Aggrappiamoci alla Merkel, unico vero leader europeo anti-Trump
La cancelliera tedesca Angela Merkel si è pronunciata contraria al nuovo decreto immigrazione introdotto dal neopresidente americano Donald Trump. Il provvedimento impedisce per tre mesi l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi musulmani (Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen).
Come riporta DW, Merkel ha dichiarato che la Germania farà tutto ciò che è in suo potere per aiutare i cittadini musulmani interessati dal blocco voluto da Trump. Con questa presa di posizione, Merkel non si limita a confermare la linea della politica dell’accoglienza. Così facendo la cancelliera si presenta come unico vero leader europeo a dichiararsi esplicitamente contrario ai provvedimenti del neopresidente americano, discostandosi così dal primo ministro britannico May che nonostante le crescenti proteste ha confermato l’invito rivolto a Donald Trump, da un’Italia troppo presa da questioni interne per schierarsi apertamente e dalle eccissivamente timide dichiarazioni europeiste del presidente francese Hollande. Dal momento della sua introduzione, il Travel Ban ha suscitato indignazione a livello internazionale e seminato il caos negli aeroporti statunitensi. Quattro giudici federali degli Stati Uniti si sono mobilitati per fermare le espulsioni.
La posizione di Angela Merkel
«La lotta al terrorismo, per quanto necessaria, non giustifica in alcun modo la discriminazione nei confronti di chi proviene da Paesi a maggioranza musulmana» ha commentato Merkel. Nota per la sua politica di accoglienza nei confronti dei rifugiati, la cancelliera tedesca ha sottolineato che il Travel Ban di Trump è in contrasto con le regolamentazioni previste per l’aiuto internazionale ai rifugiati. «La cancelleria e il ministero degli esteri faranno tutto il possibile per rappresentare, sia legalmente sia emotivamente, chi è stato colpito dall’altolà di Trump, specialmente chi è in possesso di doppia cittadinanza» ha dichiarato Merkel.
«Una crociata contro i diritti civili»
Tra coloro che sono stati colpiti dal Travel Ban c’è Omid Nouripour, politico iraniano-tedesco che ricopre la carica di vicepresidente del gruppo di amicizia parlamentare Germania-Stati Uniti. Nato a Tehran nel 1975 e emigrato in Germania nel 1988, Nouripour è cittadino tedesco dal 2002 e fa parte del Parlamento dal 2006. Nouripour attribuisce le vere ragioni del Travel Ban a uno «sporco simbolismo che sta avvelenando la società odierna» e non a motivi di sicurezza, come invece sostiene il presidente statunitense. A questo sarebbe da ricondurre anche la strategica esclusione dal decreto di Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, anche se il presidente americano la presenta come tecnica per “tenere a bada” i terroristi. Katja Kipping, leader del partito d’opposizione Die Linke, ha annunciato che la sua formazione politica cercherà appigli legali per contrastare il il decreto: con un tweet Kipping ha chiesto alla cancelliera di presentare una protesta formale alle Nazioni Unite tramite l’Unione Europea. «Se Merkel non fa qualcosa di concreto, ogni cittadino avrà il diritto di denunciare alla Corte di Giustizia Europea la mancata presa di posizione. Siamo di fronte a una crociata contro i musulmani, ma anche contro i diritti civili» ha concluso Kipping.
La posizione del primo ministro canadese Justin Trudeau
Il provvedimento di Trump è stato oggetto di critiche non solo da parte di Merkel, ma anche del primo ministro canadese Justin Trudeau che con un tweet si è rivolto ai migranti colpiti dal Travel Ban: «A chi fugge da persecuzioni, terrore e guerra, i canadesi vi accoglieranno, a prescindere dalla vostra religione. La diversità è ciò che ci rende forti».
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Foto di copertina: Angela Merkel © Metropolico.org CC BY-SA 2.0