Berlino, da Tesla mega assenteismo. Elon Musk: “Pazzesco, me ne occuperò”

La sede di Berlino – Grünheide registra tassi di assenteismo tra i più alti d’Europa, Elon Musk promette interventi drastici

La fabbrica di Tesla, poco fuori Berlino e fiore all’occhiello dell’espansione europea del colosso automobilistico texano, sta affrontando livelli record di assenteismo tra i dipendenti. A rivelare il dato è stato lo stesso Elon Musk, che ha definito la situazione “pazzesca” e ha promesso di occuparsi personalmente della questione. Mentre la casa automobilistica cerca di incrementare la produzione di veicoli elettrici per soddisfare la domanda crescente, l’alto tasso di assenze potrebbe compromettere gli obiettivi aziendali, sollevando interrogativi sulle condizioni di lavoro e sulla gestione del personale nella fabbrica tedesca.

La risposta dell’Azienda

Il direttore della fabbrica di Grünheide, André Thierig, si è prontamente attivato per tentare di risolvere l’incombenza. Secondo una indagine interna, su 12000 dipendenti il tasso di malattia sarebbe pari o superiore al 15%, con una concentrazione il venerdì e gli ultimi turni della settimana. Inoltre, in base a quanto emerso nel corso di una riunione sindacale, 200 di essi non avrebbero mai lavorato nel 2024, presentando rapporti di malattia ogni 6 settimane. La dirigenza ha risposto predisponendo visite improvvise ai lavoratori, generando peraltro un forte malcontento.

Protesta dei Lavoratori tramite IG Metall

Il sindacato IG Metall, il più grande e influente in Germania, ha rapidamente preso posizione in difesa dei lavoratori della sede di Grünheide, denunciando che il crescente tasso di malattia è il risultato di condizioni lavorative particolarmente gravose. In una dichiarazione, i rappresentanti sindacali hanno affermato che l’alto numero di assenze è direttamente collegato all’intensità del lavoro richiesta, con turni di lunga durata e ritmi produttivi serrati. IG Metall ha criticato l’azienda per la pressione esercitata sui dipendenti e per le visite improvvise da parte della direzione, considerate come un tentativo di intimidire i lavoratori piuttosto che affrontare le reali cause del problema.

Ha inoltre chiesto alla direzione di Tesla un dialogo aperto e costruttivo per migliorare le condizioni lavorative, sostenendo che le misure punitive non faranno altro che peggiorare la situazione. Inoltre, ha proposto la revisione dei turni e l’introduzione di pause aggiuntive per alleviare lo stress fisico e mentale dei dipendenti, sottolineando l’importanza di garantire un ambiente di lavoro sicuro e sostenibile.

L’Intervento del Sindacato e la Pressione su Tesla

IG Metall ha inoltre minacciato di intraprendere azioni sindacali qualora Tesla non dovesse prendere provvedimenti concreti per migliorare le condizioni di lavoro. “Non possiamo tollerare che i lavoratori siano costretti a pagare con la loro salute per gli obiettivi di produzione,” ha dichiarato il direttore distrettuale di IG Metall Dirk Schulze. La protesta sindacale, in una fase già delicata per la fabbrica, aumenta la pressione su Tesla, che rischia di vedere interrotta la produzione o affrontare scioperi in un momento cruciale per il raggiungimento dei propri target di crescita. Già nei paesi scandinavi (dove invero Tesla non produce automobili e il mercato ha una portata minore) i meccanici per conto della Casa dichiararono un grande sciopero l’ottobre 2023, creando non pochi intoppi.

Modello Tesla nel mondo

Analoghe difficoltà si sono verificate anche nelle fabbriche americane di Tesla, dove problemi di assenteismo e malcontento dei lavoratori hanno sollevato preoccupazioni simili. Tuttavia, negli Stati Uniti l’azienda ha potuto adottare un approccio più rigido, imponendo misure disciplinari più severe e limitando la capacità dei lavoratori di contestare le decisioni aziendali. Ciò è stato possibile grazie a una legislazione sul lavoro meno restrittiva rispetto all’Europa, dove le tradizioni sindacali sono radicate e i diritti dei lavoratori vengono tutelati con maggiore attenzione. Christian Görke, dirigente del gruppo parlamentare Die Linke al Bundestag, ha dichiarato a proposito di Musk:

“L’uomo più ricco del mondo deve finalmente rendersi conto che qui non siamo nel selvaggio West!”.

Altro caso particolarmente eloquente fu quello dello stabilimento di Shangai nel 2022. Per evitare di provocare un nuovo aumento di contagi, Tesla ovviò “rinchiudendo” gli 8000 dipendenti all’interno della fabbrica, fornendo loro materassi per dormire al termine dei rispettivi turni. Tutto questo per non interrompere ulteriormente una produzione tanto importante quanto quella cinese.

Tesla e UE sono incompatibili?

L’alto tasso di assenteismo nella fabbrica di Grünheide evidenzia le sfide che Tesla deve affrontare in Europa, dove le condizioni di lavoro sono soggette a una maggiore tutela e a una lunga tradizione sindacale che assicura i diritti dei dipendenti. Mentre l’azienda ha avuto più margine di manovra per adottare misure disciplinari rigide negli Stati Uniti e in altri paesi con normative meno stringenti, l’Europa rappresenta evidentemente un contesto diverso, con una cultura del lavoro orientata alla protezione dei lavoratori e alla negoziazione collettiva.

I casi passati, come lo stabilimento di Shanghai, mostrano che Tesla non esita a prendere decisioni drastiche quando necessario, ma un approccio simile sarebbe difficilmente accettabile in Europa senza incorrere in forti resistenze da parte dei sindacati e delle autorità regolatorie. Le recenti proteste dei lavoratori e le minacce di sciopero da parte di IG Metall rappresentano un avvertimento chiaro: se Tesla vuole continuare a crescere in Europa, dovrà adattare le sue pratiche di gestione del personale alle normative e alle aspettative locali, trovando un equilibrio tra produttività e benessere dei dipendenti.

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