Makkabi Berlin, la squadra nata da sopravvissuti dell’Olocausto, ora ha paura di vincere

La squadra tedesco-ebraica Makkabi Berlin ha paura di vincere a causa degli attacchi antisemiti in aumento in Germania

Nell’annata 2023 la squadra di calcio Makkabi Berlin è stata la prima società calcistica tedesco-giudaica a prendere parte alla Coppa di Germania. Il risultato senza precedenti è stato fonte di enorme gioia, tutt’al più per un team i cui fondatori sono superstiti dell’Olocausto.

Quest’anno la stessa possibile conquista è stata accolta con molto meno entusiasmo. Il Makkabi Berlin ha deciso di mantenere un profilo basso e lontano dai media per tutelare la sicurezza dei propri giocatori in risposta ad un fenomeno alquanto allarmante. In Europa infatti, stanno aumentando gli episodi di matrice antisemita come conseguenza dei recenti e sanguinosi sviluppi del conflitto israelo-palestinese. Uno studio del 2016 dell’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali segnala che “gli eventi in Medio Oriente possono innescare sentimenti antisemiti nell’UE”. 

Al momento, la situazione per la squadra e per i suoi sostenitori è molto ambigua. Da un lato si prova un forte orgoglio verso il Makkabi per essere stata la prima squadra calcistica tedesco-ebraica ad ottenere importanti risultati dall’epoca del nazionalsocialismo. Dall’altro i festeggiamenti verso i successi della squadra rimangono silenziosi per paura che gli stessi giocatori subiscano ripercussioni gravi dovute all’associazione tra Makkabi e Israele. Si potrebbe parlare di una vera e propria paura di vincere.

Un approfondimento sulle società calcistiche ebraiche in Germania e sul Makkabi Berlino

Prima del Makkabi, gli ultimi buoni risultati calcistici riportati da una squadra ebraica risalgono agli anni 30 del Novecento. All’epoca, la Germania proliferava di società sportive ebraiche tra cui spiccava il Bar Kochba, con 40000 membri da 24 nazioni. La sua squadra di calcio riuscì a partecipare ai campionati cittadini fra il 1911 e il 1929. 

Nel 1933, dopo la loro ascesa al potere, i nazisti estromisero i gruppi sportivi ebraici dalle competizioni generali per poi bandirli e perseguitarli. Nel dopoguerra le società gradualmente riemersero e nel 1970 venne fondato il TuS Makkabi Berlin da alcuni sopravvissuti della Shoah, risultato della fusione tra Bar-Kochba Berlin, Hakoah Berlin e Makkabi Berlin.

Attualmente, il sogno dei tifosi della squadra sarebbe vederla accedere al terzo livello e diventare così la prima squadra ebraica nel calcio professionistico. Sebbene questo traguardo non sia ancor stato raggiunto, la partecipazione alla Coppa di Germania, un torneo prestigiosissimo per il paese, è stata fondamentale per la squadra. I giornali hanno sottolineato come questa conquista non sia stata solo un traguardo calcistico, bensì un enorme traguardo storico. A tal proposito, citando le parole del co-fondatore 86enne del Makkabi, Wajselfisz: “Se i Nazisti lo sapessero, si rivolterebbero nelle loro tombe”.

Quest’anno, a seguito degli eventi in Medio Oriente, regna il silenzio.

La paura di subire attacchi antisemiti

Le preoccupazioni della squadra e i suoi tentativi di tutelarsi da eventuali attacchi di matrice antisemita sono cominciati nei giorni immediatamente successivi all’attacco di Hamas a Israele del 7 Ottobre scorso. La squadra ha prima smesso di giocare per poi riprendere solo sotto la protezione della polizia, che controlla attualmente anche i suoi allenamenti.

Le parole del capitano del Makkabi Berlino, Doron Bruck, hanno denunciato la grave situazione:  “Spesso mi chiedono dove siano gli elementi ebraici nella nostra squadra calcistica e quali sono i nostri valori. Purtroppo, tra i vari elementi vi è il fatto che spesso non possiamo giocare né vivere come vogliamo”. Bruck sottolinea anche come la necessità della sua squadra di essere protetta non sia stata affatto sorprendente. “In quanto ebreo che vive in Germania, sfortunatamente, questa situazione non è nulla che non conoscessi già. Dai tempi delle scuole ero sotto la protezione della polizia, al pari di ogni istituzione ebraica”.

Diversamente è andata per i giocatori non-ebrei della squadra, i quali non erano abituati ad essere tutelati dalla polizia. In una situazione di panico generale, alcuni giocatori hanno preso in considerazione l’idea di abbandonare il team. Il difensore senegalese musulmano Papa Alpha Diop, ha affermato che la sua decisione di giocare per un team ebraico e di indossare una divisa con la stella di David ha spesso scatenato incredulità nei suoi conoscenti.

La scorsa domenica, il sogno del Makkabi di accedere per la seconda volta di fila alla coppa di Germania si è infranto in seguito alla sconfitta contro la favorita Viktoria Berlin. La mancata partecipazione al prestigioso torneo passa comunque in secondo piano rispetto alle difficoltà che la squadra ha affrontato negli ultimi mesi. Si tratta di problemi e di pericoli che sottolineano un fenomeno molto più grande e spaventoso. In Germania, come anche in diversi altri paesi europei si sta solidificando il legame tra conflitto Israelo-Palestinese e l’aumento di episodi legati all’antisemitismo.

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