Anche gli ultimi dati dimostrano che se sei giovane e cerchi lavoro è molto meglio se ti vivi in Germania
In seguito alla crisi mondiale il livello di disoccupazione giovanile è cresciuto esponenzialmente.
Eppure, c’è chi ha reagito meglio e chi ancora non mostra segni di miglioramento. L’Italia mostra numeri piuttosto preoccupanti, mentre la Germania è in testa davanti a tutti gli altri paesi europei. Nell’articolo vi mostriamo alcuni grafici e dati riguardo alla disoccupazione giovanile in Italia e Germania, in Europa e nel mondo. I grafici provengono da Statistica, sito che utilizza e interpreta i dati raccolti da Eurostat.
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Quanti sono i giovani disoccupati in Europa
A partire dal 2007, le economie europee si sono fortemente indebolite, in seguito agli effetti della grave crisi mondiale. Tra gli altri fenomeni causati dalla crisi possiamo anche evidenziare l’aumento di disoccupazione giovanile. Dopo il picco (23%) toccato nel 2013, i tassi di disoccupazione di giovani tra i 15 e i 24 anni sono tornati a diminuire. È interessante inoltre notare che dal 2012 i Paesi dell’Unione Europea sembrano aver reagito meglio alla questione dei giovani disoccupati rispetto agli altri Paesi dell’Eurozona. La distanza è rimasta costante negli ultimi 4 anni con due punti percentuali di differenza. Di seguito il grafico con i dati anno per anno.
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Confronto tra Paesi, l’enorme divario tra Germania e Italia
Secondo i dati Istat, la percentuale di under-25 disoccupati in Italia è leggermente diminuita. Tuttavia, non basta vedere il trend in leggero miglioramento. Se diamo uno sguardo ai valori assoluti, i giovani disoccupati in Italia sono ben il 31,7%. Un dato che sconvolge ancora di più se confrontato con gli altri paesi europei. L’Italia è terzultima, peggio di noi solo la Spagna (35%) e la Grecia (42,3%). Senza contare un problema tipico del Bel Paese, di tipo qualitativo più che quantitativo: il lavoro aumenta, ma solo sotto forma di lavoro temporaneo. Questo è quanto si legge sul Sole 24 Ore. L’incremento di 190mila occupati tra 2017 e 2018, giovani e meno giovani, è dettato dalla differenza dall’aumento di 323mila contratti a termine, contro un calo di 51mila contratti a tempo indeterminato. La Germania invece è in testa alle classifiche, con solo il 6,1% di disoccupati nel totale dei giovani tra i 15 e i 24 anni.
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I punti forti della Germania, reali e di facciata
Ci sono più fattori che devono aver giocato a favore dell’occupazione giovanile tedesca. Prima di tutto l’economia visibilmente più forte, grazie alla dinamica attività di export di prodotti tedeschi. Inoltre il sistema educativo tedesco prevede che gli studenti, già a 13-14 anni, scelgano il proprio percorso. Le due alternative sono due. Un percorso per coloro che vogliono studiare anche all’università e una carriera più professionalizzante. La seconda alternativa immette lo studente già alla fine della scuola superiore nel mondo del lavoro, attraverso la cosiddetta Ausbildung (formazione professionale). La scelta della carriera avviene in base alle aspirazioni dello studente ma soprattutto in conformità dei voti ottenuti. Inoltre bisogna ricordare che durante l’Ausbildung lo studente è retribuito, e dunque viene considerato regolarmente occupato. Una scelta di fatto anche strategica: la Germania mostra così livelli di occupazione molto alti, incoraggiando quindi gli investimenti all’interno dei propri confini.
Disoccupazione giovanile a livello mondiale
I dati sull’occupazione giovanile nel mondo non sembrano mostrare segni di miglioramento. Le ripercussioni della grave crisi economica mondiale del 2007 sulle economie dei vari Paesi sono state pesanti. Ovviamente, la crisi ha prodotto anche una maggiore disoccupazione, con percentuali che si aggirano tra il 12,9% e il 13,2% di giovani tra 15 e 24 anni disoccupati nell’ultima decade. Le previsioni per il 2019 inoltre indicano che il tasso di disoccupazione giovanile non diminuirà. La disoccupazione giovanile è sicuramente più diffusa in Medio Oriente e Nord Africa, anche se in realtà queste regioni mostrano alti livelli di disoccupazione tout court. Lo Zimbabwe e il Turkmenistan per esempio sono tra i Paesi con i più alti tassi di disoccupazione al mondo. Queste zone peraltro sono caratterizzate da altissima densità di popolazione, abbinata a un sistema di infrastrutture molto debole rispetto alle regioni industrializzate.
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Foto di copertina: © ALP STUDIO, Waiting by the window, CC BY-SA 0.0.