Berlino, chiudono i bancomat che davano cash in cambio di bitcoin (e a volte aiutavano i criminali)
Stop ai bancomat di Berlino che scambiavano cash con bitcoin: troppi rischi di riciclaggio. Le autorità hanno deciso di stringere i controlli
A Berlino non è più possibile ricevere cash in cambio di bitcoin da uno dei tanti bancomat automatici spuntati negli ultimi anni in stazioni di servizio, centri commerciali e negozi di elettronica. I dispositivi sono stati messi offline a sorpresa dal principale operatore attivo in Germania. Dietro lo stop non ci sono solo questioni tecniche: da tempo le autorità sospettano che questi sportelli vengano utilizzati anche da gruppi criminali per attività di riciclaggio e trasferimenti di denaro difficilmente tracciabili.
Sospensione dei bancomat bitcoin
A partire dal 1° luglio 2025, l’azienda che gestisce la maggior parte dei bancomat per criptovalute in Germania ha avviato una sospensione di tutte le sue macchine attive nel paese. Si tratta di oltre 150 dispositivi, e almeno una ventina concentrati solo a Berlino.
Gli apparecchi erano posizionati in centri commerciali, stazioni di servizio e catene di elettronica. Qui, offrivano agli utenti la possibilità di acquistare o vendere bitcoin in modo diretto, ricevendo o versando denaro contante. Attualmente risultano tutti offline.
Le operazioni già avviate prima dello stop saranno comunque portate a termine, ma fino a nuovo avviso non sarà possibile effettuare nuove transazioni. Secondo l’azienda, la misura è stata adottata in via precauzionale. L’obiettivo è quello di prepararsi ai nuovi requisiti imposti dalle normative europee e nazionali. Le nuove regole riguardano la sicurezza delle operazioni e la corretta identificazione degli utenti.
Criptovalute sotto stretta sorveglianza
Questa scelta arriva in risposta alle nuove regole europee sulle criptovalute, chiamate MiCA. Queste norme impongono agli operatori l’obbligo di avere licenze specifiche, controllare meglio l’identità dei clienti e tracciare tutte le transazioni.
In Germania, solo poche aziende rispettano già questi requisiti, mentre molte usavano sportelli che funzionavano in un vuoto normativo. Le nuove regole obbligano a verificare l’identità prima di ogni operazione rilevante, impedendo l’uso anonimo dei bancomat. Adeguarsi a queste norme richiede tempo e soldi: per questo motivo l’operatore ha deciso di fermare il servizio per evitare problemi legali.
Poca trasparenza, molti rischi
La possibilità di ottenere cash in cambio di bitcoin con procedure poco trasparenti ha reso gli sportelli vulnerabili ad abusi: bastava un wallet digitale e una breve richiesta per convertire criptovalute in contante con scarsa tracciabilità.
Le autorità hanno più volte segnalato come alcuni ATM siano stati usati da chi opera sul mercato nero per riciclare denaro ottenuto da frodi digitali, traffico o estorsioni online. Il sistema, senza regole rigide per verificare l’identità di chi usava i bancomat, lasciava spazio a chi voleva riciclare denaro in modo anonimo. Proprio per colmare questa lacuna, è diventato fondamentale adeguarsi alle nuove norme che impongono controlli più severi.
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