Proteste a Berlino: il campo pro-Pal*stina vince in tribunale e torna davanti alla sede del governo
Il campo di protesta “Vereint für Palästina!”, attivo da metà giugno su una zona verde nei pressi della Cancelleria tedesca, potrà tornare nella sua posizione originaria. Lo ha stabilito il tribunale amministrativo superiore di Berlino-Brandenburgo, a condizione che venga rispettato il silenzio.
La decisione arriva dopo una lunga disputa legale tra i manifestanti e la polizia berlinese. Il campo, che da settimane protesta contro l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, era stato inizialmente spostato su ordine della polizia a causa delle ripetute violazioni delle norme sul rumore. In particolare, veniva contestato l’uso di megafoni, tamburi e impianti di amplificazione, soprattutto nelle ore serali e notturne.
Il trasferimento forzato del presidio sul Washingtonplatz, davanti alla stazione centrale, aveva però suscitato le proteste degli organizzatori, che hanno presentato ricorso urgente presso il Verwaltungsgericht (VG) di Berlino. Il tribunale ha dato loro parzialmente ragione, stabilendo che sarebbero bastate misure meno invasive, come il divieto di utilizzo di strumenti rumorosi, per evitare la rimozione del campo.
La polizia perde in appello
La polizia ha quindi presentato appello, ma anche il Oberverwaltungsgericht (OVG) ha confermato la decisione del tribunale di primo grado, respingendo il ricorso come infondato. Secondo i giudici, la decisione della polizia è stata disproporzionata e viziata da un errore di valutazione. Il tribunale di Berlino ha inoltre riconosciuto che la posizione davanti alla Cancelleria è di particolare rilevanza simbolica per i manifestanti, e che non vi erano prove concrete che non avrebbero rispettato i limiti imposti.
In concreto, il campo potrà rimanere vicino al Bundeskanzleramt solo se non verranno usati megafoni, altoparlanti, tamburi o altri strumenti per produrre suoni forti. Il provvedimento del tribunale è definitivo e non impugnabile.
Un caso che divide
La questione ha suscitato forti reazioni nell’opinione pubblica tedesca. Molti commentatori sui media conservatori, come il quotidiano Welt, criticano la decisione dei giudici, accusandoli di eccessiva indulgenza verso una protesta vista da alcuni come politicizzata o ideologicamente schierata. Alcuni commenti parlano di “attivismo giudiziario” e di una Berlino “fuori controllo”.
Al di là delle polemiche, il caso mette in evidenza l’equilibrio delicato tra diritto alla protesta e ordine pubblico, e mostra come anche le questioni giuridiche legate alle manifestazioni politiche siano al centro del dibattito in Germania.
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