Come essere anti politiche green in Germania spinge alcuni elettori a votare a destra
Dalla Germania al resto d’Europa, l’ecologismo retrocede a favore del greenlash, con la destra anti-green che guadagna consensi
Il greenlash, fenomeno di opposizione crescente alle politiche ambientaliste, si sta diffondendo in Europa. Nel 2019 il cambiamento climatico infiammava le piazze, ma la guerra in Ucraina e l’aumento del costo della vita hanno poi frenato l’entusiasmo per la transizione ecologica, mentre si è spostata l’attenzione su immigrazione e sicurezza.
La vittoria della destra in Germania si è affiancata alla sconfitta di SPD e Verdi, punto di riferimento del governo uscente sul clima. Per quanto le elezioni si siano giocate su immigrazione e sicurezza, un’analisi più approfondita mostra come gli elettori tedeschi siano sempre meno convinti sulle politiche green.
Negli altri paesi europei si riscontrano trend simili. Dall’Italia alla Svezia, quella destra che si identifica anche con il negazionismo climatico sta crescendo a vista d’occhio. Ma non è tutto oro quel che luccica: i sondaggi raccontano la consapevolezza dei cittadini europei riguardo al cambiamento climatico.
Greenlash, uno scenario profondamente diverso dal 2019
La diffusione del greenlash è particolarmente significativa se confrontata con il contesto delle elezioni europee del 2019. I giovani si riversavano nelle piazze e chiedevano a gran voce un’azione credibile di contrasto al cambiamento climatico. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen paragonava il Green Deal europeo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, con l’Europa che sarebbe stata il primo continente a raggiungere la neutralità climatica.
Negli anni a seguire, tuttavia, l’invasione russa dell’Ucraina ha stravolto l’agenda politica: l’impennata dei costi della vita e dell’energia ha reso impopolari le impegnative riforme della transizione ecologica. I partiti di destra hanno intercettato rapidamente il malcontento pubblico in linea con il loro pensiero politico, e la preoccupazione per il cambiamento climatico ha smesso di veicolare il voto degli elettori.
In Germania una sconfitta per i partiti green
Difficilmente si può dire che il greenlash sia stato determinante per il successo della destra alle elezioni tedesche. Tuttavia, è indubbio che l’entusiasmo per i partiti green sia diminuito: SPD si è collocata ai suoi minimi storici, e i Verdi hanno registrato un moderato calo dei consensi.
I temi predominanti di questa campagna elettorale sono stati immigrazione e sicurezza, che hanno messo in secondo piano ogni riflessione sul cambiamento climatico. Il 50% degli elettori si è affidato a CDU/CSU e AfD, la destra che oggi propone una stretta sugli ingressi e una spinta sui rimpatri. Ma questi partiti puntano anche a un’inversione sui processi di decarbonizzazione e di transizione energetica, sostenendo che così possa ripartire l’economia.
Sorgono dunque molti dubbi sulle possibilità del prossimo governo di continuare sul sentiero già battuto dell’ecologismo, ma buona parte dell’elettorato non sembra lamentarsene. Un’analisi mostra che quasi il 75% degli elettori di AfD si oppone a un’azione climatica più incisiva, mentre anche tra i sostenitori della CDU/CSU il consenso su queste politiche è in calo. Deggendorf è un caso simbolo: molti elettori attribuiscono ai Verdi la chiusura della cartiera Plattling, e infatti AfD, CDU/CSU e i liberali hanno ottenuto più voti qui che in qualsiasi altra area della Germania.
Come una fortezza si erge invece la capitale Berlino, dove il 51% ha votato per die Linke, SPD o Verdi. Questi partiti integrano nel loro programma proposte ambiziose per la protezione dell’ambiente. Tuttavia, per quanto popolosa, i risultati della capitale non rappresentano l’intero paese.
Comprendere se la generalità degli elettori sia contraria alle politiche green è importante per prevedere l’impegno del prossimo governo per il clima. Markus Kollberg, scienziato politico della Università Humboldt di Berlino, ha affermato che
Questi elettori possono essere convinti con una narrativa pro-clima conservatrice […] Gli elettori di destra sono maggiormente interessati ai prezzi dell’energia, alla sicurezza energetica e al suo impatto sulla crescita economica.
L’Europa volta le spalle all’ambiente
La Germania non è la sola a ritrattare il suo impegno per l’ambiente: anche altri paesi europei vivono trend simili.
In Italia, il leader della Lega Matteo Salvini ha più volte criticato il divieto di vendita di auto a diesel e a benzina per il 2035 come una concessione all’industria automobilistica cinese.
Nei Paesi Bassi, gli obiettivi governativi di ridurre le emissioni di ossido di azoto si sono scontrati con le proteste degli agricoltori. La situazione di tensione ha migliorato la posizione del Movimento civico-contadino (BBB), con orientamento di destra ed euroscettico che attualmente sostiene il governo Schoof.
La Svezia, a lungo la capofila in termini di politiche ambientali, sta rallentando sensibilmente il suo impegno a riguardo. Infatti, il partito di estrema destra dei Democratici Svedesi appoggia l’attuale governo Kristersson ed è importante per la sua sopravvivenza.
Nonostante questi esempi, un Eurobarometro di maggio 2024 mostra come gli europei abbiano in realtà coscienza del cambiamento climatico. Il 78% degli intervistati ha detto che il cambiamento climatico ha un effetto sulla loro quotidianità e l’84% ha detto che la legislazione europea è necessaria per proteggere l’ambiente. Tuttavia, solo una contenuta maggioranza del 58% ha detto che voleva accelerare sulle rinnovabili e sulla transizione economica.
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