Insolvenza, Esprit (che è cinese) chiude tutti i suoi negozi in Germania

La nota azienda di moda Esprit ha presentato istanza di insolvenza, chiudendo i suoi negozi in Germania

Esprit, il noto marchio di moda, ha presentato istanza di insolvenza per le sue attività in Europa, segnando una nuova crisi per l’azienda. Il gruppo Esprit Europe GmbH, insieme ad altre sei società tedesche del gruppo, ha avviato la procedura di insolvenza in amministrazione controllata, con la conseguente chiusura di tutti i suoi negozi in Germania. Questo è il secondo fallimento in quattro anni per l’azienda, che aveva già subito pesanti perdite durante la pandemia COVID-19. Circa 1.500 dipendenti saranno direttamente colpiti dalla decisione, mentre il gruppo continua le trattative con un investitore interessato all’acquisizione dei diritti del marchio in Europa.

 

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La storia di Esprit: un marchio internazionale con radici cinesi

Fondata nel 1968 a San Francisco da Susie e Doug Tompkins, Esprit è cresciuta rapidamente come marchio di moda casual, conquistando una clientela globale. Negli anni Ottanta e Novanta, l’azienda ha raggiunto l’apice del suo successo, diventando un simbolo di moda giovane e accessibile. Nonostante ciò, la crescente concorrenza e le sfide economiche hanno portato a una serie di difficoltà finanziarie. Dal 2012, Esprit è quotata alla Borsa di Hong Kong, e la sua gestione si è gradualmente spostata verso l’Asia, in particolare la Cina, dove si trova la sua principale base operativa. Sebbene ci sia stato un cambio di proprietà e di strategia, Esprit ha continuato a lottare per mantenere la sua posizione nei mercati occidentali, giungendo ora alla chiusura delle sue attività in Germania.

Insolvenza: Esprit e altre aziende internazionali in difficoltà

La situazione di Esprit non è unica nel panorama internazionale. Negli ultimi anni, molte aziende globali hanno dovuto affrontare la procedura di insolvenza a causa di vari fattori, tra cui cambiamenti nelle tendenze di consumo, crisi economiche e concorrenza agguerrita. Marchi come Forever 21 e Toys ‘R’ Us hanno dichiarato bancarotta negli Stati Uniti, riducendo drasticamente le loro operazioni o chiudendo completamente i loro negozi. Anche il colosso britannico Debenhams ha subito la stessa sorte, cessando le operazioni dopo oltre duecentoquaranta anni di attività. L’insolvenza è diventata un percorso inevitabile per molte aziende che non riescono a adattarsi alle dinamiche del mercato globale in rapida evoluzione.

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Immagine da: Screenshot da YouTube