Berlino 1975: il caso di Lorenz, il candidato sindaco rapito dal Movimento 2 giugno
Nel 1975, il rapimento di Lorenz sconvolse il paese: la sua liberazione era vincolata alla scarcerazione di alcuni simpatizzanti
Peter Lorenz, candidato di CDU alla carica di sindaco di Berlino Ovest, fu sequestrato dal Movimento 2 giugno nell’arco di un finto incidente stradale architettato appositamente dai ribelli. Questi utilizzarono il rapimento di Lorenz per chiedere la scarcerazione di sei militanti (e il loro trasferimento in Yemen) e di due persone arrestate a una manifestazione.
I rapitori rinchiusero Lorenz in un seminterrato a Kreuzberg, un luogo che chiamavano la prigione del popolo. Il governo accettò le richieste dei ribelli e Lorenz fu liberato il 4 marzo, dopo una settimana di prigionia.
Nonostante il piano ebbe successo, nei mesi successivi la polizia riuscì a identificare la posizione della prigione e ad arrestare tutti i membri del Movimento 2 giugno, ponendo fine alla loro attività.
Il rapimento di Lorenz e la sua vita da ostaggio
Berlino Ovest, febbraio 1975. A pochi giorni dalle elezioni di un nuovo parlamento, i sondaggi premiavano i conservatori, nonostante i socialdemocratici avessero governato la Berlino dimezzata indisturbatamente per qualche decennio. L’esponente CDU Peter Lorenz, candidato alla carica di sindaco, era al primo posto per consensi.
La mattina del 27 febbraio, a bordo di una Mercedes, Lorenz si dirigeva verso il centro città. Improvvisamente, la macchina fu colta in quello che sembrava uno sfortunato incidente. Un camion si lanciò nell’intersezione: l’autista di Lorenz spinse con forza sui freni, ma una piccola Fiat rossa si scontrò sul suo paraurti posteriori. L’autista non fece in tempo a controllare il danno che un finto addetto ai rifiuti lo tramortì.
Ancora dentro alla Mercedes, Lorenz tentò di scappare dimenandosi, ma gli iniettarono presto un sedativo per fermarlo. Come inquietante favola della buonanotte, i quattro rapitori gli ricordarono del magistrato Günter von Drenkmann, ucciso pochi mesi prima in un tentato rapimento.
I quattro portarono poi la Mercedes in un parcheggio sotterraneo a Kantstraße (Charlottenburg), dove la abbandonarono. Dopo vari spostamenti, Lorenz giunse in quella che sarebbe stata la sua residenza per la settimana: la cosiddetta prigione del popolo, un seminterrato insonorizzato e scarsamente illuminato.
Lorenz chiese allora di parlare con il capo, memore della sua detenzione presso l’Armata Rossa durante la Battaglia di Berlino. I ribelli di guardia gli risposero, tuttavia, che non c’era alcun capo. Poiché molti di loro erano stati in carcere, volevano che la prigione del popolo fosse un ambiente più umano. Lo stesso Lorenz a una conferenza stampa raccontò che si erano comportati tutto sommato rispettosamente, a parte la situazione intrinsecamente violenta. Lorenz poteva chiudere una tenda quando usava il bagno, leggere i quotidiani (ma censuravano le notizie sul suo caso). Gli avevano sistemato un bottone dei pantaloni e avevano giocato insieme a scacchi, dopo aver provato a interrogarlo su degli accordi corrotti tra CDU e gli speculatori del settore immobiliare.
Il Movimento 2 giugno
Il Movimento 2 giugno nacque dalla gioventù del Sessantotto berlinese. Il nome si riferiva agli eventi verificatisi in data 2 giugno 1967. Nel corso di una protesta contro lo Shah di Persia, un agente di polizia sparò contro lo studente Benno Ohnesorg. Ralf Reinders, rapitore di Lorenz, dichiarò:
Puoi difenderti contro le botte, fino a un certo punto. Ma il fatto che qualcuno sia stato semplicemente ucciso con un colpo di pistola, è stato esagerato. […] Questa data sarà sempre un richiamo al fatto che loro hanno sparato per primi!
Così, alcuni attivisti sessantottini si radicalizzarono e decisero di armarsi. Il Movimento 2 giugno prese vita dal sottoproletariato, diversamente dalla Frazione Armata Rossa (RAF) che era di natura più intellettuale. Inizialmente, i ragazzi del Movimento si riunivano nel Consiglio Centrale dei Ribelli Itineranti di Hash, nome satirico che richiamava le loro azioni a supporto dei cannabis clubs per difenderli dai raid della polizia. Il Movimento 2 giugno poi mantenne questo stile populista: durante una rapina, si misero a distribuire caramelle ai presenti.
I rapitori di Lorenz accettavano di comunicare con le task forces solo tramite trasmissioni radio e TV, poiché non volevano nascondere nulla al popolo. Chiedevano il rilascio di due persone arrestate a una manifestazione e di sei membri di vari gruppi armati. I sei dovevano poi essere portati in aereo a Aden (attuale Yemen). Come accompagnatore, doveva esserci anche Heinrich Albertz, cappellano protestante ed ex sindaco di Berlino Ovest.
La scadenza era fissata a lunedì 3 marzo alle 9 del mattino, sennò i rapitori avrebbero messo a rischio l’inviolabilità del prigioniero. Seppure un’ora dopo la scadenza, il lunedì mattina un Boeing decollato a Francoforte portò i cinque prigionieri a Aden (tutti meno uno che non aveva accettato). I due manifestanti arrestati, invece, erano già stati rilasciati di sabato. Giunti a Aden, gli ex detenuti diedero una lettera ad Albertz, che lesse in televisione una volta tornato in Germania. La lettera terminava con le parole “Una giornata come questa, bella come oggi!”: quello era il codice per liberare Lorenz.
La liberazione e le indagini
Nel tumulto del rapimento di Lorenz, gli elettori si recarono alle urne e premiarono il politico con il 43.9% dei voti. A comunicargli la vittoria furono proprio i rapitori, che si congratularono con lui. Tuttavia, Lorenz non divenne poi sindaco, perché il Partito Socialdemocratico formò una coalizione con i liberali (FDP) riuscendo a rimanere al potere.
Martedì 4 marzo, il giorno dopo il volo ad Aden, i rapitori portarono Lorenz al Volkspark di Wilmersdorf nuovamente bendato. Una volta arrivati al parco, lasciarono Lorenz di fronte a un grande albero, con in tasca qualche moneta per usare il telefono pubblico. Il politico era stato finalmente liberato.
Ci vollero otto mesi, poi, per scoprire che la prigione del popolo si trovava in un seminterrato a Schenkendorfstraße 7 a Kreuzberg. Per sei giorni, Lorenz era stato tenuto ostaggio sotto a un piccolo negozio di cui nessuno sospettava. L’attività era di proprietà proprio del Movimento 2 giugno, che vi vendeva vestiti di seconda mano. L’ufficio CDU di Kreuzberg stava proprio davanti all’esercizio, e lungo la strada si trovava anche un importante complesso di polizia.
Venti giorni dopo il rapimento di Lorenz, il Movimento 2 giugno distribuì 30mila opuscoli in tutta Berlino Ovest: si intitolavano il rapimento dalla nostra prospettiva. Il Movimento divulgò anche una lettera che una certa signora Busch aveva rivolto a Lorenz, cercando aiuto per la propria figlia disabile: i rapitori, allora, avevano preso 700 marchi dal portafoglio di Lorenz e li avevano inviati alla donna. Poi pubblicarono anche dei piani segreti, trovati nella ventiquattrore di Lorenz, per alzare i prezzi nel BVG e procedere a licenziamenti di massa nelle aziende statali.
Il Movimento 2 giugno aveva vinto la battaglia con la Repubblica Federale di Germania, ma presto avrebbe perso la guerra. Nell’arco dei successivi mesi, la polizia ne arrestò tutti i membri, molti dei quali ricevettero condanne per 15 anni di reclusione.
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