10 alimenti economici offerti dai supermercati tedeschi che non vale la pena provare
Premesso che la pessima accoppiata cibo spazzatura/prezzi bassi è un leitmotiv dell’offerta alimentare tedesca (ok, esistono i ristoranti che offrono squisite pietanze teutoniche, ma qui si parla dell’alimentazione quotidiana) bisogna ammettere che in tema di inventiva culinaria, il popolo tedesco non ha nulla da invidiare a quello italiano, anche il risultato è sostanzialmente differente.
Il cibo italiano è una garanzia, un modo di vivere e di intendere la gastronomia che ci viene riconosciuto a livello mondiale (vario, genuino, gustoso) perciò è difficile abbandonare le abitudini alimentari con cui si è cresciuti; ma, in attesa dei parenti in visita o dell’arrivo dei pacchi dall’Italia ( a casa mia detti anche “aiuti umanitari” contenenti nel mio caso, ad esempio, l’irrinunciabile panna da cucina…) se si vive in Germania occorre confrontarsi con tipologie diverse di cibo e sapori diversi.
C’è poi chi, per indole, pigrizia, masochismo o in preda ad un estremo atto di coraggio, esplora i supermercati tedeschi con ingenuità e acquista con convinzione prodotti che nemmeno per errore avrebbe comprato in Italia. Io, che non cucino quasi mai, non mi preoccupo troppo di quello che mangio e anche a Milano non consideravo una follia ordinare una pizza e un cappuccino, quindi appartengo a questo gruppo di persone e mi è capitato di testare prodotti alimentari che sconsiglio vivamente a chi non è ancora abbastanza “berlinese”.
1. Noodles
L’industria dei liofilizzati in Germania non credo conoscerà mai crisi e al grido di “datemi un bollitore e conquisterò il mondo” l’offerta di pasta, zuppe, purè e simili impazza.
Su tutto, il noodles: aprite la busta della zuppa Made in China, versate il contenuto e dell’acqua bollente in una ciotola e il pranzo è pronto. Poco importa che abbiate scelto di mangiare una zuppa di granchio, noodles con pollo o l’accoppiata verdure e maiale, il sapore è comunque quello del dado da cucina (ammetto di aver perso il conto di quante serate invernali si siano concluse davanti ad uno di questi piatti).
Costo della confezione – 0,45€
2. Pizza/Pane/Cotolette Hawaii (ovvero prosciutto e ananas)
Superato lo shock per cui si legge “Havai”, l’accoppiata prosciutto-ananas diventerà rassicurante quanto il ragù fatto dalla mamma. Troverete questo gusto declinato per ogni sorta di alimento, dal pane, alle cotolette, alla pizza. Buonissimo: peccato solo si ostinino a chiamarla “pizza”.
Costo medio pizza hawaii 26cm – 2,50€
3. Solubili
Come già scritto, non siete veri Berliner se non disponete di un bollitore. Ne possedete uno? Allora vi siete ormai abituati ad accompagnare qualche bevanda solubile (chai latte, caffè, cappuccino ) a quello che avete cucinato. Se invece volete bere un bicchiere di latte, potete sbizzarrirvi con le polveri: qui il concetto di latte al cioccolato è superato: potete aggiungere alla vostra salutare bevanda della banana, del cocco o della fragola, rigorosamente in polvere. Non c’è traccia di frutta all’interno, ma il latte rosa è bellissimo!
Costo della confezione 500gr – 1,99€
4. Prosciutto cotto
Sugli affettati servirebbe un articolo a sé, ma se sarete capaci di rimuovere dai vostri ricordi il sapore di un vero salume, potrete godervi una colazione con del bel prosciutto cotto brillante (è lucido, giuro) e presumibilmente vegetariano (sa di plastica, viene da pensare non sia di origine animale ).
PS. Consiglio la variante con peperoni e olive all’interno.
Costo confezione 500gr – 0,85€
5. Maracuja
Caduto il muro, il popolo tedesco dell’Est ha scoperto i frutti esotici.
Il maracuja è un frutto e di per sé non farebbe nemmeno schifo; il problema è riuscire a trovare alimenti che non lo contengono (latte, yogurt, cioccolato, gelato, formaggio, acqua aromatizzata, qualsiasi altra cosa)
Costo yogurt – 0,39€
6. I biscotti al limone (la norma, al cioccolato non esistono)
I biscotti sono un grosso problema per questo paese. O meglio, per un italiano che ci vive. A parte l’assenza quasi totale di frollini con le uova (per intenderci, i biscotti meno buoni che vi vengono in mente sarebbero un sogno per chi come me si è abituato ad inzuppare nel tè tavolette di burro che qui ci vendono come “keks”) se non si vuole morire per una trombosi o per livelli da guinness di colesterolo alto, si acquistano i wafer. Il perché trovarli (produrli) semplici al cioccolato sia quasi un miracolo resta, ad oggi, un mistero.
I gusti che di norma trovate sugli scaffali sono: limone, fragola, cappuccino. Il wafer sa di cartone.
Costo confezione – 1,50€
7. I succhi di frutta fosforescenti
Sorvolando sulla difficoltà di poter acquistare dei succhi di frutta a cui siamo abituati (qui impazzano guava, rabarbaro e, -sorpresa!- maracuja) succede che si ceda alla confezione formato famiglia di “Capri Sonne” (letteralmente, “sole di Capri”…) succhi in comode monoporzioni (buste/sacche simili a flebo) con rassicuranti immagini di limone, arancia e pera, dai gusti apparentemente normali. In realtà sanno di sciroppo per ghiaccioli, diluito (li fanno bere anche ai bambini, povere creature).
Costo confezione – 3,00€
8. Il formaggio alla fragola
Il formaggio spalmabile alla fragola. Non serve aggiungere altro.
Costo confezione 250gr – 1,20€
“Beh, si trova anche in Italia” direte voi. Ma parliamo di un’altra cosa.
Ammetto, non ho mai avuto abbastanza coraggio per comprare i ravioli con ripieno di carne (carne?) ma acquisto frequentemente i tortellini di magro. La ricotta e gli spinaci illustrati sulla confezione credo servano per indurre a pensare che siano stati davvero utilizzati per la preparazione, ma posso assicurare che non è così.
L’interno dei ravioli è solitamente giallino, tendente al verde se avete acquistato un pacchetto “fortunato” e comunque si fatica a trovarlo, imprigionato nei circa 20 cm di spessore della pasta. Questo sconsiderato impiego di chili di pasta implica che non ci si può fidare dei tempi di cottura indicati: i quattro minuti previsti non corrispondono al vero. Potete aspettare invano che vengano a galla, ma credo invecchiereste nell’attesa. Vi do una dritta: dopo circa nove minuti potete scolarli. Certo, il ripieno é ormai scotto e in molti casi fuoriuscito, ma almeno riuscirete a masticarne anche l’esterno. Ah già…ora dovreste condirli. Ma questa è un’altra storia.
Costo confezione 250gr – 2,00€
10. Monoporzioni in bustina
D’accordo, forse la prendo sul personale perché a casa mia il riso è una cosa seria, non si compra nemmeno al supermercato ma nei sacchetti di tela, direttamente dal coltivatore, ma qui si passa da un eccesso all’altro.
Il riso confezionato c’è, ma costa parecchio e non è in ogni caso quello adatto ai risotti. Né alle insalate, a dire il vero. La soluzione unica teutonica è il riso monoporzione, in busta.
La busta va inserita in acqua bollente per cinque minuti poi estratta, forata con una forchetta (per permettere che l’acqua scoli) e poi infine aperta completamente, perché possiate godervi il riso, che di solito rimane ancora un po’ crudo.
Sempre inteso che non vi siate dovuti allontanare dalla cucina per ricoprirvi di pomata, dopo esservi ustionati nel portare a termine l’operazione!
Costo confezione, cinque buste – 0,89€
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