La Germania ha depenalizzato i reati di pedo-pornografia

Il governo tedesco approva un disegno di legge che favorisce i pedofili e penalizza i bambini. Adesso la pedo-pornografia non è più un crimine, al contrario viene declassato a reato minore

Nonostante il fenomeno della pedo-pornografia e dell’abuso sui minori sia ancora lontano dall’essere risolto, il Parlamento tedesco ha in questi giorni approvato un disegno di legge che riduce la pena minima da un anno a sei mesi di reclusione. Considerando la legge troppo restrittiva e vincolante, soprattutto nei confronti dei minori e di chi possiede “legalmente” materiale pedo-pornografico, il governo tedesco ha deciso di ridimensionarla totalmente. Favorevoli SPD, Bündnis 90/Die Grünen, FDP, Die Linke. Contrari CDU, CSU, mentre AfD ha optato per l’astensione.

La nuova legge

Il nuovo disegno di legge, in vigore dalle prossime settimane, prevede una netta riduzione della pena per chiunque detenga, diffonda o acquisisca materiale pedo-pornografico. La legge contro la pedo-pornografia era stata inasprita dal precedente governo Merkel nel 2021 e prevedeva la pena minima di un anno di reclusione. Ciò implicava la necessità di un processo in tribunale anche quando determinati casi potevano essere archiviati o risolti con un ordine di sanzione. Le complicazioni nate dalla vecchia legge sono così state criticate dagli esperti dell’esecutivo e della magistratura.

Con la nuova legge, la pedo-pornografia si trasforma dunque da crimine a reato minore. “Un declassamento a reato minore è anche urgentemente necessario per essere in grado di rispondere in modo appropriato e con la necessaria flessibilità alla grande percentuale di minorenni autori di reati”, si può leggere nella legislazione. “Anche in questo caso, gli autori generalmente non agiscono per essere sessualmente eccitati dai contenuti pedopornografici, ma piuttosto per una pulsione tipica della fase di sviluppo adolescenziale, come l’ingenuità, la curiosità, la sete di avventura o il desiderio di impressionare”.

La depenalizzazione della pedo-pornografia stabilisce adesso che «il possesso e l’acquisizione dovrebbero essere punibili con una pena minima di tre mesi di reclusione, e la distribuzione con una pena minima di sei mesi di reclusione. I reati disciplinati dall’articolo 184b del Codice penale sono quindi classificati come reati minori». La coalizione di sinistra afferma che la modifica alla legge mira a tutelare i minori che possiedano materiale pornografico o i genitori e gli insegnanti che lo acquisiscano per denunciarlo alle autorità competenti. La nuova legislazione favorisce inoltre i casi in cui un/una minore invii delle immagini di nudo al partner più grande. Il diffondersi di queste ultime situazioni ha dato vita ad una serie di indagini che hanno costituito il 40% dei casi di pedo-pornografia.

CDU, CSU e le associazioni per la tutela dei minori si oppongono alle nuove norme

Il governo avrebbe dunque potuto introdurre delle eccezioni alla legislazione esistente tenendo conto delle motivazioni o dell’età del colpevole. Al contrario, ha preferito ridurre aprioristicamente le pene stabilite, favorendo pedofili e molestatori e privando bambini e minori della tutela e della sicurezza che meritano. Si tratta di una decisione che avrà gravissime conseguenze, alla quale si sono opposti l’Unione Cristiano-Democratica (CDU) e l’Unione Cristiano-Sociale di Baviera (CSU). Secondo questi partiti, la «distribuzione, il possesso e l’acquisizione di materiale pedopornografico devono, in linea di principio, rimanere classificati come reati».

Rainer Becker, presidente di German Children’s Aid – The Permanent Children’s Representation” (Deutsche Kinderhilfe – Die ständige Kindervertretung), associazione per la tutela dei minori, ha denunciato la gravità della situazione. Secondo Becker, la modifica della legge sulla pedopornografia rischia di violare una direttiva dell’Unione Europea che classifica qualsiasi tipologia di materiale pedopornografico come un grave reato penale. La coalizione di sinistra si è invece espressa favorevole alla nuova legislazione, così come alcune organizzazioni favorevoli alla liberalizzazione della pedo-pornografia. Prima fra queste, il “Krumme-13”, o semplicemente K13, che ha addirittura lamentato il fatto che il governo non si sia «scusato con le migliaia e migliaia di persone colpite che sono state vittime» delle precedenti leggi.

La legislazione contro la pornografia infantile in Italia

In Italia, la pedo-pornografia è considerato un crimine gravissimo, da punire severamente. L’articolo 600-bis del Codice Penale prevede che chiunque produca, detenga, diffonda o pubblicizzi materiale pedopornografico sia passibile di una pena detentiva da 5 a 10 anni. Se il reato coinvolge minori sotto i 14 anni, la pena può arrivare a 15 anni di detenzione. Inoltre, anche la sola consultazione di materiale pedo-pornografico è considerato un reato, con una pena che prevede fino a 3 anni di reclusione.

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Immagine da: Pixabay