Biodeutsch, la parola più brutta dell’anno in Germania nata per ironia e usata dai razzisti

Nel 2024 la parola Biodeutsch è stata definita la parolaccia dell’anno. Uno sguardo più approfondito al termine rivela sfumature razziste

Nella classifica che si tiene annualmente a Marburgo, l’Unwort des Jahres, la parola più brutta dell’anno l’ha vinta Biodeutsch, traducibile letteralmente come bio-tedesco. La giuria di linguisti afferma come il termine sia carico di forti connotazioni razziste che possono favorire la glorificazione della purezza etnica tedesca.

L’espressione è nata circa 30 anni fa come termine satirico, coniata e utilizzata ironicamente dal fumettista e cabarettista Muhsin Omurca.

Però, l’espressione col tempo acquista notorietà e comincia a essere usata per descrivere i tedeschi senza origini migratorie, assumendo un significato ambiguo. Secondo la giuria, che ha esaminato 3.600 proposte dei cittadini, il termine favorisce una divisione tra tedeschi veri e quelli di seconda classe.

Reso popolare dalle provocazioni di estrema destra, Biodeutsch è entrato nell’uso quotidiano, tanto che anche i giornalisti di centro-sinistra e attivisti lo utilizzano con intenti ironici, tentando di svuotarlo del suo significato discriminatorio originale.

Tuttavia, in un clima politico segnato dall’ascesa del partito AfD e dalle proposte controverse da quello della CDU su cittadini, molti ritengono opportuno evitare termini così divisivi.

La giuria ha condannato le sfumature di significato che coinvolgono i principi di una presunta purezza etnica, sottolineando che potrebbe essere un riferimento velato a concetti legati a un passato discriminatorio che si preferisce evitare di evocare.

Parole come Biodeutsch ledono oggi la dignità umana, i valori democratici e anni di battaglie contro le discriminazioni verso determinati gruppi sociali, risultando anacronistiche e pericolose.

L’origine ironica

La giuria di Marburgo per il Unwort des Jahres, una classifica istituzionalmente indipendente che si svolge ogni anno, dichiara Biodeutsch come parolaccia dell’anno. Il corpo dei giudici della classifica è composto da quattro linguisti, un giornalista e altri membri che variano ogni anno.

L’espressione risale al fumettistae cabarettista Muhsin Omurca. Omurca la usa per la prima volta circa 30 anni fa in una vignetta pubblicata sul quotidiano Taz, e ripresa in seguito nei suoi spettacoli teatrali, attribuendogli inizialmente un significato ironico e satirico.

Negli anni 2000, il termine guadagnò visibilità grazie al politico dei verdi Cem Özdemir, che la utilizza scherzosamente per riferirsi ai tedeschi con origini non migratorie.

Nel 2002 anche il gruppo di attivisti Kanak Attakloè riprende il suo intento ironico per parlare del cortometraggio White Ghetto criticando provocatoriamente la classe ambiente tedesca e la sua scarsa integrazione fuori dal loro quartiere di Lindenthal, a Colonia.

L’uso discriminatorio

Secondo la giuria di Marburg, oggi Biodeutsch è un’espressione che designa i veri tedeschi, e chi ne fa uso mira ad attribuire disuguaglianze verso i gruppi di persone con origini straniere creando così una gerarchia di potere interna nella società tedesca.

Così, il termine Biodeutsch viene utilizzato in modo meno superficiale e con un maggiore significato letterale. L’estrema destra e l’AfD si sono appropriati di questo termine per sottolineare una presunta purezza etnica attribuita ad alcuni tedeschi, al fine di distinguersi e sminuire quanti coloro hanno delle origini migratorie.

Ma Biodeutsch nasce con Omurca, un uomo di origini turche arrivato in Germania intorno ai vent’anni. Il comico sottolinea che il vero aspetto ironico dietro a questa vicenda è il fatto che l’espressione oggi utilizzata dall’estrema destra e da partiti come l’AfD sia stata inventata proprio da un immigrato.

Termini come Biodeutsch minano la dignità delle persone, i principi democratici e il progresso ottenuto in anni di lotta contro le discriminazioni verso specifici gruppi sociali rivelandosi, perciò, estremamente pericolosi.

Leggi anche: La provocazione razzista di AfD

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