Berlinale, i film e gli ospiti più attesi dell’edizione 2018
La Berlinale 2018 è ormai alle porte.
Dal 15 al 25 febbraio la capitale tedesca ospiterà uno degli eventi più attesi dell’anno, la 68esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. 19 saranno i film in corsa per l’Orso d’oro che verrà assegnato il 24 febbraio 2018 durante la cerimonia di premiazione presso il Berlinale Palast. Ad aprire il Festival sarà il film d’animazione Isle of Dogs diretto da Wes Anderson. In totale quasi 400 pellicole in dieci giorni di proiezioni.
I film e gli ospiti più attesi
Consistente quest’anno la presenza italiana alla manifestazione. In concorso verrà presentato in anteprima mondiale Figlia mia di Laura Bispuri (Vergine Giurata) con Valeria Golino e Alba Rohrwacher, tutte ospiti del Festival. Ambientato in un piccolo paese della Sardegna, il lungometraggio racconta di Vittoria, una bambina contesa tra due madri apparentemente agli antipodi per personalità, ma unite da un profondo segreto: Tina (Golino) è la madre amorevole che l’ha cresciuta, mentre Angelica (Rohrwacher) è la madre naturale che torna a reclamarla. Nella sezione Kulinarisches Kino (Cinema culinario) vedremo il documentario Lionello e Brunello di Jacopo Quadri, nella sezione Generation Kplus il cortometraggio Cena d’aragoste di Gregorio Franchetti, nella sezione Panorama l’opera prima dei fratelli D’Innocenzo intitolata La terra dell’abbastanza e Land del regista di origine iraniana Babak Jalali, coproduzione internazionale che vede coinvolta anche l’Italia. Tra le Shooting Star europee del 2018 ritroviamo la giovane attrice e cantante Matilda De Angelis (Veloce come il vento, Youtopia, Una vita spericolata), mentre Jonas Carpignano, regista di A Ciambra, sarà membro della giuria per le opere prime.
Quattro sono invece i film tedeschi in concorso: ambientato durante la Seconda guerra mondiale, Transit di Christian Petzold è un adattamento dell’omonimo romanzo di Anna Seghers; In the Aisles è la storia d’amore diretta da Thomas Stuber; 3 Days in Quiberon di Emily Atef racconta un capitolo tragico della vita dell’attrice tedesca naturalizzata francese Romy Schneider; My Brother’s Name is Robert and He is an Idiot di Philip Gröning narra del legame di due fratelli gemelli adolescenti prossimi alla separazione.
Il regista statunitense Gus Van Sant sarà presente in concorso con il film Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot: il lungometraggio è un biopic dedicato al disegnatore John Callahan, rimasto paralizzato a seguito di un incidente, e alla sua riscoperta del disegno come forma di terapia. Callahan è interpretato da Joaquin Phoenix, tra gli ospiti più attesi della manifestazione. A correre per l’Orso d’oro ci sarà anche la commedia western Damsel dei fratelli Zellner con Robert Pattinson e Mia Wasikowska, entrambi attesi sul tappeto rosso berlinese. Per il film d’animazione Isle of Dogs di Wes Anderson, già presente in passato con tre film al festival di Berlino, sono attesi Greta Gerwig, Tilda Swinton e Bill Murray.
Due i titoli francesi in concorso: Eva di Benoit Jacquot con Isabelle Huppert, annunciata tra gli ospiti del festival, e La prière di Cédric Kahn. Eva è un thriller psicologico tratto dall’omonimo romanzo dell’autore britannico James Hadley Chase, mentre La prière racconta la storia di un ragazzo 22enne che tenta di superare la dipendenza da droghe curandosi con la preghiera in una comunità.
Ricordiamo infine Khook del regista iraniano Mani Haghighi, una commedia sulla difficoltà di fare cinema in Iran, e U – July 22 del norvegese Erik Poppe, un lungometraggio che racconta l’attentato compiuto nel 2011 dall’estremista di destra Anders Breivik a Oslo e Utøya.
Fuori concorso verrà mostrato Unsane, il nuovo thriller psicologico di Steven Soderbergh interamente girato con un iPhone. Nella sezione Berlinale Special è stato annunciato Songwriter, film d’esordio di Murray Cummings nonché documentario dedicato al musicista britannico Ed Sheeran. Nella medesima sezione verranno mostrati The Bookshop di Isabel Coixet, The Happy Prince di Rupert Everett e The Silent Revolution di Lars Kraume.
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La giuria
A presiedere la giuria internazionale che stabilirà i vincitori dei premi del Festival sarà il regista, sceneggiatore e produttore tedesco Tom Tykwer (Lola rennt, Cloud Atlas, Babylon Berlin). Ad affiancarlo altri 5 celebri nomi del panorama cinematografico internazionale: l’attrice belga Cécile de France (L’appartamento spagnolo, Il ragazzo con la bicicletta, The Young Pope, Django), l’ex direttore della Filmoteca Espanola Chema Prado, la produttrice di Moonlight Adele Romanski, il compositore giapponese Ryuichi Sakamoto e la critica cinematografica di TIME Stephanie Zacharek.
L’edizione raccontata dal direttore
«I film in concorso alla Berlinale di quest’anno rispecchiano il mondo per quello che è, ovvero complesso, polivalente, ma anche entusiasmante»: queste le parole spese dal direttore del Festival Dieter Kosslick, quest’anno alla penultima edizione del suo mandato. Come dichiarato nella conferenza stampa di martedì 6 febbraio, quest’anno non ci sarà un vero e proprio fil rouge nel programma della manifestazione. «Tuttavia ci sono sicuramente dei temi ricorrenti, come per esempio il coraggio civile, i rifugiati, l’arte e il destino dell’artista» ha spiegato Kosslick sottolineando inoltre il sostegno del Festival al dibattito #MeToo che «segnerà senza dubbio la manifestazione attraverso svariati eventi dedicati al tema della diversity, da intendersi come dibattito sulla discriminazione in generale e non soltanto sulla questione delle molestie sessuali». A chi ha domandato a Kosslick se sia proprio necessario costringere le donne a sfilare sul red carpet indossando tacchi vertiginosi a temperature sotto zero, il direttore ha risposto: «La Berlinale non è mai stato un Festival che ha fatto del glamour una regola. Ognuno dovrebbe vestirsi come meglio crede per potersi sentire a proprio agio. Io certamente non respingerò le donne che sceglieranno di indossare scarpe basse e neanche gli uomini che invece si presenteranno in tacchi alti».
Lista completa dei film in gara
3 Tage in Quiberon (3 Days in Quiberon) di Emily Atef (Germania/Austria/Francia)
Ang Panahon ng Halimaw (Season of the Devil) di Lav Diaz (Filippine)
Damsel di David Zellner e Nathan Zellner (USA)
Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot di Gus Van Sant (USA)
Dovlatov di Alexey German Jr. (Federazione Russa/Polonia/Serbia)
Eva di Benoit Jacquot (Francia/Belgio)
Figlia mia (Daughter of Mine) di Laura Bispuri (Italia/Germania/Svizzera)
Las herederas (The Heiresses) di Marcelo Martinessi (Paraguay/Uruguay/Germania/Brasile/Norvegia/Francia)
In den Gängen (In the Aisles) di Thomas Stuber (Germania)
Isle of Dogs di Wes Anderson (Gran Bretagna/Germania) – Film d’animazione
Khook (Pig) di Mani Haghighi (Iran)
Mein Bruder heißt Robert und ist ein Idiot (My Brother’s Name is Robert and He is an Idiot) di Philip Gröning (Germania/Francia/Svizzera)
Museo (Museum) di Alonso Ruizpalacios (Messico)
La prière (The Prayer) di Cédric Kahn (Francia)
Toppen av ingenting (The Real Estate) di Måns Månsson e Axel Petersén (Svezia/Gran Bretagna)
Touch Me Not di Adina Pintilie (Romania/Germania/Repubblica Ceca/Bulgaria/Francia)
Transit di Christian Petzold (Germania/Francia)
Twarz (Mug) di Magorzata Szumowska (Polonia)
Utøya 22. juli (U – July 22) di Erik Poppe (Norvegia)
Lista completa dei film fuori concorso
Ága di Milko Lazarov (Bulgaria/Germania/Francia)
Eldorado di Markus Imhoof (Svizzera/Germania) – Documentario
7 Days in Entebbe di José Padilha (USA/Gran Bretagna)
Black 47 di Lance Daly (Irlanda/Lussemburgo)
Unsane di Steven Soderbergh (USA)
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Foto di copertina: Berlinale crowd © Maharepa CC BY-NC-SA 2.0