare che la corsa automobilistica si trasformi in una corsa mortale. Forse è però lecito domandarsi se si può trovare un equilibrio tra il desiderio di espressione individuale e il rispetto delle leggi. Il controllo sempre più serrato su queste pratiche di modifica rischia infatti di escludere la possibilità di un dialogo tra le autorità e i partecipanti a questa subcultura, che spesso percepiscono le sanzioni come un attacco alla propria libertà.

Tra repressione e resilienza: il futuro del Carfreitag a Berlino

Se da una parte le normative sono sempre più stringenti, dall’altra si avverte una mancanza di spazi di confronto e di dialogo tra le istituzioni e i protagonisti di questo movimento urbano. La storia del Carfreitag a Berlino si intreccia inevitabilmente con quella della città stessa tra il desiderio di ribellione e la necessità di regolamentazione.

 

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