Inchiesta: affitti a Berlino. I prezzi medi, le leggi “anti turisti” e le truffe.

Limitare il prezzo degli affitti a Berlino. E’ questo il proposito della legge “Mietreisbremse” (letteralmente “freno affitti”) entrata in vigore lo scorso 1 Giugno, che ha già visto i suoi effetti sul mercato immobiliare. Secondo i dati pubblicati da Immobilienscout24 da luglio a giugno 2015, si è registrato un abbassamento del 3,1% in netta controtendenza rispetto ai progressivi rialzi  degli anni passati.  La nuova legge mira a frenare i rincari selvaggi. I proprietari non possono aumentare più del 10% la quota mensile di affitto stabilita dall’ Organismo di Regolamentazione ( una sorta di valore catastale; quello che in Italia era chiamato equo-canone) per ciascun distretto in città.  In sostanza i proprietari sono ancora in grado di aumentare l’affitto, ma possono farlo solo in modo graduale e controllato.

Le ragioni della legge. Mentre nel 2005 il prezzo medio per metro quadrato di un appartamento berlinese corrispondeva a 5,50 €, negli ultimi 10 anni tale prezzo si era quasi raddoppiato, arrivando a quota 9 € per metro quadrato. La legge è nazionale, ma il caso di Berlino ha portato gli amministratori comunali a farne la prima città in Germania ad introdurla.Attualmente il 47% della popolazione di Berlino vive in una casa in affitto.La storia, la bellezza, l’anima liberale ma anche la promiscuità di Berlino sono una calamita per tante tipologie diverse di persone in visita nella capitale. La capitale tedesca ormai è diventata meta sempre più ambita da tutto il mondo. Non solo quindi residenti, studenti e lavoratori che qui sono stati trasferiti da altre parti della Germania, ma anche “turisti” qui di passaggio per periodi dal weekend al paio di mesi. Sono persone che mettono in preventivo di spendere senza farsi troppi problemi. Si vogliono godere la città e grazie a portali come AirBnb contribuiscono a rendere sempre più care e difficili da ottenere camere o case un tempo a disposizione di chi qui ci vuole vivere. Per ovviare a tale situazione il senato cittadino ha deciso di fare entrare in vigore una nuova legge.

La Zweckentfremdungsverbot: successo o fallimento? In vigore dal Primo Maggio 2014, tale legge, impone il divieto di affittare appartamenti a turisti senza il permesso della relativa circoscrizione territoriale, con sanzioni che vanno dai 1000 ai 50.000 €. Sicuramente un modo per scoraggiare  determinate tipologie di affitto “ibride” come quelle praticate dalla già citata AirBnb, ma anche le speculazioni immobiliari e gli affitti in nero. Purtroppo, ad oggi,  tale legge non ha sortito i suoi affetti in maniera ottimale. Secondo i calcoli della circoscrizione di Mitte, soltanto una casa vacanze su quattro è regolarmente registrata, e su circa 23mila appartamenti che si trovano sui diversi siti specializzati ( come Airbnb e simili) neanche 6mila sono regolari e ben 17mila non sono registrati. Lo Stato Tedesco vuole agire su tali irregolarità  per abbassare la pressione del mercato immobiliare. Sfortunatamente non si vedono ancora gli effetti di tali propositi nel concreto.

Trovare casa a Berlino. Il caro affitti non è l’unico problema per chi- straniero –  vuole vivere a Berlino. Le difficoltà arrivano non soltanto dalla lingua o dalle garanzie lavorative e monetarie richieste (spesso una busta pagata tre volte del valore dell’affitto e garanzie di liquidità), ma anche dall’estrema confusione che ruota intorno alla ricerca di una casa. La possibilità di subaffittare un appartamento in maniera legale è una delle leve maggiori che contribuiscono alla speculazione. C’è chi non fa contratto, chi li fa online, ma poi scompare al momento della chiavi, chi non restituisce la caparra e chi (succede anche questo) ruba gli averi del coinquilino per poi scomparire. Non è una situazione drammatica, ma le denunce di truffe sono in crescita (leggi 10 consigli per non essere truffati quando si cerca una camera o una casa a Berlino) e per rendersene conto basta dare un’occhiata ai tanti forum di espatriati su Facebook che si lamentano di esserne rimasti vittime. Forse il Burgeramt – l’ufficio circoscrizionale che rilascia l’anmeldung (registrazione) di residenza – dovrebbe essere più vigile su chi dichiara di avere un alloggio a Berlino senza però dimostrare di avere un contratto legale (ovvero con i nomi di entrambi i contraenti) con l’affittuario cosa che al momento non esiste. La Germania, e Berlino in particolare, sta godendo di una popolarità internazionale che, forse, dovrebbe cercare anche di tutelare partendo dai suoi nuovi e vecchi cittadini. Nessuna città è mai stata “cool” per sempre.

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Photo: © Alexander Cahlenstein

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