Affittare un appartamento a Berlino è difficile. E Airbnb dichiara “guerra” al comune
Si inasprisce il conflitto tra Berlino ed Airbnb.
Fondato a San Francisco nel 2008, Airbnb è una community online che permette a chi viaggia di trovare una soluzione più economica dell’hotel. Molti sono convinti del fatto che le piattaforme di intermediazione come Airbnb abbiano effetti negativi sul mercato degli alloggi. La cosiddetta sharing economy è così diventata un tema all’ordine del giorno in molte città del mondo. Berlino ha già messo mano al meccanismo degli alloggi, creando sempre più problemi ad Airbnb. A maggio 2016 è stata approvata la cosiddetta legge “anti Airbnb”, concepita per proibire l’uso non abitativo di un appartamento (Zweckentfremdung von Wohnraum), cioè vietando l’affitto di interi appartamenti e consentendo l’affitto di singole camere a patto che il proprietario viva nella casa.
Airbnb e la campagna contro la politica di Berlino
Di recente Airbnb è intervenuta di nuovo sulla questione del divieto, attaccando la politica del Senato di Berlino e i vari distretti. Come riportato da Tagesspiegel, Airbnb ha attuato una campagna di informazione sull’home sharing: il portale ha realizzato manifesti in cui i proprietari di casa interessati dal divieto si pronunciano in merito. In particolare la campagna fa riferimento a una controversia di alcune settimane fa con il tribunale di Berlino sull’affitto delle case vacanza nella capitale. Isabelle Klot, portavoce di Airbnb, lamenta «scarsa chiarezza e differenziazione nel divieto all’uso non abitativo di interi appartamenti a Berlino»: in particolare secondo Klot non si distinguerebbe tra chi affitta la propria abitazione privata soltanto in periodi specifici di assenza per motivi lavorativi o personale e chi invece affitta “di mestiere”. L’attacco di Airbnb avviene quasi un mese dopo che il tribunale amministrativo ha permesso ad un berlinese di Pankow di affittare il suo appartamento per 182 giorni all’anno. Il distretto aveva rilevato una violazione della legge, ma alla fine le parti si sono accordate, riconoscendo le ragioni del proprietario di casa.
Una legge più chiara
Nonostante la sentenza sul caso di Pankow, secondo l’ufficio comunale per lo sviluppo urbano si è tratto di un caso eccezionale e non c’è un ammorbidimento del divieto d’uso non abitativo di un appartamento. La legge però è comunque in fase di revisione, per rendere ancora più sicura la questione degli affitti. Questo è quanto affermato dalla portavoce dell’amministrazione per lo sviluppo urbano, Petra Rohland. Il direttore di Airbnb per la Germania Alexander Schwarz ha affermato che «la libertà della capitale tedesca si riflette anche nell’uso degli alloggi privati» e che «l’home sharing rappresenta un utilizzo efficiente dello spazio abitativo». Il dibattito sugli appartamenti in affitto a Berlino resta dunque aperto e acceso: i berlinesi vogliono quindi regole più morbide e soprattutto più chiare per l’home sharing.
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Foto di copertina: © CC 0