La Germania di Merz vuole sospendere il diritto di voto dell’Ungheria sugli affari europei

La coalizione di Friedrich Merz è intenzionata ad agire concretamente nei confronti dell’Ungheria di Orban. Si pensa già alle sanzioni

La coalizione entrante di Friedrich Merz si è insediata da poco tempo e ha già dichiarato la volontà di  cambiare atteggiamento nei confronti dei paesi, come l’Ungheria, sovvenzionati fino ad adesso dall’UE, nonostante le continue violazioni delle norme comunitarie.  Il leader tedesco è quindi intenzionato a sospendere al paese il diritto di voto e trattenere i fondi europei, secondo un documento visionato da POLITICO.

Il contesto politico ungherese

La coalizione centrista Cdu-Csu guidata da Friedrich Merz ha vinto le elezioni del 23 febbraio scorso, raggiungendo una percentuale pari al 28,6% dei voti. Merz ha promesso di formare un governo stabile entro la metà di aprile, ma intanto sembrano già delinearsi alcune delle linee guida della sua leadership. Infatti, Merz ha promesso il pugno duro nei confronti dei paesi che non rispettino le norme europee, e il riferimento al Primo Ministro ungherese è evidente. Infatti l’Ungheria da anni ha dato prova di una politica autoritaria e ultraconservatrice, che identifica nella Russia il proprio principale alleato. Si pensi, ad esempio, alla stretta alle libertà democratiche, la criminalizzazione del dissenso e dell’immigrazione, ma anche all’eliminazione graduale del carbone, con la chiusura totale della miniera Mátra entro il 2030. L’amicizia di Budapest nei confronti di Mosca si è manifestata nell’ imporre il potere di veto al fine di bloccare le sanzioni contro gli oligarchi e i capi militari russi.

Le misure europee volte a contrastare la politica autoritaria ungherese

Già nel 2018 l’Unione europea aveva cercato di contrastare la politica autoritaria ungherese. Infatti, essa aveva avviato il primo procedimento previsto dall’ articolo 7  conosciuto come “procedura nucleare”. Con quest’ultima si intende la sospensione del diritto di voto sulle decisioni dell’UE per i paesi che rischiano di violarne i valori fondamentali.  In particolare nel caso ungherese quelli relativi alla libertà di espressione, alla libertà accademica, ai diritti delle minoranze e dei rifugiati. Tale provvedimento era stato avviato l’anno precedente anche nei confronti della Polonia.
Inoltre nel 2022 la Commissione europea aveva avviato un procedimento per sospendere l’assegnazione di un fondo europeo pari a 22 miliardi all’Ungheria, a causa delle continue violazioni del paese dei diritti umani e dell’ostacolo all’indipendenza della magistratura. Tuttavia, quest’ultima disposizione era stata successivamente ritrattata dalla Commissione europea ritenendo che l’Ungheria si fosse impegnata ad adottare le misure richieste dall’UE e prevedendo lo scongelamento di una parte del fondo pari a 10,2 miliardi di euro. Budapest si era infatti impegnata a rafforzare il ruolo e i poteri del Consiglio nazionale della magistratura, affinché quest’ultima supervisionasse l’amministrazione dei tribunali ungheresi, e l’indipendenza della Corte suprema.

Le soluzioni proposte da Merz volte a contrastare l’autoritarismo ungherese

Per far fronte ad una situazione così complessa la neocoalizione tedesca guidata da Friedrich Merz si impegnerà, con l’ausilio del  Triangolo di Weimar – un’alleanza commerciale nata nel 1991 Francia, Germania e Polonia – a vigilare maggiormente sulla scena europea e a contrastare le spinte più autoritarie, come quelle ungheresi.
Merz infatti ha promesso di risanare questa alleanza che si era deteriorata durante il governo della scorsa coalizione guidato da Olaf Scholz dell’SPD. Inoltre il capo di governo conservatore ha rassicurato sul fatto che la Germania cesserà di avere quel ruolo di astensionista su questioni fondamentali per cui è notoriamente conosciuta in UE. Tuttavia le file di conservatori hanno espresso la loro posizione scettica riguardo a questa dichiarazione. Infatti, ritengono che Merz debba poter esprimere più liberamente la posizione della Germania, soprattutto su questioni UE di grande importanza.

Leggi anche: Immigrazione: CDU e AfD tra alleanza politica e calcolo elettorale

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 212 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su FacebookInstagram e Twitter